Il confronto tra Charles Baudelaire e Arianna Filomarino, pur consapevole delle profonde differenze di epoca, stile e contesto, può offrire uno spunto interessante per esplorare il tema del desiderio e della sensualità nella poesia. Baudelaire, uno dei massimi esponenti del Simbolismo e della poesia moderna, e Filomarino, autrice contemporanea, condividono una visione in cui il desiderio trascende la fisicità, diventando simbolo di forze universali e misteriose.
Nella poesia La Capigliatura, Baudelaire utilizza la capigliatura dell’amata come un elemento simbolico che incarna il desiderio e la scoperta di mondi lontani. I capelli diventano un oceano nero, un drappo teso di tenebre, che conduce il poeta in un viaggio onirico verso paesi esotici, profumi inebrianti e una dimensione quasi trascendentale del piacere. La sensualità si manifesta attraverso immagini vivide e potenti, in cui i sensi – il tatto, l’olfatto e la vista – sono esaltati. La capigliatura, pur radicata nel corpo, si trasforma in un portale per esplorare l’infinito e perdersi nell’ebbrezza del ricordo e del sogno.
Baudelaire rivela qui il suo tipico dualismo: il desiderio è fonte di piacere ma anche di inquietudine, una forza primordiale che lega il corpo all’anima e il concreto all’astratto. La lingua del poeta è sontuosa, ricca di metafore e simboli che amplificano l’intensità emotiva e sensoriale.
In Il sogno, Arianna Filomarino esplora il desiderio con una tensione altrettanto intensa, ma con uno stile più diretto e contemporaneo. La poesia racconta un incontro onirico in cui l’amore impudico diventa un rituale sacro, evocato attraverso la figura della Shakti, simbolo dell’energia femminile nella tradizione indiana. La dimensione fisica è centrale, ma, come in Baudelaire, non si esaurisce nel corpo: il desiderio conduce i due amanti in uno stato di unione totale, in cui i pensieri si dissolvono e prevale l’istinto.
La poesia di Filomarino, pur essendo più esplicita e immediata, condivide con Baudelaire la capacità di trasformare il desiderio in un’esperienza universale. La passione diventa un mezzo per superare i confini della razionalità e raggiungere una dimensione spirituale e trascendente.
Sia Baudelaire che Filomarino condividono una visione in cui il desiderio è una forza primordiale e universale, capace di trascendere il corpo e condurre a una dimensione di sogno e trascendenza.
CHARLES BAUDELAIRE
Charles Baudelaire (1821-1867) è uno dei più grandi poeti francesi e una figura chiave della letteratura moderna. Nato a Parigi, visse un’infanzia segnata dalla morte precoce del padre e dal difficile rapporto con il patrigno, eventi che influenzarono profondamente la sua sensibilità artistica e la sua visione del mondo. Dopo studi irregolari e un viaggio nelle Indie Orientali, che stimolò il suo interesse per l’esotico e l’immaginario, Baudelaire si stabilì a Parigi, immergendosi nella vita bohémien e iniziando a scrivere poesie, saggi e critiche d’arte.
La sua opera più celebre, Les Fleurs du Mal (1857), suscitò grande scandalo per i suoi temi audaci e la sua esplorazione del male, della bellezza e della decadenza. Sei poesie furono censurate per immoralità, ma il volume segnò una svolta nella poesia moderna per l’uso innovativo della metrica e delle immagini simboliche. Attraverso i suoi versi, Baudelaire esplora l’angoscia esistenziale, il conflitto tra ideale e realtà, e la ricerca del sublime nell’orrore e nel banale.
Baudelaire fu anche un critico d’arte visionario, anticipando le correnti simboliste e moderniste. Ammiratore di Eugène Delacroix e promotore dell’opera di Edouard Manet, fu tra i primi a intuire il potenziale dell’arte moderna. La sua prosa lirica, raccolta in Le Spleen de Paris, arricchisce il suo lascito letterario.
La vita di Baudelaire fu segnata da difficoltà economiche, problemi di salute e dipendenza da droghe. Morì a soli 46 anni, debilitato da una paralisi e dall’afasia, lasciando un’opera di straordinaria profondità e complessità che continua a influenzare generazioni di artisti e lettori.
