La variabile “labour productivity growth” (crescita della produttività del lavoro) nel Global Innovation Index (GII) misura l’efficienza con cui la forza lavoro di un Paese o di una regione produce beni e servizi. Essa rappresenta l’incremento percentuale del valore aggiunto per lavoratore o per ora lavorata su un determinato periodo di tempo, indicando se e quanto le persone stanno diventando più produttive. Questa variabile è rilevante nel contesto del GII perché riflette il livello di innovazione e l’efficienza tecnologica di un Paese. Una crescita della produttività del lavoro può essere il risultato di una maggiore adozione di nuove tecnologie, miglioramenti nei processi organizzativi, formazione e sviluppo delle competenze dei lavoratori, e di una migliore infrastruttura produttiva. Una crescita elevata della produttività del lavoro è un segnale di un’economia che si sta evolvendo verso settori ad alto valore aggiunto, capaci di generare prodotti o servizi innovativi. Al contrario, una stagnazione o un declino può indicare difficoltà strutturali o un utilizzo inefficiente delle risorse umane e tecnologiche. Il miglioramento della produttività del lavoro è dunque un obiettivo chiave per i Paesi che aspirano a rafforzare la propria competitività internazionale e stimolare una crescita economica sostenibile. I dati fanno riferimento al periodo tra il 2021 ed il 2022.
La Crescita della Produttività del Lavoro nel 2022. I dati sulla labour productivity growth (crescita della produttività del lavoro) per il 2022 mostrano un’ampia gamma di variazioni tra Paesi, evidenziando le differenze nello sviluppo economico, tecnologico e infrastrutturale a livello globale. Cina guida la classifica con una crescita della produttività del lavoro del 100%, seguita da Paesi come Tajikistan (94,3%), Vietnam (93%), e Romania (92,2%). Questi Paesi mostrano notevoli progressi in termini di efficienza produttiva, spesso grazie a investimenti in tecnologia, infrastrutture e formazione della forza lavoro. Cina, in particolare, ha beneficiato di un forte slancio innovativo e industriale negli ultimi decenni, diventando un motore economico globale. Paesi come Vietnam e Bangladesh (90,6%) hanno anche visto un’accelerazione della produttività, in parte grazie alla delocalizzazione delle industrie manifatturiere da Paesi più sviluppati. Molti Paesi si collocano nella fascia di crescita compresa tra il 60% e il 75%. Paesi come India (75,2%), Colombia (76,7%), Egitto (75,7%), e Polonia (70,8%) rientrano in questo gruppo, segnalando una crescita della produttività significativa, ma non così rapida come quella dei Paesi al vertice. L’India, pur essendo una delle economie emergenti più grandi, mostra una crescita moderata, probabilmente dovuta alla necessità di migliorare ulteriormente le infrastrutture e la distribuzione di innovazioni tecnologiche in tutto il Paese. In Europa, la Polonia e i Paesi baltici, come Estonia (74,6%) e Lituania (74,4%), mostrano una buona crescita, sostenuta da politiche che incoraggiano l’innovazione e la digitalizzazione. Singapore (70,9%), nonostante la sua forte economia avanzata, mostra una crescita solida ma non eccezionale. Questo potrebbe essere attribuito a una saturazione del mercato tecnologico o alla stabilizzazione della produttività dopo anni di rapida crescita. Sorprendentemente, molte delle principali economie sviluppate mostrano una crescita della produttività relativamente bassa. Gli Stati Uniti (59,1%), Israele (66,7%), e Corea del Sud (59,8%) si collocano in una fascia di crescita inferiore rispetto ad alcuni Paesi in via di sviluppo. Questo può riflettere una situazione in cui l’innovazione e la tecnologia sono già integrate nelle economie, ma i margini di miglioramento sono ridotti. Inoltre, fattori come la demografia, la maturità dei mercati e i livelli già alti di produttività potrebbero rendere più difficile ottenere ulteriori aumenti. L’Europa occidentale vede una crescita piuttosto bassa, con Paesi come Francia (47,4%), Germania (46,6%), Italia (45,2%) e Spagna (38,6%) che mostrano valori di produttività molto inferiori rispetto ai Paesi emergenti. Questi Paesi, che hanno economie già mature, potrebbero trovarsi di fronte a sfide strutturali, come un mercato del lavoro rigido, popolazioni che invecchiano e una minore adozione di nuove tecnologie. Infine, ci sono Paesi che mostrano una crescita della produttività del lavoro molto bassa, come Arabia Saudita (14,5%), Iraq (9,9%), e Angola (7,7%). Questi Paesi spesso devono affrontare significative difficoltà economiche e politiche, che ostacolano la crescita. Ad esempio, l’economia irachena è stata gravemente colpita da conflitti e instabilità politica, limitando la capacità di crescere in termini di produttività. Allo stesso modo, molti Paesi dell’Africa subsahariana, come Namibia (15,4%) e Angola, lottano per migliorare la propria efficienza economica a causa di infrastrutture carenti e mancanza di investimenti in tecnologia e capitale umano. Nel complesso, i dati mostrano una correlazione tra la crescita della produttività del lavoro e lo sviluppo economico e tecnologico dei Paesi. Le economie emergenti stanno generalmente registrando aumenti più rapidi della produttività, mentre le economie avanzate vedono una crescita più moderata. Tuttavia, le sfide strutturali, politiche e tecnologiche continuano a influenzare la capacità dei Paesi di migliorare l’efficienza del loro lavoro.
