L’indicatore “Electricity output, GWh/mn pop.” misura la produzione di elettricità di un paese in gigawattora (GWh) per milione di abitanti. Questo indicatore rappresenta la quantità di energia elettrica prodotta da un paese, normalizzata per milione di abitanti. Viene espresso in gigawattora (GWh) per milione di abitanti. La formula per calcolare l’indicatore è indicata di seguito: Electricity Output (GWh/mn pop). I dati sulla produzione totale di elettricità possono essere ottenuti dalle agenzie governative nazionali dell’energia, organismi internazionali come l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) o altre fonti di statistica energetica. I dati sulla popolazione sono generalmente raccolti da agenzie nazionali di statistica, censimenti e organismi internazionali come le Nazioni Unite o la Banca Mondiale. È un indicatore chiave del livello di sviluppo e innovazione di un paese. Una maggiore produzione di elettricità per milione di abitanti può indicare una infrastruttura energetica più avanzata e una maggiore capacità di supportare attività economiche e industriali innovative. Fornisce informazioni sull’efficienza energetica e sulla sostenibilità della produzione di energia elettrica in relazione alla dimensione della popolazione. Permette di confrontare la capacità di produzione elettrica tra diversi paesi, tenendo conto della loro popolazione, favorendo l’identificazione delle best practices e delle aree di miglioramento. Alti valori indicano che il paese ha una produzione di energia elettrica relativamente alta rispetto alla sua popolazione, suggerendo un’abbondante disponibilità di energia che può supportare lo sviluppo economico e tecnologico. Bassi valori indicano una produzione di energia elettrica relativamente bassa rispetto alla popolazione, che potrebbe rappresentare una limitazione per lo sviluppo economico e l’innovazione. In sintesi, questo indicatore offre una visione della capacità di un paese di produrre energia elettrica in proporzione alla sua popolazione, un aspetto cruciale per valutare il suo potenziale di innovazione e sviluppo sostenibile.
La produzione di elettricità pro-capite a livello globale nel 2022. L’analisi della produzione di energia elettrica pro capite a livello globale nel 2022 evidenzia significative differenze tra i vari paesi, riflettendo le disparità economiche, infrastrutturali e di sviluppo tecnologico. In cima alla lista troviamo Bahrain, Islanda e Norvegia, ciascuno con una produzione di energia elettrica pro capite di 100 GWh per milione di abitanti. Questi paesi beneficiano di risorse naturali abbondanti e infrastrutture avanzate. L’Islanda, ad esempio, sfrutta intensivamente le sue risorse geotermiche, mentre la Norvegia utilizza principalmente l’energia idroelettrica. Kuwait e Qatar, con rispettivamente 87,5 e 86,4 GWh per milione di abitanti, mostrano come le ricche risorse petrolifere e di gas naturale possano tradursi in un’elevata produzione di energia elettrica. Canada e Svezia, con 82,7 e 77 GWh rispettivamente, dimostrano l’efficacia delle loro politiche energetiche che combinano energia idroelettrica e nucleare per soddisfare la domanda interna. Gli Emirati Arabi Uniti e gli Stati Uniti, con 69,5 e 62,8 GWh per milione di abitanti, mostrano l’impatto delle loro grandi economie e delle loro infrastrutture energetiche avanzate. La Corea del Sud e l’Arabia Saudita, entrambi con una produzione di 55,1 GWh per milione di abitanti, riflettono il loro forte sviluppo industriale e il loro impegno nelle energie fossili e nucleari. Australia e Singapore, con rispettivamente 50,5 e 46 GWh per milione di abitanti, rappresentano economie sviluppate con un’alta domanda di energia elettrica per sostenere le loro infrastrutture tecnologiche e industriali. Giappone e Slovenia, con 39,9 e 39,4 GWh per milione di abitanti, dimostrano l’uso intensivo delle risorse energetiche e delle tecnologie avanzate per mantenere la produzione elettrica. Francia, Austria e Belgio, con valori