Il Prof . Antonio Giordano e’ oncologo, patologo Direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine di Philadelphia, presidente del Comitato Scientifico della Human Health Foundation Onlus, e professore di Anatomia e Istoloigia Patologica presso il Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Neuroscienze, presso il Laboratorio di Tecnologie Biomediche ed Oncologia Sperimentale dell’ Università di Siena.
Prof. Giordano , lei e’ oncologo, ricercatore a Philadelphia ed e’ stato tra i primi a denunciare il fenomeno della terra dei fuochi, ci racconti…
“Tutto ha avuto inizio oltre quaranta anni fa quando mio padre descriveva i suoi studi sull’ambiente e sull’incremento dell’incidenza delle neoplasie come risulta dai suoi lavori scientifici e dal suo libro, edito da Politica Meridionalista: “Salute e Ambiente in Campania”. In questo testo, a dispetto di coloro che negano e continuano a negare il nesso di causalita’ tra l’aumento delle neoplasie e i rifiuti tossici – mio padre, dopo aver realizzato una completa caratterizzazione del territorio, segnalava come sostanze notoriamente nocive ed oncogene il cromo esavalente, il cromo trivalente, le esalazioni di difenile e l’ossido di definile, il benzene, riuscendo ad identificare le aziende in cui le stesse erano presenti ed evidenziando che tale identificazione rendeva altamente plausibile un consistente aumento della mortalita’ per cancro tra le popolazioni esposte.
In sostanza, arrivava ad alcune drammatiche conclusioni a cui, giunge a quaranta anni di distanza, il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanita’.
Alcuni anni dopo, ho voluto proseguire il suo lavoro, ma proprio come mio padre ho incontrato la diffidenza e l’opposizione di tanti che provavano a scoraggiarmi o ad indicarmi come un allarmista. Poi, nel 2009 ho pubblicato un primo lavoro scientifico che dava fondamento alle mie teorie: analizzando i dati ottenuti dall’archivio nazionale delle schede di dismissione ospedaliere di pazienti colpite da cancro alla mammella, relativi alla finestra temporale tra il 2000 ed il 2005, il numero dei tumori mammari risultava superiore a quello riportato dagli organi ufficiali. Oltre quarantamila i casi non censiti, statistiche sottostimate del 26,5%, soprattutto nella fascia di eta’ tra i 25 e i 44 anni. Successivamente, nel 2011 ho coordinato un lavoro nel quale si evidenziava l’aumento delle morti per cancro in Campania (il 22% in piu’: + 9,2% per gli uomini e 12,4% per le donne) e delle malformazioni congenite, soprattutto urogentitali e del sistema nervoso: 82% in piu’ per le prime e 84% per le seconde, rispetto ai valori normali. Queste patologie si sono registrate nelle zone dove la gestione dello smaltimento dell’immondizia ha fallito e il traffico illegale di sostanze tossiche e’ stato ampiamente documentato.
Devo anche dire che il mio lavoro e’ stato supportato da quello di altri scienziati indipendenti, da associazioni, medici di famiglia e attivisti che, ciascuno per le proprie competenze, non hanno mai smesso di denunciare, dimostrando quello che accadeva nei territori devastati dallo sversamento illegale dei rifiuti e finendo, addirittura, – a mio avviso – col creare un “modello Campania” che dovrebbe essere preso ad esempio da altre regioni italiane, a partire dal Nord e sino al profondo Sud.”
Cosa racconta l’Istituto Superiore di Sanita’ nell’aggiornamento del rapporto sulla situazione epidemiologica nei 55 Comuni definito dalla Legge 6/2014 come “terra dei Fuochi”, in relazione allo smaltimento illegale dei rifiuti?
