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La minaccia terroristica resta attuale e concreta, lo rivelano gli 007

Il cyber spionaggio, il terrorismo, l’immigrazione. Temi fondamentali nella vita politica e sociale del nostro Paese, eppure quante volte riusciamo ad affrontarli in maniera lucida e coerente? Quante volte riusciamo ad effettuare una disamina attenta di queste tematiche, e quante altre volte lasciamo invece che a prevalere sia un’analisi dettata da notizie false e imprecise?

Ciò che è certo, è che nel corso degli anni una delle fonti più attendibili per monitorare e per ricevere indicazioni utili sulla risoluzione di tali problemi è stata indubbiamente la relazione annuale dell’intelligence italiana riguardante la sicurezza del nostro Paese.

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Nella giornata di martedì mattina, è stata finalmente resa nota la relazione in merito al 2017. Una relazione che conferma i nostri sospetti e che ci rivela, una volta di più, quanto sia indispensabile mantenere l’allerta alta per contrastare le varie minacce che giungono non solo dall’esterno, ma anche e soprattutto dall’interno.

L’analisi dei servizi segreti, quest’anno, sembra concentrare le proprie attenzioni principalmente su quattro punti fondamentali o, se preferite, su quattro nemici che nel corso degli anni hanno conservato la propria pericolosità pur mutando le proprie caratteristiche.

1-L’hacking. Gli eventi di cyber-espionage meritano una particolare considerazione in vista delle imminenti elezioni legislative, le quali rischiano fortemente di essere condizionate da attività di spionaggio informatico. In modo particolare, occorre notare che l’obiettivo dei pirati informatici non è soltanto quello di far prevalere una fazione politica sull’altra, ma quello di generare elementi di discordia fra le varie classi sociali, al fine di destabilizzare la struttura e la coesione del nostro Paese. “(In passato) il filone dellecampagne di influenza, prendendo avvio con la diffusione online di informazioni trafugate mediante attacchi cyber, ha mirato a condizionare l’orientamento ed il sentiment delle opinioni pubbliche, specie allorquando queste ultime sono state chiamate alle urne” si legge nel rapporto.

cms_8496/3.jpg2– Il terrorismo. L’Italia continua ad essere uno dei Paesi più a rischio, non perché le misure di sicurezza intraprese negli ultimi anni non siano valide, ma perché nell’immaginario collettivo dei membri dell’Isis e delle varie associazioni jihadiste, viene percepita come uno degli obiettivi principali a causa della presenza all’interno del nostro territorio del Vaticano. “La minaccia terroristica resta attuale e concreta(…)Permane alto il livello della minaccia diffusa e puntiforme, e per ciò stesso tanto più imprevedibile” fa sapere l’intelligence. In modo particolare, le minacce sembrano provenire dai foreign fighters destinati a tornare in patria. Benché infatti la maggior parte dei terroristi, una volta raggiunto il Medioriente, abbia manifestato la tendenza a rimanere entro il teatro di guerra siriano-iracheno, non è escluso che all’interno delle nazioni europee possa crearsi una rete di collegamenti che permetta agli jihadisti prima di rientrare nel proprio Paese d’origine e, in seguito, di passare all’azione.

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3– L’immigrazione clandestina. Come sappiamo, l’Italia è uno dei Paesi europei più vicini alle nazioni nordafricane. Malgrado si pensi che i flussi migratori giungano esclusivamente dalla Libia, i dati ci dimostrano il contrario. Decine di migliaia di immigrati giungono ogni anno da diverse nazioni magrebine, tra cui Algeria e Tunisia; un flusso migratorio che, a causa della sua natura occulta, si sta rivelando assai più difficile da controllare del previsto. Numerosi sono infatti gli sbarchi effettuati sotto costa per eludere la sorveglianza, il che, ovviamente, aumenta esponenzialmente il rischio che nell’ambito di questi sbarchi vengano infiltrati elementi pericolosi per la nostra società, se non perfino dei terroristi. Negli ultimi mesi è stata registrata una lieve diminuzione degli sbarchi, ma questo risultato, avverte l’intelligence, potrebbe essere destinato a non durare nel tempo a causa dell’incertezza geopolitica dominante nelle nazioni nordafricane.

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4– L’anarco-insurrezionalismo. Sembra di essere ritornati negli anni Settanta poiché, a detta dei nostri 007, l’Italia starebbe vivendo una minaccia assai meno conosciuta delle altre ma non per questo meno infima: l’anarco-insurrezionalismo. Le spinte anti sistema nel corso degli anni stanno tornando ad essere sempre più radicali e violente, forse anche a causa del crescente disagio economico della popolazione. Una folta schiera di cellule anarchiche sarebbe pronta a passare all’azione nei prossimi mesi, se solo dovessimo abbassare la guardia. Inoltre, l’intelligence ha attribuito un attentato avvenuto presso la stazione dei carabinieri di Roma nel dicembre scorso ad un’associazione insurrezionalista auto denominatasi “Santiago Maldonado”, in onore di un desaparecido argentino.

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In situazioni come questa, è molto difficile far coincidere la prudenza e la dovuta attenzione alla sicurezza nazionale con quella calma indispensabile per non far sfociare il clima di tensione in una gigantesca isteria collettiva. Difficile dire se i pericoli presentati dall’intelligence nella propria relazione si concretizzeranno; ciò che è certo, è che le semplici indicazioni dei nostri 007 sono utili ma non sufficienti a rendere la nostra nazione un posto più sicuro: serve che la nostra classe dirigente traduca queste indicazioni in azioni concrete e tangibili. Serve, in altre parole, che alla teoria segua la prassi. Solo così potremo sperare, se non di annullare, quantomeno di ridurre le minacce legate al terrorismo e alla criminalità.

Data:

21 Febbraio 2018