L’emergenza COVID19, ormai, non è più solo sanitaria, ma anche economica. Per via delle necessarie misure restrittive, in effetti, il sistema produttivo italiano è ormai in ginocchio. Una crisi imponente, la più grave dal dopoguerra ad oggi, che ha coinvolto anche il calcio italiano – il terzo polo industriale del paese – costretto a fronteggiare un danno economico-finanziario imprevisto e di notevole entità per via dello stop dei campionati.
D’altronde, chi avrebbe mai potuto immaginare che quella che tutti, almeno inizialmente, ritenevano fosse una semplice e passeggera influenza, si sarebbe trasformata ben presto in una pandemia talmente letale da bloccare anche tutti i campionati di calcio?
E chi avrebbe mai potuto pensare che un dannato virus avrebbe portato alla limitazione della libertà personale e per così tanto tempo?
Ed è proprio il protrarsi nel tempo – al momento indefinito – di questa emergenza che, unitamente ad un bilancio in evidente affanno, ha indotto le società di calcio a prendere in considerazione anche il taglio dei compensi dei propri tesserati.
In realtà, i primi a ridursi lo stipendio sono stati i calciatori del Borussia Monchengladbach, del Dortmund e del Bayern Monaco.
Poi, a seguire, anche altri paesi hanno ricalcato l’esempio tedesco, tra cui Francia, Svizzera, Spagna e ora anche l’Italia dove, a fare da apripista, è stato Andrea Agnelli, Presidente della Juventus e dell’ECA (Associazione dei Club Europei).
“Juventus Football Club S.p.A. – si legge sul sito ufficiale – comunica, in ragione dell’emergenza sanitaria globale attualmente in corso che sta impedendo lo svolgimento dell’attività sportiva, di aver raggiunto un’intesa con i calciatori e l’allenatore della Prima Squadra in merito ai loro compensi per la restante parte della corrente stagione sportiva. L’intesa prevede la riduzione dei compensi per un importo pari alle mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno 2020. Nelle prossime settimane saranno perfezionati gli accordi individuali con i tesserati, come richiesto dalle normative vigenti. Gli effetti economici e finanziari derivanti dall’intesa raggiunta sono positivi per circa euro 90 milioni sull’esercizio 2019/2020. Qualora le competizioni sportive della stagione in corso riprendessero, la Società e i tesserati negozieranno in buona fede eventuali integrazioni dei compensi sulla base della ripresa e dell’effettiva conclusione delle stesse”.
Si tratta, dunque, di una riduzione di circa il 30% degli stipendi di quattro mensilità della prima squadra e dell’allenatore che permetterà alla Juve di risparmiare circa 90 milioni di euro. Un’autentica boccata d’ossigeno per le casse della società bianconera costretta anch’essa a fare i conti con l’emergenza COVID19. L’accordo tra società e calciatori è stato unanime, anche se facilitato dall’intervento di mediazione – con il resto della squadra – dai leader dello spogliatoio bianconero, Buffon, Bonucci e Chiellini.
Una mossa – quella bianconera – non solo importante, ma anche celere perché, di fatto, anticipa le mosse dell’Aic (Associazione Italiana Calciatori) creando un importante precedente sul fronte degli ingaggi. Il Presidente Damiano Tommasi, intanto, in attesa della prossima riunione, ha ribadito tramite le pagine de “Il Corriere della Sera” la sua posizione in merito: “ll momento è difficile e dobbiamo mettere delle priorità. Il calcio ora non lo è. Il tema della sostenibilità del sistema interessa anche a noi e vogliamo che venga preservato l’equilibrio economico. Siamo disponibili a fare la nostra parte. Ma prima bisogna capire se riprenderemo a giocare oppure no”.
Grande soddisfazione, invece, ha espresso il Presidente della Figc, Gabriele Gravina.
“L’accordo della Juventus – si legge su “La Gazzetta.it” – è un esempio per tutto il sistema. Ringrazio loro perché, nell’ottica della collaborazione che la Federazione auspica da giorni, hanno posto l’interesse generale al centro della loro interlocuzione con il club”.
In effetti si è trattato di una decisione concertata nell’interesse generale, autonoma e destinata, probabilmente, a fare da battistrada non solo nel calcio italiano, ma anche in quello europeo, dove le mosse di Agnelli, Presidente Eca, non passeranno inosservate.
Si tratta, infatti, del primo caso (non solo in Italia) di accordo sul taglio dei compensi con una formula contrattuale sicuramente inusuale e diversa dal solito, con la possibilità di rinegoziare, in buona fede, gli stipendi dei tesserati nel caso dovessero ripartire le competizioni sportive della stagione in corso.
Un aspetto, quest’ultimo, di non poco conto – anche se chiaramente figlia del drammatico momento in cui versa l’intero paese – ma in un mondo come quello del calcio, in cui solitamente non si fanno sconti a nessuno, questo è un bel segnale.
(Foto da adnkronos.com e web – si ringrazia)