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LA PACE NEL CUORE DI TUTTI

Alice passeggia per le vie del centro insieme al suo papà. E’ felice. Ogni fine settimana, il padre la porta con sé a fare un giro per la città. Una grande city che incanta la piccola. Lei tiene con gioia la mano di quello che considera l’uomo migliore del mondo e, dondolandosi un po’, intona una di quelle canzoni che le hanno insegnato a scuola. Gli occhi non si fermano in punti precisi, fanno giri di orbite enormi e si guardano intorno desiderosi di “gustare” ciò che capita a tiro. D’un tratto però, si bloccano.

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Alice vede un uomo appoggiato sul marciapiede intento a chiedere qualcosa. E’ capitato più di una volta e di solito lei li guarda sempre con tristezza mista a stupore. Quando chiede qualcosa ai “grandi”, la risposta è vaga. Le dicono che si tratta di immigrati, barboni, senzatetto, clochard. Generalmente (e non senza un pizzico di ipocrisia!) il discorso viene troncato spostando l’argomento su altro, con lo scopo di evitare di mostrare la dura realtà alla bambina (come se già non l’avesse davanti agli occhi!). In ogni caso, si tratta di termini dal carattere ben definito nella testa di una persona adulta ma non in quella di Alice. Stanca della sua ignoranza sulla materia, all’improvviso ritrae la mano, si stacca dal padre e si avvicina all’uomo chiedendogli come mai è seduto sulla strada. Alice è una bambina con una spiccata sensibilità ed una innata curiosità. La sua particolare intelligenza la conduce a domandarsi, non solo il perché di ogni situazione, bensì anche il come. La sua mente non perde occasione per tuffarsi nel mare della comprensione. Perché quella persona si trova sulla strada? Cosa chiede? Come mai è finita lì e vive in modo diverso da noi? I suoi quesiti battono forte nel cervello e adesso devono trovare una risposta. Il padre la lascia fare.

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Sa che uno spirito libero non può essere domato. Così Chiara inizia un dialogo con l’”uomo della strada”. Si chiama Harid, ha quattro figli, entra ed esce dai centri di accoglienza ed è scappato dal suo paese a causa della guerra. Dopo aver parlato attentamente con lui, Alice tira fuori dalla tasca due monete e gliele porge direttamente. Prima di allontanarsi, lo abbraccia. I bambini sono naturalmente belli dentro. Se non intaccati dal giudizio degli adulti, non hanno paura di mostrarsi per quello che sono. Non distinguono povertà da ricchezza, il loro animo è puro al punto di capire che sono solo due definizioni di modi di vivere diversi. Non indicano il valore e l’essenza di una persona. Alice questo lo sa. Poco dopo, riprende la camminata. Tuttavia la bambina non è più spensierata. Non canta nessuna canzone e cammina guardando dritta davanti a sè. Il papà che la conosce bene, le chiede cosa succede.

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Alice domanda con viso perplesso: “papà perché gli uomini decidono di fare la guerra? Non è meglio la pace?” In fondo le persone che vivono in condizione di serenità, dovrebbero essere felici. La bambina non si capacita del fatto che gli adulti litighino tra di loro per delle cose materiali quali, ad esempio, dei pezzi di terra, il petrolio ecc.. (almeno così le hanno detto a scuola!). Il padre di Alice, le risponde che non tutte le persone ricercano la pace e la felicità. C’è chi preferisce i soldi e pensando che questi siano il fulcro di ogni estasi, per averli farebbe del male a qualcuno. La bambina si intristisce. Non è possibile togliere la vita ad un’altra persona per qualche mucchio di denaro. Eppure accade. Ma Alice sa che la vera esplosione di felicità non è data dalla guerra e dal dolore. Ha visto lo sguardo di quell’uomo illuminarsi grazie ad un suo abbraccio. Alice regalando un gesto d’amore ad Harid, ha deciso che non farà volontariamente del male ad alcuno. La passeggiata si conclude con un sorriso poiché la piccola è consapevole di cosa vuole nella vita. Cercherà di portare la pace nel cuore di tutti. Anche quando gli animi saranno oscurati dal male. Alice è cosciente del fatto che in ogni uomo esiste un pezzo di cuore buono che non smette mai di battere.

Data:

31 Dicembre 2014