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LA CRIMINALITÀ BARESE METTE MANI SULLE SLOT MACHINE

Dall’indagine condotta dalla Guardia di finanza, che ha portato a 36 arresti nove dei quali ai domiciliari, emerge come gli storici clan della criminalità barese avevano messo mani sulle slot machine. Viene fuori dall’indagine, coordinata dalla Dda di Bari guidata da Giuseppe Volpe, che i membri dell’organizzazione avevano riposto i propri interessi sull’installazione e gestione degli apparecchi di videopoker in negozi e sale da gioco della città. Dei 36 imputati, alcuni appartengo a storici clan baresi come gli Anemolo, gli Strisciuglio e i Capriati. I finanzieri di Bari e della Scico di Roma stanno eseguendo oltre agli arresti anche i sequestri di beni per un valore di 7,5 milioni. Agli indagati, che sono in totale 49, vengono contestati a vario titolo i reati di illecita concorrenza con violenza e minaccia, estorsione, riciclaggio, usura, contrabbando di sigarette e detenzione abusiva di armi clandestine. In tutto questo però va ricordato il ruolo contraddittorio dello stato nella lotta contro il gioco d’azzardo. Da un lato finanzia e promuove battaglie e campagne contro la ludopatia, dall’altro guadagna dalla diffusione di concorsi e scommesse in quanto su di esse gravano imposte pesanti. Basti pensare che in Italia il giro d’affari attorno al gioco d’azzardo è stimato a 84,5 miliardi, dei quali una piccola fetta finisce nelle casse dello Stato sotto forma di tasse.

Se i giocatori diminuissero, l’erario incasserebbe meno soldi. Lo stato mette le mani avanti, trovando come giustificazione il fatto che l’elevata tassazione sui giochi costituisce già una forma di dissuasione verso l’azzardo. In realtà però se venissero meno i tributi dati dalle tasse sui giochi si aprirebbe un buco nel bilancio. Da ciò emerge come di fatto lo Stato non voglia porre più di tanto il suo interesse a limitare la diffusione di concorsi, scommesse e slot. Il maxiemendamento include novità che riguardano anche il gioco d’azzardo mettendo in evidenza come in questo campo governo e Commissione europea hanno stabilito interventi che vanno contro corrente a quello che era l’intento iniziale di liberare il Paese dalla morsa delle slot machine, delle scommesse e dei vari tipi di lotto e lotterie. È vero, sono aumentate le tasse, ma l’aumento delle tasse non è di certo un’iniziativa anti-azzardo. Infatti, nel maxiemendamento sono comparse anche dei provvedimenti volti ad evitare che l’aumento del Preu (prelievo erariale unico sul denaro raccolto dalle macchinette mangiasoldi) si ripercuota soltanto sulla filiers privata, in sostanza si vanno a prelevare più soldi dalle tasche dei giocatori. Nella dimensione degli attivisti no slot cresce sempre più la rabbia verso il governo e le sue false promesse dispensate durante la campagna elettorale, ma evidentemente questo governo facendo cassa con l’azzardo ha deciso di tenere in piedi tutto questo meccanismo.

Data:

10 Gennaio 2020