La FCA investe negli USA. Sarà di oltre un miliardo di dollari l’investimento che l’azienda automobilistica ha deciso di profondere per dar vita a un completo e profondo rinnovamento della fabbrica di Warren, Michigan. Proprio nello Stato dei grandi laghi, a partire dal 2020 verrà prodotto il nuovo modello di autocarri Ram Heavy Duty, una novità importante se si considera che i modelli precedenti erano stati fabbricati a Saltillo, nel Messico centro-settentrionale. Sembrano dunque lontani i tempi in cui le aziende automobilistiche americane dislocavano all’estero la propria produzione per risparmiare sui costi della manodopera… o almeno, questo è ciò la middle class americana sembra augurarsi.
Non è la prima volta che l’FCA investe in territorio americano. Dal 2009 ad oggi, infatti, l’azienda ha speso oltre dieci miliardi di dollari negli Stati Uniti, ultimo in ordine di tempo l’investimento voluto da Marchionne per produrre tre nuovi modelli di Jeep Wrangler nel Midwest, esattamente un anno fa.
Le novità, tuttavia, sembrano non finire qui: l’FCA ha infatti annunciato l’imminente creazione di 2.500 nuovi posti di lavoro, finalizzati principalmente al sostenimento della produzione. Inoltre, a 60.000 dipendenti dell’azienda verrà elargito un bonus di circa 2.000 dollari, ufficialmente “come riconoscimento per il loro costante impegno per il successo della società,” malgrado, secondo molti esperti, le scelte della dirigenza andrebbero inquadrate in una prospettiva ben più ampia e nel tentativo di creare un rapporto di fedeltà con i propri dipendenti, puntando sempre più su un personale qualificato e ben motivato. Non è un caso se al bonus in questione si sommeranno una serie di ulteriori agevolazioni, già previste per i meccanici e i dipendenti, destinate ad entrare in vigore nel corso del 2018.
In una nota ufficiale, l’amministratore delegato Sergio Marchionne ha sottolineato come tali operazioni siano state possibili anche grazie agli sgravi fiscali e alle riforme economiche approvate di recente dall’esecutivo americano, riferendosi principalmente alla legge ratificata dal congresso nel dicembre scorso, grazie alla quale le imposte sugli utili d’impresa sono state tagliate del 14%. “È giusto che i nostri dipendenti condividano i vantaggi generati dalla riforma” ha sottolineato Marchionne.
Le scelte della dirigenza sembrano star pagando i dividendi anche in borsa. Nella mattinata di venerdì, le azioni del gruppo italoamericano hanno raggiunto il proprio massimo storico raggiungendo un rialzo del 3% durante la seduta di Piazza Affari.
Sembra difficile all’interno dell’opinione pubblica trovare un’interpretazione univoca a quanto deciso negli ultimi tempi dalla Fiat Chrysler; per alcuni l’azienda automobilistica non è che la conseguenza degli effetti più deleteri della globalizzazione e del capitalismo, per altri un modello che andrebbe seguito in tutto il mondo. Ciò che è certo, è che ancora una volta gli esperti finanziari del globo si trovano a discutere con interesse e con curiosità riguardo le scelte del consiglio d’amministrazione. E, forse, proprio la curiosità che la Fiat Chrysler riesce ad attirare su di sé e sul proprio operato, ancor più dei suoi profitti, ci offre un’idea della sua reale importanza nel panorama economico mondiale.