rispettivi di 38,2, 38 e 37,3 GWh per milione di abitanti, evidenziano l’importanza del nucleare e delle energie rinnovabili nel loro mix energetico. La Federazione Russa e la Germania, con 36,8 e 33,9 GWh per milione di abitanti, mostrano il ruolo cruciale delle risorse fossili e del nucleare nella loro produzione energetica. I paesi dell’America Latina come Paraguay, Trinidad e Tobago e Uruguay, con valori di produzione variabili tra 32,4 e 18,4 GWh per milione di abitanti, riflettono l’uso delle risorse idroelettriche e delle risorse fossili per soddisfare la domanda interna. Brasile e Messico, con 14,2 e 13,2 GWh per milione di abitanti, evidenziano l’importanza dell’energia idroelettrica e delle risorse fossili nel loro mix energetico. I paesi del Sud-Est asiatico come Vietnam, Thailandia e Indonesia, con valori di produzione tra 12 e 5 GWh per milione di abitanti, mostrano una crescita economica in rapido sviluppo ma con una produzione energetica ancora limitata rispetto ai paesi più sviluppati. L’India, con 5,6 GWh per milione di abitanti, riflette il suo enorme fabbisogno energetico per sostenere una popolazione in rapida crescita, nonostante le sfide nella produzione e distribuzione di energia. L’Africa subsahariana, con valori estremamente bassi, come Nigeria (0,6 GWh) ed Etiopia (0,5 GWh), evidenzia le profonde sfide infrastrutturali e di accesso all’energia che limitano lo sviluppo economico e sociale. In sintesi, i dati mostrano come la produzione di energia elettrica pro capite sia strettamente correlata allo sviluppo economico, alle risorse naturali disponibili e alle politiche energetiche adottate dai singoli paesi. Mentre i paesi sviluppati possono vantare una produzione elevata grazie a infrastrutture avanzate e risorse energetiche abbondanti, molti paesi in via di sviluppo affrontano sfide significative nel soddisfare la domanda di energia, il che può ostacolare il loro progresso economico e sociale. Queste disparità sottolineano l’importanza di politiche globali mirate a migliorare l’accesso all’energia e a promuovere lo sviluppo sostenibile in tutto il mondo.
La produzione di elettricità pro-capite a livello globale tra il 2013 ed il 2022. La produzione globale di elettricità ha subito variazioni significative tra il 2013 e il 2022, con diversi paesi che mostrano incrementi o decrementi in percentuali e valori assoluti notevoli. Partendo dai paesi con maggiore crescita percentuale, il Botswana ha registrato un incremento del 340%, passando da 1,0 a 4,4. Un altro caso rilevante è la Cambogia, con un aumento del 733,33%, anche se il valore assoluto è modesto, da 0,3 a 2,5. La Moldavia ha anch’essa mostrato un’impressionante crescita del 142,55%, aumentando da 4,7 a 11,4. Questi incrementi sono significativi per paesi che partivano da una bassa base di produzione di elettricità. In termini di crescita assoluta, la Cina è in testa con un incremento di 12,2, passando da 14,9 a 27,1, seguita dall’Arabia Saudita con un incremento di 13,1, da 42 a 55,1. L’incremento della produzione in Cina è particolarmente rilevante data la sua già grande scala iniziale, sottolineando il continuo sviluppo industriale e urbano del paese. Il Vietnam ha anche visto un sostanziale incremento di 6,8, da 5,2 a 12, mostrando una crescita economica robusta e una crescente domanda energetica. Al contrario, diversi paesi hanno registrato decrementi sia in valore assoluto che percentuale. La più significativa diminuzione percentuale è stata osservata in Yemen, con una riduzione del 66,67%, da 1,5 a 0,5, probabilmente a causa di conflitti e instabilità politica che hanno compromesso le infrastrutture energetiche. Anche l’Estonia ha mostrato un drastico calo del 55,19%, passando da 46,2 a 20,7, riflettendo possibili cambiamenti nelle politiche energetiche o nella domanda. La diminuzione assoluta più alta è stata in Canada, con una riduzione di 6,0, da 88,7 a 82,7, seguita da Kuwait con una perdita di 12,5, da 100 a 87,5. Tra i paesi con riduzioni moderate, la