Nel giorno del suo quarantesimo compleanno, un’altra indagine è stata assegnata al commissario Lolita Lobosco, della sezione omicidi della Questura di Bari: Il mare ha restituito i corpi senza vita di due giovani fidanzati che, insieme con altri amici, erano usciti per un’immersione subacquea nei pressi di un relitto al largo del Porto di Bari. Eppure qualche indizio non quadra e quando arrivano i risultati dell’autopsia, tutto un altro scenario prende forma. Qualcuno ha voluto uccidere. Perché? La ricerca della verità si rivelerà particolarmente difficile, tanto più che le acque dell’Adriatico nascondono misteri che in troppi hanno interesse a non far venire a galla. Ancora una volta, toccherà a Lolita far “emergere” una verità che va ben oltre un semplice caso di morte accidentale o di omicidio.
La commissaria Lolita Lobosco, è il personaggio creato dalla mente e dalla penna della scrittrice barese Gabriella Genisi. Nata nel 1965 e residente a pochi chilometri da Bari, la “Genisi” ha scritto molti libri e Mare Nero, è il sesto romanzo (La circonferenza delle arance (2010), Giallo ciliegia (2011), Uva noir (2012), Gioco pericoloso (2014) e Spaghetti all’Assassina (2015) che ha come protagonista la poliziotta con la passione per la verità, il buon cibo e i tacchi a spillo. Ma chi è Gabriella Genisi? E chi è Lolita Lobosco?
Gabriella Genisi, il tuo cognome non mi sembra barese: ma tu sei proprio di Bari…Bari? “Le mie origini sono calabresi: mio padre è della zona di Sibari, in piena Magna Grecia, e il mio cognome ha origini greche. Io sono nata a Bari perché mio padre dopo gli studi è rimasto a vivere nel capoluogo pugliese”.
Quali sono i tuoi percorsi scolastici e formativi? “Il Liceo Classico e poi Giurisprudenza. La formazione alla scrittura, invece, me l’hanno data anni e anni di libri letti a centinaia o forse anche a migliaia”.
Cosa o chi ti ha fatto scoprire la passione per la lettura e la scrittura? “La passione per la lettura è arrivata sin da bambina, e poi molto più tardi, a quarant’anni, non l’avrei neanche immaginato, ho iniziato a scrivere. Ed è stata una vera sorpresa per me”.
Come la scrittrice di Harry Potter, Joanne Rowling? “Lei con molto più successo di me! Con il personaggio di Harry Potter, è stata davvero geniale e le vanno riconosciuti tutti i meriti”.
C’è un autore al quale ti sei ispirata particolarmente? “Mi sono ispirata a Camilleri e al personaggio del commissario Montalbano; ma anche ai narratori come Pirandello, Moravia e Gabriel Garcia Marquez”.
Da alcuni anni scrivi gialli di successo e i critici ti definiscono come la “Camilleri” di Puglia o addirittura ti chiamano “Montalbana”: Tutto questo ti fa piacere, vista la pubblicità che ne deriverebbe, oppure preferisci essere Gabriella Genisi e basta? “Questa cosa mi fa molto piacere perché il commissario Montalbano è un personaggio amatissimo in Italia così come Camilleri. Senza Montalbano non avrei mai scritto libri “gialli”, e questa passione per il commissario di Vigata, ha generato Lolita Lobosco”.
E arriviamo a Lolita Lobosco: Com’è nato questo personaggio? “Nasce così dall’oggi al domani in seguito alla lettura dei libri di Camilleri, e dopo aver scoperto che anche, che nella letteratura italiana ed europea mancava la figura della poliziotta. Di conseguenza ho colmato questa lacuna creando Lolita.
E perché hai scelto di chiamarla con il nome Lolita? “In effetti, è un nome un po’ contradditorio, non adattissimo alla figura di una commissaria di polizia, ma a me piacciono le contraddizioni. Lolita è un nome che fa pensare a malizia e seduzione, invece il mondo della polizia è un mondo “nudo e crudo” e poco ci azzecca con questo”.
