La politica commerciale degli Stati Uniti, guidata dal presidente Donald Trump , ha scatenato una vera e propria corsa ai negoziati da parte di oltre 50 Paesi , desiderosi di discutere i dazi annunciati dalla Casa Bianca. Le tariffe, che variano dal 10% al 20% , sono già entrate in vigore per alcune categorie di beni, mentre altre saranno formalmente introdotte il 9 aprile . Questi provvedimenti hanno generato reazioni contrastanti a livello globale, con segnali ambigui provenienti dall’amministrazione americana riguardo alla possibilità di modifiche o rimozioni in tempi brevi.
Un Quadro di Incertezza: Trump Tratterà?
Nelle ultime 24 ore, diversi funzionari dell’amministrazione Trump hanno rilasciato dichiarazioni che riflettono posizioni non sempre allineate. Kevin Hassett , direttore del National Economic Council , ha dichiarato ad ABC News che oltre 50 nazioni hanno contattato la Casa Bianca per avviare negoziati. Un messaggio simile è stato ribadito da Brooke Rollins , segretaria all’Agricoltura, che ha sottolineato come “le linee della Casa Bianca siano infiammate” dalle richieste di dialogo.
Secondo Hassett, questi Paesi stanno cercando di negoziare perché comprendono che saranno loro a dover sostenere gran parte del peso delle tariffe. Tuttavia, il segretario al Commercio, Howard Lutnick , ha chiarito in un’intervista a CBS che i dazi “di base” al 10% rimarranno in vigore “per giorni e settimane”. Lutnick ha aggiunto che Trump intende “resettare il commercio globale” e proteggere le aziende che investono negli Stati Uniti, lasciando intendere che non ci saranno marce indietro immediate.
Israele e il Primo Faccia a Faccia con Netanyahu
Trump si prepara ad affrontare il tema dei dazi nel suo primo incontro ufficiale con un leader straniero dopo l’introduzione delle tariffe. A Washington è atteso il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu , che discuterà non solo del regime tariffario, ma anche di questioni legate alla sicurezza, agli ostaggi e alla situazione a Gaza.
Israele, nonostante il forte sostegno militare ricevuto dagli Stati Uniti, è stato colpito da tariffe del 17% . Netanyahu ha espresso la speranza di poter trovare una soluzione durante i colloqui con il segretario al Commercio, Howard Lutnick, e con l’inviato speciale per il Medio Oriente, Steve Witkoff . Questo incontro rappresenta un banco di prova per la politica commerciale di Trump, che dovrà bilanciare gli interessi strategici con le esigenze economiche dei suoi alleati.
La Risposta dell’Unione Europea
L’ Unione Europea , colpita dai dazi del 20% , ha ribadito la propria disponibilità a negoziare con gli Stati Uniti. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen , ha espresso la sua “profonda preoccupazione” per l’impatto delle tariffe, sottolineando i danni diretti e indiretti che queste misure stanno causando, anche alle nazioni più povere del mondo.
In un colloquio telefonico con il primo ministro britannico Keir Starmer , von der Leyen ha evidenziato che i dazi rappresentano “un importante punto di svolta per gli Stati Uniti”, ma ha anche chiarito che l’UE è pronta a difendere i propri interessi attraverso contromisure proporzionate , se necessario. La Commissione Europea ha ribadito che il dialogo rimane la priorità, ma non esclude azioni più decise per proteggere le economie dei Paesi membri.
Un Punto di Svolta per il Commercio Globale
Le tariffe introdotte da Trump rappresentano un momento cruciale per il commercio internazionale. Mentre alcuni Paesi cercano di negoziare per ridurre l’impatto delle misure, altri si preparano a rispondere con politiche protezionistiche simili, alimentando il rischio di una guerra commerciale globale.
Gli Stati Uniti, dal canto loro, sembrano determinati a utilizzare i dazi come leva per rinegoziare accordi commerciali e riequilibrare le relazioni economiche internazionali. Tuttavia, questa strategia comporta rischi significativi, sia per l’economia globale che per le relazioni diplomatiche con gli alleati storici.
Dialogo o Conflitto?
La politica dei dazi di Trump ha scatenato un’ondata di reazioni a livello globale, mettendo alla prova la capacità dei leader mondiali di trovare soluzioni condivise. Mentre oltre 50 Paesi cercano di avviare negoziati con Washington, l’incertezza rimane alta, alimentata da segnali contrastanti provenienti dall’amministrazione americana.
Le prossime settimane saranno decisive per capire se il dialogo potrà prevalere sul conflitto e se sarà possibile evitare una guerra commerciale che rischia di avere ripercussioni durature sull’economia globale. In questo contesto, il ruolo degli Stati Uniti come leader economico mondiale sarà messo alla prova, così come la capacità della comunità internazionale di rispondere in modo coeso e strategico.