La scelta
Si tratta di un inno sensuale e viscerale, una celebrazione dei capelli della donna come simbolo di mistero, bellezza e desiderio. I versi sono permeati da un linguaggio ricco di immagini e simboli che uniscono il mondo naturale e l’emotività umana in un’armonia evocativa e spesso esotica. Il poeta esplora l’idea dei capelli come un porto che custodisce ricordi, sogni e profumi, creando una sorta di alcova psichica, un luogo in cui i sensi sono acuiti e le emozioni si intrecciano con l’immaginazione. Baudelaire utilizza il corpo della donna come un microcosmo che racchiude il mondo, fondendo l’elemento fisico con quello metafisico, il desiderio carnale con la ricerca del sublime.
L’immagine dei capelli che si trasformano in una foresta di aromi, tra Africa e Asia, suggerisce una dimensione esotica e lontana, un luogo in cui il poeta si perde nel piacere sensoriale, un piacere che sfiora la divinità. La liricità dei versi si fa quasi ipnotica, invitando il lettore a immergersi nei profumi e nelle sensazioni evocati dal poeta. L’autore esprime il desiderio di farsi trasportare da un oceano di piacere, di “inebrio”, di “rollio” che richiama l’abbandono totale e la completa dissoluzione nell’esperienza sensoriale.
In questa poesia, Baudelaire celebra la potenza erotica e misteriosa della donna, usando la capigliatura come simbolo di un’energia sensuale che trascende la fisicità. Il poeta si abbandona completamente al desiderio, trasformando un gesto comune, come il toccare i capelli, in un viaggio che unisce il corpo e l’anima. La poesia rivela così l’ambiguità e la potenza della bellezza femminile, tanto fisica quanto spirituale, e la sua capacità di trascinare l’uomo in un mondo fuori dal tempo e dalla realtà.
ARIANNA FILOMARINO
È una poetessa e scrittrice nata a Taranto il 26 novembre 1969. Inizialmente una bambina fragile e malinconica, è diventata una donna forte e determinata grazie alla sua passione per lo studio e la lettura. Autrice di numerosi componimenti, ha ottenuto vari riconoscimenti. Tra le sue pubblicazioni ci sono il racconto per ragazzi La nonna scordatella, che affronta con delicatezza e un mix di sorriso e lacrime il tema dell’Alzheimer, e il romanzo Rapito in culla, che esplora il tema dell’amore tossico derivante da un disagio emotivo e sfociato in azioni dolorose. La sua silloge A tavola con gli dei, che raccoglie 104 poesie, è un viaggio nell’animo umano, nelle sue infinite sfumature. Tra le poesie incluse nella raccolta, Il sogno si distingue per l’intensità delle immagini e dei temi trattati, in particolare l’esplorazione di un amore impudico e della sua carica sensuale e spirituale. Conduce una vita riservata con la sua famiglia, i suoi amati animali e i suoi libri, che considera “la casa dell’anima”.
La scelta
I versi esplorano il desiderio e la passione in una danza sensuale e travolgente tra corpo e anima. La poesia si apre con un’immagine potente e audace, in cui l’amore viene definito “impudico”, subito seguita dalla ricerca di Himeros, la personificazione del desiderio nell’antica mitologia greca, un richiamo forte e diretto alla dimensione carnale dell’amore. Il linguaggio è carico di desiderio e di lussuria, in cui la donna si abbandona completamente alla passione, regalando il suo corpo e la sua energia in un momento di estasi. La scelta di termini come “nudati fianchi” e “lussuriosi” amplifica la sensualità, trasportando il lettore in un mondo dove la razionalità è messa da parte in favore di un’esperienza primordiale, guidata solo dall’istinto.
L’autrice inserisce un ulteriore strato di spiritualità attraverso il riferimento alla Shakti, la divinità indiana che rappresenta l’energia creativa e cosmica femminile. Con questo simbolo, l’autrice connette il desiderio carnale a una forza universale, elevando l’esperienza erotica a un livello trascendente. La nebbia dei respiri e l’estasi dei pensieri che si dissolvono suggeriscono un abbandono completo e un abbraccio tra fisico e metafisico, dove la mente non è più in grado di ragionare, e la passione diventa l’unica verità.
La poesia di Arianna Filomarino, sebbene intrisa di passione e sensualità, ha anche un lato spirituale che trascende il semplice desiderio fisico, mettendo in evidenza la forza e la sacralità dell’amore e della connessione tra due esseri. Il suo stile si muove tra il terreno e l’universale, con un linguaggio che invita a esplorare la profondità dell’esperienza umana, in cui il desiderio non è solo un impulso fisico, ma anche una ricerca di unità cosmica e trascendenza.
Complimenti alla splendida poetessa, molto calzante il raffronto tra i due,
dal punto di vista della sensualità.