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LA RIGENERAZIONE URBANA

La rigenerazione urbana, per dirla in termini facilmente comprensibili, è un sistema urbanistico riparatore di quanto i Piani Regolatori Comunali non hanno previsto o non hanno realizzato a completamento delle zone d’espansione, ovvero aree a servizi per la residenza, aree a verde pubblico e tutto ciò che riguarda le infrastrutture, ai fini di una migliore e funzionale vivibilità delle realtà urbane. Nelle more di attuazione di tali opere, nelle varie realtà urbane, le occasioni per adempiere a queste incombenze non sono mancate, anche attraverso misure di sostegno, varate con provvedimenti legislativi centrali e regionali, nonché comunitari. Ciononostante i ritardi si sono accumulati e, a volte, ci sono state delle negligenze non trascurabili. La rigenerazione urbana è uno strumento urbanistico finalizzato ad un ottimale decoro urbano, all’eliminazione del degrado sociale e della marginalizzazione delle periferie (Pirp), alla realizzazione di funzionali collegamenti tra le varie zone e di quant’altro possa concorrere a produrre un “habitat sostenibile”.

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Il concetto di rigenerazione urbana scaturisce da direttive e orientamenti maturati nell’ambito di scelte prioritarie dei governi locali per la risoluzione e la realizzazione di opere infrastrutturali, direttamente interconnesse alle volumetrie residenziali esistenti, per rendere più agevole e funzionale il contesto urbano. Tutto ciò ha ricevuto anche, come già detto, un input di grande valenza dalle direttive comunitarie, come il “Fondo europeo di sviluppo regionale” 2007/2013, a cui si sono ispirate le leggi e le normative regionali per accedere a tali stanziamenti. In questa ottica la riqualificazione urbana, se puntualmente e perentoriamente messa in atto, diventerebbe un sistema urbanistico ordinario, continuativo e coordinato (anziché evento straordinario o episodico per aree fatiscenti), che trasformerebbe spazi e aree pubbliche abbandonate, dismesse, di degrado, per ridarle in uso ai cittadini come occasioni di relazione e di socializzazione, nonché l’opportunità di creare un’attrattiva culturale-artistica con relativo sviluppo economico, che si tradurrebbe in crescita e benessere per la comunità.

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Sarebbe opportuno che d’ora in avanti le amministrazioni locali (di qualunque collocazione politica) prestino più attenzione a tali problematiche, anche in funzione di quanto la contestuale calamità della pandemia da Covid-19 ci ha insegnato, per assicurare ai cittadini una più sana e salutare vivibilità, soprattutto nelle grandi città. L’occasione è quella giusta, perché il decreto del Ministro dell’Interno del 02 aprile integra la disposizione dei Comuni di contributi da utilizzare per progetti di rigenerazione urbana, in conformità delle richieste informatizzate per il triennio 2021/2023. Nello specifico il raggio di interventi è molto ampio, comprendente anche la “mobilità sostenibile” e i costi per la progettazione esecutiva; tali opere, però, devono essere parte integrante della programmazione annuale o triennale degli enti locali e conformi allo strumento urbanistico comunale. Ottenuto il contributo, i Comuni potranno indire le gare pubbliche per l’affido dei lavori, entro termini prestabiliti, in funzione dell’entità e rilevanza dei lavori; le richieste dei Comuni dovranno, comunque, essere inviate entro il 04 giugno. L’ auspicio quindi, è quello che tutto vada nel verso giusto, sia per rendere le città più vivibili, rendendo l’area urbana a misura d’ uomo e più sostenibile, attraverso la qualità del decoro urbano (servizi e attività sociali, culturali, sportive, educative), sia per rimettere in moto l’edilizia e tutto il suo vasto indotto, in una dimensione diversa ma comunque vitale per la ripresa del settore, nonché per l’economia generale del Paese.

Data:

28 Aprile 2021