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LA PIAGA DEL COLONIALISMO

L’uomo è nato con l’idea che la Terra fosse una sua proprietà e, in quanto tale, da conquistare e trasformare in oggetto di scambio e possesso attraverso lotte e spargimenti di sangue. Questa è l’opinione germogliata come un seme nelle menti di personaggi ambiziosi e senza scrupoli che si sono susseguite nel corso dei secoli.

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L’uomo non si accontenta di ciò che ha davanti ai propri occhi perché è innato in lui il desiderio di ambire oltre l’orizzonte. Ha sempre voluto solcare nuovi mari e fare proprie terre sconosciute. Nonostante lo sguardo pieno di meraviglie, non è mai stato abbandonato dalla propensione di arrivare dovunque. Non è stato fermato dalla bellezza di cui è spesso circondato ma che, purtuttavia, quotidianamente inquina e tratta con noncuranza.

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Sì, perché l’uomo credendosi padrone del mondo ha pensato di poterne fare quello che vuole. Dal piccolo filo d’erba, all’essere vivente più grande. Addirittura è convinto di poter liberamente stabilire della vita e della morte di un altro uomo. Questo delirio di onnipotenza lo ha condotto in posti lontani, caratterizzati da prassi e modi di vivere differenti. Così l’uomo ha lasciato dietro di sé la terra in cui è nato per giungere altrove. Ma non si è limitato a esplorare nuove terre, assolutamente no. Lui ha voluto esportare i suoi modi di vivere e le sue abitudini. Ha deciso di essere portatore di democrazia (della sua, ovviamente!). Ha spogliato l’altro di quello che è e lo ha denudato della sua dignità. Poi ha deciso di tracciare nuovi confini e creare nuove ostilità.

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Come la guerra tra Tutzi e Hutu nel genocidio del Ruanda. Uno sterminio frutto di una discriminazione che risale ai tempi del colonialismo belga. Giunti in Africa, hanno deciso di distinguere due popoli in base alle loro caratteristiche somatiche dando vita ad un odio profondo culminato nel 1994 in una cruda e sanguinosa battaglia.

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I colonialisti hanno sempre avuto questa idea intrinseca di superiorità rispetto all’altro. A loro non è mai interessato conoscere davvero il modo di essere, le usanze e le consuetudini di popoli diversi. La verità è una sola, punto. Bisogna minimizzare l’essenza dell’altro e appiccicargli addosso qualcosa che non gli appartiene. Impossibile non riportare l’esempio dell’India, un altro modello di colonizzazione disastrosa. Qualche padrone d’Europa si è recato in modo frivolo e baldanzoso a contaminare anche quella terra.

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Dapprima ha guardato loro con disprezzo e poi con l’arroganza di chi pensa di poter insegnare civiltà e buone maniere a qualcun altro. E che dire dell’America? La situazione americana merita un’analisi particolare perché presenta dei paradossi senza via d’uscita. Gli Europei giunti e stanziatesi nelle Americhe non solo hanno ucciso e perseguitato coloro che vi vivevano in pace. Addirittura si sono recati nell’Africa più profonda a raccoglier schiavi da usare a proprio piacimento. Praticamente i primi sono stati sterminati per il semplice fatto di vivere in quella terra, i secondi invece, allontanati dalla propria per essere maltrattati e perseguitati. Una doppia persecuzione a cui non si fa molto caso ma che la dice lunga sul concetto attuale di democrazia americano.

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Quando il colonialismo non si insinua fisicamente in altri territori, cerca di giungerci per altre vie. Subdole e complesse. Ad esempio nei casi frequenti in cui è utilizzato per incoraggiare una guerra come mezzo per combattere idealmente un’altra nazione. Un tramite per pugnalare il cuore di un altro stato o continente. Stati uniti e Russia sono all’avanguardia su questo fronte, si combattono tra di loro silenziosamente e attraverso guerre che coinvolgono territori altrui ma interessi di entrambe. Il mondo è in gran parte nelle loro mani, e il tutto si gioca mediante una partita a scacchi infinita. Non si vince, né si perde. Ma le pedine vengono spostate continuamente avanti e indietro. E’ un gioco di poteri. In fondo all’uomo è sempre piaciuto dividersi il mondo. Farlo a pezzi è ciò in cui riesce meglio. Non che sia difficile per lui costruire ma gli viene più facile distruggere. Rimediare agli errori del passato richiede molta fatica e, soprattutto, una conoscenza della storia unita ad una capacità di lettura e di comprensione della coscienza molto elevata. L’unica consapevolezza che dovrebbe esserci è quella di sentirsi patriottici e uniti nei confronti e per la difesa di una sola terra, il mondo intero.

Data:

26 Luglio 2014