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LA IENA DI SAN GIORGIO – Storia di un serial killer

La iena di San Giorgio è una leggenda popolare, per quanto macabra, spesso messa in scena nel teatro dei burattini. Narra la storia di un macellaio che confezionava salumi utilizzando carne umana e le sue vittime sarebbero state prevalentemente giovani donne.

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Per quanto possa sembrare inverosimile, il frutto di una storia creata appositamente per gli amanti del genere splatter, sembra che questa leggenda sia stata ispirata da un fatto realmente avvenuto presso San Giorgio Canavese (città metropolitana di Torino) nel marzo 1835.
In quel periodo ricco di tumulti e trasformazioni sociali, un tale Giorgio Orsolano, soprannominato “La Iena di San Giorgio”, divenne uno dei peggiori serial killer italiani.

Il primo crimine di Orsolano (secondo le cronache) avvenne nel 1823 e si concretizzò in un tentativo di stupro con sequestro di giorni 6, ai danni di tale Teresa Pignocco, reato che gli costò una condanna a 8 anni di carcere. Evidentemente la pena non fu rieducativa, come potrete facilmente immaginare.

Nel 1831 L’uomo fu liberato per buona condotta, si sposò, ebbe una figlia ed aprì anche una sua bottega.
Tutto sembrava essere tornato alla normalità ma nel 1834, la Iena di San Giorgio uccise brutalmente due giovani fanciulle di 10 e 9 anni, mentre nel 3 marzo 1845 fu la volta di una ragazzina di 14 anni, stuprata e poi fatta a pezzi dal mostro.
Proprio quest’ultimo terribile delitto fu la chiave per la sua cattura. Una parente della quattordicenne aveva visto Orsolano parlare con la fanciulla poco prima della sua scomparsa, e le indagini svolte dalle autorità portarono al ritrovamento, a casa dell’uomo, degli zoccoli indossati dalla vittima e dei brandelli del suo vestiario.

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A quel punto la “Iena di San Giorgio” tentò invano la fuga ma fu immediatamente braccato, ammanettato e trasportato presso il castello di Ivrea.
L’uomo, che inizialmente negò le sue colpe, confessò tutto in un momento di ebrezza, infatti gli ufficiali decisero di farlo ubriacare sperando che potesse rivelare i suoi crimini, e così avvenne..
Vista la sua attività, ossia la creazione di salumi e insaccati, la gente cominciò ad accusare il killer di antropofagia.
Il 13 marzo 1835, alla fine del processo, Orsolano fu condannato a morte e impiccato 4 giorni dopo presso il comune di San Giorgio Canavese.

Del fatto di cronaca vi è ancora traccia nel folklore locale, tramandato sotto forma di leggenda, ma anche nei faldoni dell’archivio di Stato dove è conservata la sentenza di morte del serial killer. Oltretutto nel Museo di antropologia criminale è custodito il calco della testa decapitata dell’atroce assassino.

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Della leggenda che trae origine dal fatto sopra descritto esistono diverse versioni, come per ogni storia che impreziosisce il folklore italiano, ma va certamente sottolineato che il famoso burattinaio Gualberto Niemen ha contribuito notevolmente alla sua divulgazione, ricostruendo la vicenda nel libro: “La iena di San Giorgio: storia di una vecchia leggenda: due atti per teatro dei burattini”; Altre versioni della stessa storia sono state proposte da Luigi Forti e da Guido Ceronetti.

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Data:

28 Gennaio 2024