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LA PRUDENZA, GUIDA DELLE ALTRE TRE VIRTU’ CARDINALI

Ancora una volta, uno fra i migliori esempi di imprenditoria del Sud, la casa editrice Laterza di Bari, ha fatto breccia nella passione triestina per gli eventi culturali, con un nuovo ciclo di Lezioni di Filosofia pronto ad animare la città Giuliana. Il tema dell’iniziativa di quest’anno – che gode del patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune e della Fondazione CR Trieste, oltre che della partnership del quotidiano “Il Piccolo” – riguarda “Le 4 virtù cardinali”, e si annuncia già seguitissimo dalla cittadinanza.

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Nella mattinata domenicale – favorita da un clima di incipiente primavera, che ha fatto da sfondo ad una tenace attesa in ammirevole compostezza -, un nutrito numero di triestini ha affollato la sala del Ridotto “Victor de Sabata” del teatro Verdi per seguire la prima delle quattro conferenze. L’appuntamento, che ha fatto registrare il tutto esaurito, è stato introdotto dal giornalista Pietro Spirito e condotto dal filosofo Remo Bodei, che ha trattato il tema della prudenza. Attraverso la sapiente esposizione del precipuo carattere attribuitole nel corso dei tempi, è stata posta in luce la più corretta prospettiva con cui, ai nostri giorni, dovremmo tenere in conto tale virtù cardinale per indirizzarci verso un più opportuno discernere, in ogni frangente della nostra esistenza, non facendoci sopraffare da un eccesso di “cautela e moderazione”.

L’invito dell’insigne filosofo è stato inteso come una rivisitazione del pensiero di Voltaire, che considera la prudenza come una “sciocca virtù”, in linea con “paura e incertezze”. Al contrario, bisognerebbe inquadrarla “come per millenni è stata considerata, quale forma più alta di saggezza pratica”.

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Identificata da Aristotele quale phronesis, dotata della elasticità del piombo del regolo lesbio pieghevole in conformità dell’oggetto da misurare, la prudenza è capacità di discernimento in base alla ragionevolezza, che non segue schemi fissi ma si adegua a ciò che è mutevole nel tempo e, pertanto, presuppone scelte nel presente che, grazie all’esperienza già acquisita, si potranno adattare alle situazioni future. Similmente, si era posto il termine latino prudens a indicare chi, distinguendo il bene dal male, scansava i pericoli nel presente, ponendosi in grado di salvaguardare la propria incolumità per il futuro.

Così come la iuris prudentia, pervenuta dall’antica Roma, ha ricercato l’adeguamento delle norme di diritto generale alle varianti, da interpretare in modo non arbitrario nelle particolari situazioni in atto, la virtù cardinale della prudenza deve essere esercitata in quanto “capacità di prendere le migliori decisioni in situazioni concrete, applicando criteri generali a casi particolari”.

cms_8747/4v.jpgD’altra parte, densa di significato è la stessa rappresentazione iconografica della prudenza quale figura femminile che, seduta su un trono, con la destra regge uno specchio, come invito a prendere cognizione di se stessi per conseguire la capacità di discernimento e di scelte adeguate, sapendosi guardare alle spalle dall’incombenza di pericoli. Raffigurato nella mano sinistra, invece, il serpente simboleggia lo snodarsi del ragionamento nel soppesare le decisioni da prendere; d’altra parte, ciò è sinonimo di quel fare circospetto, proprio dei serpenti, che il Cristo aveva raccomandato agli Apostoli mandati come agnelli in mezzo ai lupi.

Infine, nella trattazione di questa virtù cardinale rispetto alle altre tre (temperanza, fortezza e giustizia), va evidenziata la qualifica di “Auriga virtutum”, attribuita da Tommaso D’Aquino alla prudenza come “guida” per le altre virtù. La prudenza ne orienta infatti lo scopo precipuo in base alle proprie caratteristiche di equilibrio e ponderatezza, atte a scongiurare le derive di un agire forsennato secondo prese di posizioni fanatiche e arbitrarie che, purtroppo, ai nostri giorni, sembrano avere un deprecabile sopravvento.

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Data:

23 Marzo 2018