Dopo l’accesso ai documenti amministrativi e la loro visione, il prefetto di Roma Franco Gabrielli ha consegnato la relazione relativa all’inchiesta “Mondo di Mezzo” che vedeva coinvolti nella criminalità organizzata con a capo Massimo Carminati, ex terrorista, consiglieri comunali, regionali e assessori dell’amministrazione comunale di Roma.
Dalla relazione, al vaglio del nostro Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, sembra siano emersi con chiarezza gli elementi su collegamenti diretti o indiretti degli amministratori con la criminalità organizzata e su forme di condizionamento degli amministratori stessi, che compromettono la libera determinazione degli organi elettivi e il buon andamento delle amministrazioni comunale, richiesti dal Testo Unico degli Enti Locali per lo scioglimento del consiglio comunale e provinciale oltre ai casi “ordinari” del compimento di atti contrari alla Costituzione, gravi e persistenti violazioni di legge e gravi motivi di ordine pubblico; del non assicurare il normale funzionamento degli organi e dei servizi e della mancanza di approvazione di bilancio nei termini.
Gli elementi assumono rilevanza penale solo se concreti, univoci e rilevanti e sembra, da indiscrezioni, che manchi il carattere dell’univocità. Per tale ragione, Il Ministro dell’Interno, potrebbe trovarsi in difficoltà nel proporre al Presidente della Repubblica lo scioglimento del consiglio comunale. A seguire, infatti, è prevista la nomina di una commissione straordinaria per la gestione dell’ente la quale, come prevede la normativa, per far fronte a situazioni di gravi disservizi e per avviare la realizzazione di opere pubbliche indifferibili, adotterebbe un piano di priorità degli interventi, anche con riferimento a progetti già approvati e non eseguiti. Si potrebbero creare situazioni di “disequilibrio” all’interno un partito come quello del PD attualmente criticato per le leggi fino ad ad ora approvate e la guida del Paese verso l’uscita dalla crisi economica.Nel frattempo, Liborio Iudicello, segretario generale del Comune di Roma si è dimesso.
Ignazio Marino sembra essere lontano dal lasciare la guida dell’amministrazione comunale e continua ad esercitare tutte le funzioni di Sindaco. Optare per lo scioglimento del consiglio comunale di Roma significherebbe incrinare il suo “rapporto di amicizia” con Renzi e condizionare fortemente le nuove elezioni amministrative che vedrebbero una vittoria certa di esponenti del centrodestra e Lega Nord.