La Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge del deputato PD Emanuele Fiano che rende reato l’apologia e la propaganda fatta tramite i simboli del fascismo. La proposta prevede da sei mesi a due anni di reclusione per chi fa saluti romani o vende materiale che richiama i regimi totalitari. A votare contro la legge, che ora dovrà passare al Senato per l’approvazione definitiva, sono stati Lega Nord, Movimento 5 Stelle e Forza Italia. La legge introduce nel codice penale un nuovo articolo, il 293-bis, che punisce “chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco”. Sarà quindi vietato fare il saluto romano, vendere oggetti che raffigurano Hitler o Mussolini o slogan e simboli chiaramente riferibili ai due dittatori o ai loro regimi. Le pene per chi commette queste reati saranno tra i sei mesi e i due anni e saranno aumentate di un terzo se il reato viene commesso su internet.
Non soltanto in altri paesi d’Europa, ma anche nel nostro Paese, sono sempre più frequenti gli episodi e le manifestazioni che richiamano apertamente concezioni apologetiche del fascismo e del nazifascismo. Non si tratta soltanto di fatti di valore simbolico, la cui gravità, peraltro, è indiscutibile. Spesso a queste manifestazioni ed episodi apologetici si accompagnano gesti, condotte e comportamenti violenti, intolleranti, razzisti, cioè tipici di una cultura e di una prassi che trae origine e spunto in periodi storici che hanno procurato in Europa e in Italia dittature e guerre, leggi razziali e discriminazioni, violenze e persecuzioni. Le ragioni per cui questo accade, sono ragioni che affondano le loro radici della nostra storia. Il rifiuto del fascismo e del nazifascismo sono ormai un patrimonio consolidato del Paese ed è per questo che non possono essere consentiti o tollerati comportamenti che intacchino questo patrimonio comune di civiltà democratica, di convivenza, di libertà, che del resto sta alla base della nostra Carta costituzionale. La cosa è poi particolarmente rilevante se si considera quello che succede nella rete, dove le pulsioni neofasciste e neonaziste, le istigazioni alla violenza in nome di tutto questo, le posizioni razziste e xenofobe sono dilaganti, raggiungendo milioni e milioni di persone. E capita spesso che ci sia chi a questi incitamenti fa seguire fatti e condotte criminose specifiche.
Ed è anche per questo che si deve porre riparo, anche innalzando qualche argine in più. Argine che non può essere solo legato ad un pur necessario inasprimento legislativo. Occorre, pertanto, mettere sempre di più in campo altri strumenti, altri anticorpi, che sono sociali, culturali.
Si è quindi, nel tempo, dovuta riconoscere l’insufficienza degli strumenti predisposti dal legislatore per la repressione di tali comportamenti individuali di propaganda. Fino a questo momento, infatti, l’apologia del fascismo è stata regolata dalla legge Scelba del 1952, – seguita dalla legge Mancino del 1993 – considerata però piuttosto permissiva. La legge Fiano è molto più precisa e severa della legge Scelba e, se sarà approvata definitivamente, limiterà molto di più la possibilità di riprodurre e diffondere immagini e propaganda legati al fascismo. Perché è necessario avvalersi di strumenti che ci consentano di affrontare in forme nuove la minaccia che viene alla vita delle nostre democrazie.
La legge ora dovrà passare al Senato, dove in teoria la maggioranza dovrebbe avere numeri sufficienti ad approvarla definitivamente.