La Crescita della Produttività del Lavoro tra il 2013 ed il 2022. I dati relativi alla crescita della produttività del lavoro tra il 2021 e il 2022 mostrano differenze significative a livello globale, evidenziando Paesi che hanno visto forti incrementi, così come Paesi che hanno subito drastici cali. La produttività del lavoro riflette l’efficienza con cui un Paese utilizza la propria forza lavoro per produrre beni e servizi. Le variazioni nei dati possono essere influenzate da fattori come investimenti in tecnologia, infrastrutture, istruzione, politiche economiche e crisi economiche o geopolitiche. Tra i Paesi che hanno visto i maggiori aumenti nella produttività del lavoro, spicca l’Iran con un incremento dell’80,5% (variazione assoluta di 23,5 punti). Questo aumento potrebbe essere legato a riforme interne o a un miglioramento delle condizioni economiche, nonostante le difficoltà legate alle sanzioni internazionali. Altri Paesi come la Romania (+31,7%), il Bahrein (+30,9%) e Singapore (+26,6%) hanno anch’essi registrato una crescita significativa. Questi Paesi hanno probabilmente beneficiato di un miglioramento nell’efficienza produttiva, investimenti in nuove tecnologie e un miglioramento delle infrastrutture e della formazione del personale. In Europa, la Moldova ha visto una notevole crescita (+37,7%), segno di progressi economici significativi. La Romania ha continuato a migliorare le sue performance economiche, probabilmente grazie alla continua integrazione con i mercati europei e agli investimenti stranieri. Malta e Mauritius, con aumenti del 28,0% e 22,6%, rispettivamente, dimostrano come anche piccole economie possano ottenere risultati notevoli concentrandosi su settori strategici e modernizzando il proprio approccio economico. Alcuni Paesi, come il Regno Unito (+22,3%), la Croazia (+20,6%), e Zimbabwe (+20,5%), hanno visto una crescita della produttività moderata. Questi aumenti indicano miglioramenti, ma forse anche limiti nella capacità di far crescere ulteriormente la produttività, potenzialmente a causa di fattori strutturali o economici. La Cina, con un aumento del 14,3%, continua a crescere, ma a un ritmo più contenuto rispetto agli anni precedenti, segno che il Paese potrebbe aver raggiunto una fase più stabile nella crescita della produttività, dove gli incrementi marginali sono più difficili da ottenere. Sul versante opposto, molti Paesi hanno registrato cali significativi della produttività del lavoro. L’Arabia Saudita ha visto il calo più drammatico, con una diminuzione del 68,6%, seguita da Angola (-77,2%) e Namibia (-61%). Questi cali possono essere legati a crisi economiche, instabilità politica o disastri naturali. Ad esempio, l’Arabia Saudita potrebbe essere stata influenzata da fluttuazioni nei prezzi del petrolio, che rappresenta una parte sostanziale della sua economia. Altri Paesi come il Perù (-35,3%), Nigeria (-35,1%) e Rwanda (-32,4%) hanno visto diminuzioni significative, probabilmente a causa di difficoltà economiche legate alla pandemia di COVID-19, disordini politici o crisi economiche interne. Paesi dell’America Latina come il Brasile (-18,9%) e l’Argentina (-26,1%) continuano a soffrire di instabilità economica, inflazione e crisi politiche, che impattano gravemente sulla capacità di migliorare l’efficienza della forza lavoro. Molti Paesi sviluppati hanno sperimentato cali nella produttività del lavoro. Gli Stati Uniti hanno visto una diminuzione dell’11,8%, mentre Canada (-15,4%), Giappone (-14,5%) e Germania (-5,5%) hanno tutti registrato diminuzioni. Questo potrebbe indicare una stagnazione nelle economie avanzate, dove l’innovazione non riesce più a compensare i costi crescenti o le inefficienze strutturali. I dati indicano che la crescita della produttività del lavoro varia notevolmente da Paese a Paese, con fattori come la pandemia, l’instabilità politica ed economica, e l’innovazione che giocano ruoli chiave. Mentre alcuni Paesi emergenti stanno accelerando la loro produttività, molte economie avanzate e in via di sviluppo stanno affrontando sfide significative nel migliorare l’efficienza del lavoro.
Conclusioni. La crescita della produttività del lavoro è diminuita in media tra il 2021 ed il 2022 per i paesi considerati di un ammontare pari a -6,5% passando da un ammontare di 60,02 unità fino ad un valore di 56,12 unità. I top performers sono Iran con +80,5%, Moldova con +37,7%, Romania con +31,7%, Bahrain con +30,9%, Malta con 28,00%. I worse performers sono Oman con -43,20%, Kuwait con -48,50%, Namibia con -61,00%, Arabia Saudita con -68,6%, Angola con -77,20%.
Performance | Countries | 2021 | 2022 | Var Ass | Var Per |
Best Performers | Iran, Islamic Rep. | 29,2 | 52,7 | 23,5 | 80,5 |
Moldova | 51,4 | 70,8 | 19,4 | 37,7 | |
Romania | 70 | 92,2 | 22,2 | 31,7 | |
Bahrain | 56,6 | 74,1 | 17,5 | 30,9 | |
Malta | 36,1 | 46,2 | 10,1 | 28,0 | |
Worse Performers | Oman | 47,9 | 27,2 | -20,7 | -43,2 |
Kuwait | 51,3 | 26,4 | -24,9 | -48,5 | |
Namibia | 39,5 | 15,4 | -24,1 | -61,0 | |
Saudi Arabia | 46,2 | 14,5 | -31,7 | -68,6 | |
Angola | 33,8 | 7,7 | -26,1 | -77,2 |