“Sostanzialmente l’Istituto Superiore di Sanità ha confermato l’aumento di decessi e patologie per la popolazione dei 55 Comuni Campani che costituiscono la “Terra dei Fuochi”, ammettendo un collegamento diretto tra le malattie e l’esposizione a sostanze tossiche. Ed infatti ha rilevato: “una serie di eccessi della mortalità, dell’incidenza tumorale e dell’ospedalizzazione per diverse patologie, che vedono fra i loro fattori di rischio accertati o sospetti l’esposizione a inquinanti emessi o rilasciati da siti di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi”. Si tratta di un grande passo in avanti. Nonostante le morti e le malformazioni accertate nella terra dei fuochi, molti, pur di non ammettere l’aumento di malattie determinate dall’esposizione ai rifiuti tossici, si sono trincerati dietro l’inesistenza o l’indimostrabilita’ del nesso di causalita’ tra la presenza di rifiuti tossici e l’aumento di tumori”
L’allarme riguarda anche i bambini?
“Nel mio libro, scritto a quattro mani con il giornalista Sky Tg24, Paolo Chiariello,: “Monnezza di Stato” evidenziai che gia’ nel 2006 lo scienziato Philip J landigran evidenziava l’aumento delle sostanze neurotossiche per lo sviluppo cerebrale. Alle sei originarie (piombo, metilmercurio, arsenico, policlorobifenili, e toluene) se ne sono aggiunti altri. Studi epidemiologici hanno dimostrato che gli eteri di difenile, il diclorodifeniltricloeratano, il manganese, il fluoruro ecc. potrebbero determinare gravi patologie come il disturbo da deficit di attenzione (ADHD) o la dislessia e sarebbero addirittura in grado di colpire il feto nel momento che la placenta, in presenza di queste sostanze, non sarebbe sufficiente a svolgere la sua funzione di filtro. La popolazione infantile, quindi potrebbe essere minata da deficit neurocomportamentali a danno dell’intelligenza e di comportamenti alterati. Da ultimo anche l’ISS ha rilevato: “eccessi di bambini ricoverati per tutti i tumori in entrambe le province di Napoli e Caserta, ed eccesso di incidenza e di ricoverati per tumori del sistema nervoso centrale rispettivamente per la Provincia di Napoli e di Caserta”.
Lei da anni si occupa di questa problematica…
“E’ vero e alcuni mi fanno notare che da anni ripeto ed insisto sempre sugli stessi concetti. Io rispondo che evidentemente non e’ stato fatto ancora a sufficienza per rimuovere il problema e che l’attenzione dell’opinione pubblica va mantenuta ancora alta, perche’ anche se per certi versi i comitati, le associazioni, la stampa indipendente hanno raggiunto il risultato di vedersi riconosciuta una realta’ negata per decenni in Campania. Tuttavia vi sono ancora molte realta’ da indagare in Italia e nel mondo”
Ha scritto anche un libro “Munnezza di Stato”, Minerva Edizioni, com’e’ nata l’idea e cosa denuncia?
“Munnezza di Stato” nasce dall’esigenza di diffondere la conoscenza della realta’ che viviamo; per sapere da cosa e da chi difenderci o almeno per provare a farlo; per educare i nostri figli ad essere migliori dei genitori. In questo libro, insieme al giornalista Sky Tg 24, Paolo Chiariello, abbiamo provato a descrivere “il modello Campania”. Da questa regione che non e’ l’unica ad essere vittima dell’inquinamento ambientale e’ partito un movimento popolare che ha scosso i mezzi di informazione attraverso giornalisti indipendenti, riuscendo a scuotere l’intero Paese. In sostanza abbiamo voluto evidenziare l’indissolubile legame tra malapolitica, imprenditoria, camorra e tecnici collusi che, nell’aggirare le leggi esistenti sullo smaltimento delle sostanze pericolose, agiscono nell’assoluta consapevolezza di danneggiare l’ambiente e la salute delle persone. La verita’ e’ che la legge del profitto viene anteposta alla salute dei cittadini”
La soluzione, una bonifica del territorio, ma i danni, ormai, su molte persone che vivono su quelle terre infuocate sono irreversibili?
