Situata all’interno del cimitero di Greyfriars, nel cuore di Edimburgo, la cripta di Sir George Mackenzie risale al XVII secolo e racchiude uno dei capitoli più oscuri della storia scozzese.
Dedicata a Mackenzie, soprannominato “il sanguinario” per la feroce repressione inflitta ai Covenanters — i protestanti scozzesi ribellatisi dopo la battaglia di Bothwell Bridge del 1679 — la cripta è diventata un luogo di leggende sinistre e fenomeni paranormali. Mackenzie, avvocato, saggista e scrittore legale, ordinò che migliaia di ribelli venissero imprigionati nel cimitero stesso, lasciandoli morire di stenti, fame e malattia, in condizioni disumane che trasformarono il luogo in un simbolo di sofferenza e oppressione.
Il nome “Greyfriars” deriva dall’ordine monastico dei francescani, i “frati grigi”, che abitavano l’area fino a metà del XVI secolo. Quando la comunità fu sciolta, il cimitero venne istituito in questo luogo, poiché quello della Cattedrale di Saint Giles era ormai saturo. Greyfriars, classificato come “graveyard” poiché annesso a una chiesa (in scozzese “Kirk”), ospita tombe che risalgono fino al XVI secolo, tra cui quelle di noti personaggi di Edimburgo come il geologo James Hutton e l’architetto James Craig. Ma forse la tomba più amata è quella di Greyfriars Bobby, un fedele Skye Terrier che vegliò per 14 anni sulla sepoltura del suo padrone. Questa dimostrazione di lealtà toccò il cuore degli abitanti, che lo salvarono dal destino comune agli animali dei defunti, abbattuti per tradizione. Bobby venne persino nominato cittadino di Edimburgo e riposa oggi nel cimitero, accanto al padrone, con una tomba sempre decorata dai visitatori con peluche e bastoncini.
Il cimitero, celebre per la sua atmosfera lugubre, è al centro di racconti paranormali legati soprattutto al mausoleo di Mackenzie. Tra il 1990 e il 2006, sono stati segnalati circa 400 fenomeni inquietanti: improvvisi sbalzi di temperatura, suoni misteriosi, e testimonianze di persone sopraffatte da intense emozioni, fino a svenire o sentire una presenza invisibile. Nel 2000, il reverendo Colin Grant tentò un esorcismo nel luogo, ma affermò di percepire energie troppo potenti e minacciose. Morì poco dopo per un infarto, evento che aumentò la scia di mistero e terrore attorno alla cripta, che però da allora attira ancora più curiosi e appassionati di occulto.
Si dice che nei secoli passati il fetore dei cadaveri in decomposizione si diffondesse in tutta la città, rendendo l’aria irrespirabile. Mackenzie divenne un bersaglio di maledizioni e la sua tomba un simbolo dell’oppressione dei protestanti. Vi sono racconti di visitatori che affermano di essersi sentiti respinti come da una forza misteriosa e di aver percepito chiaramente presenze invisibili che avrebbero tentato di aggredirli fisicamente. Uno degli aneddoti più raccapriccianti narra di un vagabondo che, nel tentativo di saccheggiare la cripta in cerca di tesori, cadde in una fossa piena di scheletri, intrappolato dalle ossa come se fossero animate da una volontà propria.
Oggi, grazie alle leggende che lo circondano, Greyfriars e la cripta di Mackenzie sono una delle attrazioni più inquietanti di Edimburgo. Tour notturni permettono ai visitatori di vivere il brivido di esplorare uno dei luoghi più infestati della Scozia, dove storia e mistero si intrecciano, così come il sacro e il profano.
Mario Contino