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LA LETTURA COME ANTIDOTO ALL’IGNORANZA -Ugo Ricci e la prima biblioteca circolare

Il 10 Gennaio prossimo, ricorre il centocinquantenario della nascita del giornalista e scrittore napoletano Ugo Ricci. Nato nel 1875, morto nel 1940 fu poeta, prosatore ed umorista brillante ed arguto, la cui memoria, purtroppo, è stata quasi del tutto cancellata dalla cultura napoletana.

Iniziò la sua carriera giornalistica da giovanissimo mettendosi subito in luce per le sue doti letterarie tanto che, dopo collaborazioni con giornali umoristici culminate con l’apprezzata conduzione del celebre “Monsignor Perrelli”, fu chiamato al “Mattino” da Edoardo Scarfoglio, allora direttore di questa testata insieme alla moglie, la scrittrice Matilde Serao.

In questo contesto gli fu affidata la affermata rubrica “I Mosconi”, fondata dalla stessa Serao ed allora assai amata dai lettori e che Ricci fece diventare la più letta del giornale modificando.

Vista l’importanza dell’incarico, Ricci per l’occasione decise di modificare il suo pseudonimo da “Mascarillo” a “Tripleplatte”.

Con questo nuovo nome d’arte divenne tra i personaggi più conosciuti di Napoli, pur se allora la mancanza di cultura regnava sovrana, specie nell’ambito della piccola borghesia. Per questa ragione, egli decise di dar vita ad una biblioteca circolare gratuita, ovvero mettere a disposizione del pubblico libri da leggere e poi restituire, come oggi si fa abitualmente in molti contesti, scuola per prima.

Questa geniale iniziativa voleva stimolare alla lettura coloro che non lo facevano, oltre che per ignoranza, anche per motivi economici.

Stranamente (ma forse non così tanto) la sua idea fu estremamente osteggiata e criticata, soprattutto dagli Scarfoglio. La  sua tenacia e caparbietà, però, ebbero la meglio tanto che, non molto tempo dopo, piovvero sulla redazione de “Il Mattino” oltre ventimila libri e volumi a disposizione per la lettura e la consultazione!

Fu una personalità particolare quella di Ugo Ricci, descritto dalla moglie, oltre che come testardo, come uomo dall’umore mutevole ma capace di diffondere ovunque si trovasse allegria e buonumore con le sue battute, proverbi ed elegie, il tutto espresso in forma semplice, tanto più apprezzata in un momento in cui imperversava il ridondante stile dannunziano.

Ricci lasciò una abbondante produzione letteraria, se pur messa in ombra dalla sua brillante fama di giornalista. Apolitico, non aderì al Partito Fascista e ciò gli causò non pochi problemi, oltre ad un licenziamento con la scusa di raggiunti limiti di età.

Morì nel 1940 malato e quasi cieco.

Ricordiamolo, oltre che per la lodevole e pionieristica iniziativa di promozione della lettura, con uno dei suoi tanti proverbi, assai adatto al nostro momento storico-sociale, e forse a tutte le epoche:

“Chi meno intende più deplora, disprezza e vilipende”.

Appunto.

                                                                    Emanuela Mari

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Data:

7 Gennaio 2025

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