La commissaria Lobosco è una quarantenne intelligente, affascinante, fisico mozzafiato, dal carattere forte, e orgogliosa della propria femminilità: E’ così che avresti voluto essere? “Lei ritiene che la bellezza non sia una cosa da nascondere, soprattutto nell’ambito lavorativo. Quando noi donne abbiamo cominciato a ricoprire delle caselle importanti della società, prima di allora occupate solo da maschi, abbiamo iniziato a travestirci da uomini: tacco basso, pantaloni e capelli corti. E questo, Lolita, lo ritiene un errore non sopportando di essere bacchettata quando indossa il tacco da dodici centimetri.
Ecco, i tacchi a spillo da “dodici”: Non ti sembra un po’ troppo sui generis la figura della poliziotta pistola e tacchi a spillo? “Nel momento in cui deve fare un inseguimento, “si”; ma la letteratura è un mondo fantastico. Probabilmente un vero commissario metterebbe un tacco 5-6. Anche se, proprio l’altro giorno un vice questore donna mi ha detto di riconoscersi molto nel personaggio di Lolita, sia per i tacchi sia per il linguaggio adoperato nel trattare con i propri sottoposti, e questa cosa mi ha fatto molto piacere”.
Quanto ti senti simile a Lolita Lobosco? “Io sono abbastanza diversada Lolita. Lei è più proiettata alla vita professionale, mentre io a quella domestica, ma qualcosa ci accomuna: la passione per la cucina, l’ironia e la passione per il mare. Questi sono i tratti salienti del mio essere che ho trasmesso al mio personaggio”.
Mare Nero è il tuo ultimo romanzo. Diciamo che il libro si divide in due parti: nella prima racconti l’indagine sulla morte di due ragazzi durante un’immersione subacquea; mentre la seconda parte sembra più un’inchiesta in cui parli di “Navi dei Veleni” affondate dolosamente e dell’inquinamento del Mare Adriatico. Secondo te, da domani s’inizierà a parlare della Genisi come la “Saviano” al femminile?
“Non credo! Il libro, in effetti, è diviso in giallo classico e l’inchiesta giornalistica, ma Saviano a messo in luce degli aspetti nascosti rischiando moltissimo; io, invece, riporto all’attenzione del lettore fatti già acquisiti e conosciuti. E credo che, oggi, raccontare un omicidio di finzione letteraria solo per il gusto di farlo, non ha più senso. Va bene parlare di una indagine poliziesca se si riesce a parlare anche di qualcosa che fa riflettere. Il “Noir” deve dare degli interrogativi. Il lettore deve poter chiudere il libro e porsi delle domande. E io credo, da quello che mi dicono i miei lettori, di essere riuscita in questo, facendo conoscere fatti fino ad oggi ignorati”.
Effettivamente, si conosce ben poco di queste tristi vicende: Perchè? “Sono fatti che non si vogliono far conoscere. Spesso ci sono i governi di mezzo e i servizi segreti. Sono cose più grandi di noi”.
Grazie a “Mare Nero”, aumenta giorno dopo giorno l’aspettativa per i temi che tratterai nel tuo prossimo racconto che uscirà nel febbraio 2017: C’è da aspettarsi un’altra inchiesta “bomba”? “Anche se non ho ancora iniziato a scriverlo, nel prossimo libro ci saranno delle tematiche forti e reali che ci toccano da vicino, e che toccano, in maniera particolare, le famiglie quotidianamente”.
Sei più per la focaccia e il panzerotto? “Tutti e due! Anche se la vera “Madeleine” (N.D.R. Dolce tipico francese che identifica l’intera nazione) barese, è la focaccia”.
Salutiamo Gabriella Genisi, ringraziandola di aver concesso questa intervista per l’Internationalwebpost e le auguriamo “buona scrittura”!