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LA POESIA DEL VENERDI’ – Mario Luzi e Antonio Spagnuolo

L’incontro tra le voci poetiche di Mario Luzi, una delle figure più significative della poesia italiana del Novecento, e Antonio Spagnuolo, un autore contemporaneo che esplora nuove sfumature della condizione umana, offre un’opportunità di riflessione sull’evoluzione della poesia e sul suo continuo rinnovarsi.

Luzi, con la sua poetica intrisa di spiritualità e tensione esistenziale, ci presenta una visione del mondo profonda e meditativa. La sua poesia, spesso caratterizzata da una ricerca di trascendenza e da un dialogo con il mistero dell’esistenza, invita a esplorare le sfumature dell’anima umana. La poesia Avvento notturno, con il suo tono sospeso e solenne, esprime l’attesa e la riflessione sul tempo, mostrando come Luzi trasformi l’oscurità in un luogo di introspezione e di ricerca. Questo componimento evidenzia la capacità di Luzi di creare immagini potenti e universali, che parlano del nostro rapporto con l’infinito e la solitudine, e del bisogno di trovare significato nella quiete della notte.

D’altra parte, Spagnuolo, con la sua sensibilità contemporanea e il suo approccio lirico alla realtà, ci guida attraverso un percorso che esplora l’infinito e l’incertezza della vita. La sua poesia Infinito risuona con una forza emotiva che, pur mantenendo una dimensione riflessiva, si distingue per un linguaggio ricco di sfumature e di tensione. Spagnuolo esplora il desiderio di afferrare la bellezza della vita, nonostante le sue contraddizioni e fragilità. La sua scrittura si interroga sull’ineluttabilità del tempo e sulla ricerca di senso in un mondo che sembra sfuggire, utilizzando immagini forti e simboliche che mettono in evidenza la difficoltà e la bellezza della condizione umana.

Questo confronto tra due poeti di periodi diversi del Novecento mostra come la poesia rimanga uno strumento potente per esplorare l’esperienza umana. È un dialogo tra la ricerca di trascendenza e l’urgenza di comprendere il mondo presente, che ci ricorda come la poesia sia capace di svelare la bellezza e il dolore nascosti nelle pieghe della vita, offrendo significato anche nei momenti più oscuri e incerti.

Mario Luzi

È stato uno dei più grandi poeti italiani del Novecento, noto per la profondità spirituale della sua opera e per la costante ricerca di un senso nella condizione umana. Nato a Firenze nel 1914, trascorse gran parte della sua vita nella sua città natale, dove sviluppò il suo percorso letterario e accademico, diventando docente universitario e intellettuale di riferimento nel panorama poetico italiano.

Luzi iniziò la sua carriera poetica negli anni ’30, aderendo inizialmente all’Ermetismo, ma evolvendo poi verso una poesia più meditativa e aperta alla realtà. La sua opera affronta temi esistenziali e metafisici, esplorando il rapporto tra l’uomo, il tempo e il divino. Tra le sue raccolte più celebri, Avvento notturno (1940), Onore del vero (1957) e Per il battesimo dei nostri frammenti (1985), nelle quali la sua poesia si fa sempre più intensa e visionaria, cercando un dialogo tra l’individuo e il mistero dell’esistenza.

La sua scrittura è caratterizzata da un linguaggio raffinato e musicale, da immagini potenti e da una tensione costante verso la trascendenza. Luzi ha saputo coniugare la riflessione interiore con una forte attenzione ai mutamenti della società e della storia, mantenendo sempre una voce originale e inconfondibile.

Negli ultimi anni della sua vita, ricevette numerosi riconoscimenti, tra cui la nomina a senatore a vita nel 2004 per il suo contributo alla cultura italiana. La sua eredità poetica continua a essere un punto di riferimento fondamentale per la letteratura contemporanea.

La scelta

Mario Luzi, con “Avvento notturno”, ci offre una riflessione che trascende la mera esperienza del buio fisico, facendone un simbolo di attesa e di consapevolezza interiore. In questa poesia, la notte non è solo un calare delle tenebre, ma un luogo d’incontro tra la dimensione visibile e quella invisibile, tra il mondo naturale e quello spirituale. La descrizione della natura — i monti immobili, le fonti che gemono nel silenzio delle erbe oscure — evoca una sensazione di solennità, come se la terra stessa fosse pronta a rivelare un mistero.

L’autore utilizza il buio non come una fine, ma come una soglia, una condizione che precede l’arrivo di una presenza che si fa attesa e promessa. L’invito finale, “Tu pure in questa oscura notte vieni”, indica una comunione che va oltre la semplice percezione del mondo sensibile, un cammino verso un incontro più profondo e significativo, che si manifesta nel “cuore” di chi attende. Luzi esplora il tema dell’oscurità come luogo di rivelazione, ma anche come spazio di meditazione e riflessione esistenziale. La sua poesia sfiora il sacro e il misterioso, invitando il lettore a confrontarsi con le proprie ombre interiori in cerca di una luce nascosta, forse quella di una rivelazione spirituale.

Avvento notturno
Si fa buio, si fa buio e l’aria è spessa.
I monti stanno immobili nell’ombra
gravi, gravidi d’acque,
e le fonti s’udrebbero fluire,
gemere con lungo sussurro
in mezzo all’erbe oscure.
Tu pure in questa oscura notte vieni,
nel tacito fermento
delle radici e delle erbe, vieni
a chi, chiuso nell’ombra
del suo cuore, ti attende.