“Sicuramente e’ prioritario bonificare le zone inquinate e monitorare con specifici screening la popolazione in modo da intervenire su eventuali malattie in maniera tempestiva. Quanto all’informazione ritengo che i cittadini ne sappiano molto di piu’ che in passato, anche se informare o essere informati non e’ mai abbastanza. Piu’ si indaga e piu’ si scopre: la nostra regione e’ una vera e propria bomba ecologica. Il territorio interessato e’ immenso. Molte le micce gia’ innescate. Si parte dalla periferia orientale di Napoli, all’irpinia dove ancora si pagano i danni derivati dall’Isochimica, l’azienda che, negli anni ottanta, si occupo’ della rimozione dell’amianto da tremila carrozze dei treni delle Ferrovie dello Stato italiane. Si arriva a Bagnoli e lasciando la terra dei fuochi si arrivera’ in altre regioni italiane come la Sicilia, La Sardegna, la Calabria, la Puglia, il Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte”
A proposito di Bagnoli c’ e’ stata un’ inchiesta sulla Q8
” Esatto, L’inchiesta sulla Q8 ha dimostrato che si sono smaltiti rifiuti tossici a Napoli est. In questi mesi ci sono stati casi di acqua nera all’odore di nafta e aria ammorbata da idrocarburi. Quella zona della città è una bomba ecologica e i cittadini si stanno mobilitando perché vogliono sapere quali conseguenze sulla salute”
Ma il dott. Mario Fusco, responsabile del Registro Tumori Asl Napoli 3, nega la correlazione tra i gas tossici emessi dalla terra dei fuochi e aumento dei tumori …
” I Presidenti delle Sezioni dei Medici per l’Ambiente delle Province di Caserta e Napoli, (International Society Doctors for Environment – ISDE Campania) dr Gaetano Rivezzi e Giuseppe Comella , alla luce della scandalosa risposta e all’accusa di omissione scientifica che il responsabile del registro tumori Asl NApoli 3 Sud fornisce alla pubblicazione del report del gruppo scientifico dell’ Istituto Superiore di Sanità sull’ accertamento di rischio sanitario per le categorie Donne in età Fertile e Bambini al di sotto dei 14 anni che vivono in 55 comuni delle Province di Caserta e Napoli e che subiscono un “accertato” inquinamento ambientale, hanno chiesto , al Governatore della Regione Campania e al commissario regionale dell’ Assessorato alla Sanità, di rimuovere il dott. Mario Fusco dall’ incarico assegnatoli dal ex governatore Caldoro”
Quali sono le motivazioni della richiesta di dimissioni del dott. Fusco?
“Le motivazioni di tale richiesta trovano fondamento sulla mancata e fallace azione di epidemiologia e prevenzione regionale ,che dura ormai da 10 anni ,che avrebbe dovuto fornire il supporto scientifico per una per una sacrosanta prevenzione di saluto materno infantile mai attuata in questi comuni nonostante lo stanziamento di 25 MILIONI di Euro a seguito della Legge 6 Febbraio 2013. L’ ostinata negazione di qualsiasi correlazione con il grave impatto d’ inquinamento può avere conseguenze gravi e di rilevanza penale per la qualcosa ci riserviamo di procedere a manifestazione pubblica, come è espresso nel comunicato stampa del dott. Gaetano Rivezzi Presidente ISDE Regione Campania Associazione Medici per l’Ambiente
C’e’ altra monnezza sotto il tappeto italiano?
“Sicuramente. Attualmente sono moltissimi i territori nazionali nei quali si tace sugli effetti catastrofici dell’inquinamento ambientale e dei rifiuti tossici, temendone i riscontri negativi in termini di vendita di prodotti alimentari, di turismo ecc. Purtroppo la Campania non e’ l’unica terra dei fuochi, ma solo la prima di numerose terre avvelenate. Basta pensare a Taranto, avvelenata dall’Ilva, ai fanghi tossici di Porto Marghera di Venezia pullulante di “fabbriche a nero”, a Brescia dove la Caffaro ha prodotto eccessi di pcb, a Roma con la discarica di Malagrotta la piu’ grande d’ Europa. Il mio parere e’ che dobbiamo fare di piu’, che non possiamo limitarci a registrare dati di morte. Bisogna bonificare, attivarsi maggiormente nella prevenzione, nelle campagne di screening, ma anche nell’emersione del lavoro nero, nella tracciatura dei manufatti e dei Tir di rifiuti, nel contrasto all’evasione fiscale”