La libertà è figlia unica andrà in scena venerdì 15 novembre alle ore 19 al Teatro del Lido di Ostia e dal 21 al 26 gennaio al Teatro Trastevere -Rm-
E il risultato è un tornado di emozioni.
L’incontro tra queste due realtà, ossia CDMX e l’ass. cult. Ile Flottante, che da anni operano su un territorio complicato come quello del Municipio X di Roma (che ha concesso il patrocinio gratuito per questo spettacolo), ha visto la nascita de La libertà è figlia unica.
La regia sposa in pieno la linea drammaturgica, evidenziandola e mettendola a fuoco.Ho scelto di mettere in scena anche ciò che sarebbe potuto passare attraverso la proiezione, ossia una parte delle interviste, per non confondere, per prendere per mano lo spettatore, per non dargli la possibilità di distogliere lo sguardo da corpi vivi che quotidianamente vivono la condizione di disabilità.
Il testo è semplice, diretto, comprensibile anche da chi non ha confidenza con il linguaggio teatrale.
La recitazione è nuda e realistica.
Così come è reale e tangibile ciò che raccontiamo.
La drammaturgia musicale e il testo si sono sviluppati quasi di pari passo. Da subito ho scelto due musicisti che nella vita, per un motivo o per l’altro, hanno avuto familiarità con questo mondo: Ezio Bosso e Ren. All’interno del disegno sono loro a vestire i panni della parte maschile mancante, infatti Davide, che è il protagonista di questa storia, non si vede mai ma la sua presenza è suonata in ogni nota e in ogni dialogo che le 4 attrici interpretano.
Breve sinossi
In una società fortemente abilista, improntata su stereotipi di bellezza assurdi e che richiede prestazioni personali sempre più elevate, non c’è niente di scontato o semplice quando la condizione di disabilità entra a far parte di una famiglia.
Aprire uno spaccato su questo mondo, senza pietismo e senza paura, è ciò che facciamo.
Ad aiutarci nella comprensione di questa complessa dimensione ci sono anche testimonianze reali di fratelli e sorelle di persone con disabilità, raccolte da Pamela Pompei nel docufilm “Attraverso Te, storie di Siblings”.
Chi è un o una Sibling?
Perché esiste una parola per definirlə?
Che cos’è, un’altra etichetta? L’ennesimo stigma affibbiato alla disabilità?
A volte le etichette non sono poi così dannose, in alcuni casi ci aiutano ad evitare di bere la candeggina, ad esempio.
In questo caso portano alla luce una realtà.
Altra.
Troppo spesso sommersa, che con gran coraggio resiste e soprattutto esiste.
Il progetto dell’Associazione culturale Ile flottante nasce da un’esigenza personale di parlare di disabilità ma senza fare perno sul solito pietismo, né sulla strabiliante abilità di alcune persone con disabilità.
Ho un fratello paraplegico di 59 anni, che ha avuto la poliomielite a 8 e vivo da sempre in questo mondo.
Ho tentato, con questo testo, di raccontare l’umanità di questa condizione, quel lato che spesso non viene nemmeno preso in considerazione.
Basta pensare, ad esempio, che solo nel 2013 in Italia si è iniziato a parlare di sessualità riferita a persone con disabilità, fino a quel momento non avevano nemmeno “il diritto di pensare al sesso”, con tutto quello che poi comporta un’elevata produzione di ferormoni e testosterone.
Il lavoro parte anche da un’intuizione che già attraversava un mio monologo andato in scena per la prima volta nel 2017 in Austria:
in quel testo avevo catturato un disagio che solo nel tempo sono riuscita a capire, ossia la paura provata davanti ad una persona nello spettro autistico.
La sua apparente incomunicabilità e aggressività mi avevano spaventata nonostante la familiarità con la disabilità.
È facile cadere nel tranello della paura, più facile di provare a capire.
Da lì, una serie di riflessioni mi ha portata a ciò di cui volevo parlare: come e cosa riverbera la condizione di disabilità in famiglia.
Sono partita da quello che mi circondava, ho intervistato madri, padri, fratelli e sorelle di persone con disabilità, ho conosciuto famiglie nelle più disparate condizioni. Tutte avevano una cosa in comune, si sentivano abbandonate.
Poi ho incontrato Pamela Pompei.
Pamela è la vice presidente del Comitato Disabilità Municipio X, un’associazione di promozione sociale.
Per dare sostegno, accogliere, e indirizzare chi, come noi, vive una condizione di disabilità ogni giorno, ha creato con Emanuela Borin (Presidente del Comitato) e un nutrito gruppo di famiglie, questa realtà che ad oggi conta più di trecento nuclei familiari al suo interno.
Nella sua vita precedente (come spesso la definisce lei stessa) era una fotografa professionista e per il Comitato ha prodotto, diretto e ideato due splendidi docufilm che toccano la condizione di disabilità:
il primo è “La lingua degli Alieni” https://youtu.be/ydzN_dHpIO8?si=wQwRaH59LmnzRaNF con la partecipazione di Pif e poi è arrivato “Attraverso Te, storie di Siblings” https://youtu.be/HG4LbyNXLUs?si=xCUiybxXX-7mdGrv con la voce di Gigi Proietti.
Questo è stato il momento in cui ci siamo incontrate.
Io ero uno dei siblings che portavano la propria testimonianza e, grazie a questo lavoro, ho trovato un’identità, ho capito di far parte di un gruppo di persone, che vivevano la mia stessa vita.
Rendermi conto di essere parte di qualcosa ha dato forza ai miei pensieri e alle mie intenzioni.
Da lì ho iniziato a lavorare in modo diverso a La libertà è figlia unica e quando, alla fine, ho chiesto a Pamela se potevo inserire all’interno dello spettacolo alcune delle interviste di “Attraverso Te, storie di Siblings” fu come se il dubbio, l’indecisione, la nebbia, che, in qualche modo mi impediva di vedere il risultato, si dipanassero.
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Per altre info:
https://www.instagram.com/lalibertaefigliaunica/?igsh=M3V0cmR3OXdrdXJk link alla galleria fotografica sul profilo instagram
Lara Panizzi larapanizzi@hotmail.it ; info@ileflottante.org
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