In questa composizione, Luzi ci introduce in un’atmosfera sospesa, dove il silenzio e l’oscurità sono attraversati da una tensione emotiva che anticipa qualcosa di nuovo e sconosciuto. La sua poetica, delicata ma intensa, ci invita a riflettere sulla solitudine, sul desiderio di connessione e sul senso di attesa che, in questo caso, non è mai vuoto, ma pregno di possibilità e significati. La sua poesia ci guida attraverso un percorso di introspezione, in cui ogni attimo di sospensione si carica di attese che potrebbero rivelarsi decisive, ma mai completamente definite. Luzi esplora con maestria il mistero dell’esistenza, lasciando aperta la possibilità che l’invisibile, il non ancora rivelato, possa essere il luogo di una profonda comprensione.

Antonio Spagnuolo

È un poeta e critico letterario italiano nato a Napoli nel 1931. La sua carriera si sviluppa tra la medicina, la scrittura e l’editoria, rendendolo una figura di rilievo nel panorama poetico contemporaneo. Ha affiancato alla sua professione di medico una profonda passione per la poesia, dedicandosi alla ricerca espressiva e alla riflessione sulla condizione umana attraverso la parola.

Spagnuolo è autore di numerose raccolte poetiche, tra cui Vespri (1995), Ritratto di Signora (2007), Istanti o frenesie (2016) e La tessitura del caso (2020), che hanno consolidato il suo ruolo nella poesia italiana del secondo Novecento e contemporanea. La sua scrittura si distingue per una tensione lirica intensa, una ricerca esistenziale profonda e un uso raffinato delle immagini, che trasmettono un senso di inquietudine e di continua interrogazione sul tempo, sulla memoria e sulla fragilità dell’essere.

Parallelamente alla sua attività poetica, ha svolto un’importante opera di critica letteraria e di promozione della poesia, curando la collana Le parole della Sibilla e dirigendo il blog Poetrydream, punto di riferimento per la poesia contemporanea italiana.

Attualmente, continua il suo percorso poetico con nuove pubblicazioni e contributi alla scena letteraria, mantenendo viva una poetica in costante evoluzione.

La scelta

La poesia Infinito di Antonio Spagnuolo esplora con intensità e un certo lirismo il conflitto tra desiderio e realtà, tra l’impossibilità di afferrare l’inafferrabile e il sogno di un qualcosa che sfugge continuamente. Il “risveglio dell’infinito” diventa il punto di partenza di un viaggio emotivo e filosofico, che si intreccia con il pensiero del poeta giovane, esposto alle sfide e alle tensioni del suo tempo.

Spagnuolo ci porta a riflettere sulla natura sfuggente del futuro e sulla tensione che nasce dal desiderio di trattenere un momento di felicità, un’immagine ideale che, tuttavia, non si realizza mai pienamente. La poetica dell’infinito diventa così un viaggio in un’epoca di fragilità e incertezze, dove la ricerca di senso spesso collide con la durezza di una realtà che sembra negare le promesse del futuro.

Il poeta, prigioniero di un orizzonte che sembra non offrirgli risposte certe, tenta invano di fermare il tempo e di riappropriarsi di un “nuovo giorno”, ma è consapevole che la ricerca rimarrà un’illusione. In questo senso, la poesia diventa una riflessione sulla fugacità della gioia e sulla lotta incessante per catturare un istante che si dissolve nel mutare del mondo e delle emozioni.

La presenza di “angeli sorpresi” e la “corteccia nuda” introducono un ulteriore elemento simbolico, che rimanda al continuo flusso di vita e morte, di illusioni e verità. L’illusione di raggiungere l’infinito è affascinante e pericolosa, come l’orizzonte che non si può mai oltrepassare, eppure il poeta continua a cercare, a lottare, a rimanere intrappolato in questa danza di tensioni tra il desiderio di eterno e la consapevolezza del suo sfuggire.

Infinito
Il risveglio dell’infinito è un percorso
che gioca con i miei vent’anni
dischiusi alle trafitte,
e corrompe le dimensioni oniriche
liberando tensioni.
Prigioniero dell’orizzonte tento di acchiappare
un nuovo giorno trattenendo negli occhi
e ridestando il tuo grido di gioia,
rubando tenerezze alla tua immagine
proiettata nel futuro inutilmente.
Nella nuda corteccia tutto riappare
all’intreccio degli angeli sorpresi
per quel mutevole spazio che appartiene
ad illusioni pericolose e affascinanti.

Spagnuolo, con il suo linguaggio potente e suggestivo, ci invita a riflettere sul nostro rapporto con il tempo, l’illusione e l’inafferrabilità. La sua poesia esplora il continuo gioco tra desiderio e realtà, tra la ricerca di significato e la consapevolezza che ciò che cerchiamo spesso ci sfugge. Il poeta ci spinge ad accettare l’impossibilità di afferrare il futuro ideale, ma ci mostra anche la bellezza e la tragicità di questa incessante ricerca. La lotta tra sogno e realtà diventa così un processo che arricchisce la nostra esistenza, facendoci comprendere che, pur nell’impossibilità di possedere l’infinito, è proprio la ricerca stessa a definirci. In questo percorso, la poesia di Spagnuolo diventa un atto di accettazione e di sfida, una continua tensione tra il desiderio di capire e l’accettazione dell’impossibile.

Gian Carlo Lisi

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Data:

21 Marzo 2025