Germania ha registrato un calo di 1,9, da 35,8 a 33,9, e il Regno Unito ha visto una diminuzione di 5,2, da 27,8 a 22,6. Queste riduzioni potrebbero essere legate a un incremento dell’efficienza energetica, alla transizione verso fonti rinnovabili o a cambiamenti nelle politiche di produzione energetica. Alcuni paesi hanno mantenuto una produzione stabile, con variazioni minime. Ad esempio, la produzione elettrica in Svizzera è aumentata solo di 0,1, da 38,6 a 38,7, mentre in Giappone è cresciuta di 0,2, da 39,7 a 39,9. Questo suggerisce una stabilità nei settori energetici di questi paesi, che potrebbero essere già altamente sviluppati e efficienti. È interessante notare come alcuni paesi abbiano aumentato la loro produzione nonostante situazioni economiche o politiche complesse. Per esempio, l’Iran ha incrementato la sua produzione di 3,8, da 15,1 a 18,9, mostrando un’espansione del settore energetico nonostante le sanzioni economiche internazionali. Anche il Bangladesh ha mostrato una crescita notevole del 84,62%, da 1,3 a 2,4, indicando uno sviluppo significativo delle sue infrastrutture energetiche. In Europa, paesi come Austria, Belgio, e Spagna hanno visto cambiamenti misti. L’Austria ha incrementato la produzione di 2,4, da 35,6 a 38, mentre la Spagna ha subito una riduzione di 3,5, da 30,2 a 26,7. Questi cambiamenti riflettono diversi approcci alle politiche energetiche, con alcuni paesi che spingono verso una maggiore produzione mentre altri cercano di ridurre l’output o di rendere più efficienti le loro reti. Il Medio Oriente mostra anche delle dinamiche interessanti. Mentre Bahrain ha quasi raddoppiato la sua produzione, passando da 50,4 a 100, con un aumento del 98,41%, Kuwait ha invece ridotto la produzione del 12,5%, passando da 100 a 87,5. Questi dati possono riflettere differenze nelle strategie di gestione delle risorse energetiche e nella risposta alla domanda interna ed esterna. In America Latina, paesi come Argentina e Brasile hanno registrato aumenti modesti del 4,73% e 12,70% rispettivamente, mentre il Cile ha visto un incremento più marcato del 13,19%, da 18,2 a 20,6. Questi incrementi suggeriscono una crescente domanda di energia in queste economie in via di sviluppo. Infine, alcuni paesi africani hanno registrato incrementi notevoli in termini percentuali. L’Etiopia, ad esempio, ha visto un incremento del 150%, anche se in valori assoluti è modesto, passando da 0,2 a 0,5. Questo indica un notevole sforzo per migliorare l’accesso all’elettricità, anche se partendo da una base molto bassa. In sintesi, i dati mostrano un panorama globale variegato in cui la produzione di elettricità è influenzata da una combinazione di fattori economici, politici e tecnologici. Mentre alcuni paesi hanno aumentato significativamente la loro produzione per soddisfare la crescente domanda o per migliorare le infrastrutture, altri hanno ridotto la produzione in risposta a politiche di efficienza energetica, cambiamenti nella domanda o instabilità politica. Queste dinamiche riflettono le complesse interazioni tra sviluppo economico, politiche energetiche e capacità infrastrutturali a livello globale.
Conclusioni. La produzione di energia elettrica pro-capite è cresciuta in media del 3,22% tra il 2013 ed il 2022 per i paesi analizzati. Vi sono dei paesi nei quali il valore della produzione di energia elettrica pro-capite è cresciuto assai più della media di periodo ovvero: Cambodia con +733,33%, Botswana con +340,00%, Etiopia con +150,00%, Moldova con +142,55%, Vietnam con +130,77%. Vi sono inoltre dei paesi nei quali il valore della produzione dell’energia elettrica pro-capite è diminuito in modo rilevante ovvero Macedonia del Nord con -26,04%, Namibia con -38,71%, Estonia con -55,19%, Lussemburgo con -61,07%, Yemen con -66,67%.
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Fonte: Global Innovation Index
Link: https://prosperitydata360.worldbank.org/en/indicator/WIPO+GII+64
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