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La deontologia giornalistica e la censura

Forse siamo arrivati alla frutta. A dispetto di quanto riporta l’articolo 21 della nostra Costituzione che sancisce il diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di comunicazione, se non si vuole essere redarguiti, sanzionati o radiati dall’ordine dei giornalisti, bisogna adattarsi a nuove forme di linguaggio.

cms_1885/Political_correctness_.jpgSecondo il pensiero della Boldrini, terza carica dello Stato, sarebbe giusto usare un linguaggio “polically correct”. Forse non tutti i lettori sanno che vi sono alcune definizioni che, a scanso di equivoci, sarebbe meglio non adoperare. I vocaboli messi al bando sono: vu cumprà, zingari, nomadi, extracomunitari e clandestini. Pur di non passare per xenofobi o razzisti dovremmo cominciare a usare nei confronti di costoro i termini migrante, profughi o richiedenti asilo politico come prescrive la carta di Roma fondata dalla FNSI, condivisa dall’ordine dei giornalisti e da alcune associazioni della società civile.

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Gli zingari, da ora in poi, andrebbero chiamati “camminanti”, anche se molte loro comunità asseriscono che essendo stanziali e di non accettare nemmeno questo appellativo. Noi giornalisti, dovremmo, prima di scrivere qualcosa, su di loro, portarci nei loro campi, chiedere al loro capo se si sentono “sinti” o “rom” con tutte le cautele del caso. Esprimere opinioni sugli immigrati è pericoloso tanto quanto disinnescare una bomba a mano senza avere la minima cognizione di quello che potrebbe accaderti.

cms_1885/prostituta.jpgUn giovane collega mi faceva notare come non usa più definire una sgualdrina, mignotta o puttana con tale definizioni, bensì “prostituta”. A mio parere sarebbe più appropriato e molto più fine chiamarla I.O.S. ossia “infaticabile operatrice del sesso”. Così come il netturbino ha scelto di diventare operatore ecologico, il bidello collaboratore scolastico e la cameriera colf ( acronimo di collaboratrice familiare) mi chiedo come potrei o dovrei chiamare una cameriera d’albergo che per arrotondare le entrate si prostituisce con i clienti? Semplice: “do.m.p.se.sp.” (acronimo di: donna molto pulita sessualmente specializzata)

cms_1885/occhio-un-gatto-nero-sta-attraversando-la-pista-658.jpgL’altro giorno, mentre ero a bordo della mia autovettura, da bravo scaramantico, ho dovuto fare una brusca frenata che ha sballottato la mia dolce metà e scaraventato per terra tutta la spesa sistemata sul sedile posteriore. La stessa, irritata mi ha chiesto la motivazione del mio gesto immotivato. Le ho fatto notare che ci stava attraversava la strada un gatto di “colore”. Volevo, a scanso d’equivoci e pur di non adoperare il termine “nero”, cominciare a usare termini nuovi, permessi e alternativi. Mi ha riempito d’ improperi. Chi ci capisce è bravo.

Data:

25 Febbraio 2015