Traduci

“La settimana di Federica”

Immaginiamo che anche voi facciate fatica ad osservare l’immagine di copertina, ma ci sembra un atto dovuto ai genitori di Federica De Luca.

cms_10933/2.jpg

Dopo la fiaccolata per le vie di Taranto in una raggelante marcia silenziosa in cui mostrava le foto del volto della figlia sfigurato dalla violenza del marito, Rita Lanzon, madre di Federica, spiegò la decisione:“E’ stata una decisione sofferta, ma vogliamo che queste cose non accadano più. La decisione di mostrare l’immagine del volto di nostra figlia, martoriato dalle percosse, vuole essere un monito un messaggio soprattutto per le ragazze: se avete un mostro accanto, scappate subito. Io sono impegnata con l’Avo (associazione volontari ospedalieri ndr) un’attività che mi ha fatto incontrare tante ragazze che arrivano in ospedale dopo aver subito violenza e non trovano il coraggio di denunciare. Mostrando la foto di mia figlia dico: vi prego, denunciate, ribellatevi”.

Federica De Luca, vittima con suo figlio, il piccolo Andrea di soli 3 anni e mezzo, della follia omicida del marito Luigi Alfarano, era una ragazza semplice, solare. Amava il suo bambino strenuamente, e tutto ciò che riusciva a distrarla dal vortice violento della sua breve vita fatta di sopraffazioni domestiche.

cms_10933/3.jpg

Federica amava Alda Merini e alle sue farfalle aveva affidato il compito di esprimere tutta la sua infelicità.

Da queste profonde ferite nasceranno farfalle libere” era la frase che preferiva.

La Fipav (federazione italiana pallavolo) ha ridato voce all’arbitro nazionale di ruolo B Federica De Luca, attraverso le parole della poetessa dedicando, a lei e al piccolo Andrea, la settimana del ricordo che si concluderà con le celebrazioni internazionali di domenica 25 novembre.

cms_10933/4.jpg

Prima di ogni gara territoriale, di ogni ordine e categoria, per l’intera settimana verrà osservato 1 minuto di silenzio e sui campi che prevedono la presenza dello speaker, prima di ogni gara sarà letto il seguente annuncio: “Il 25 novembre è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, giornata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per dar voce e spazio ad un dramma di portata mondiale. La pallavolo, per un’intera settimana, si stringe nel ricordo di Federica De Luca, arbitro nazionale di pallavolo, e del suo piccolo Andrea, scomparsi nel 2016 in una tragedia familiare, affinchè non si verifichi mai più nulla di simile”.

Con l’hashtag #ilvolleyperfedericaeandrea, sarà possibile pubblicare sui social i momenti più significativi della settimana, mentre gli arbitri indosseranno una t shirt il cui messaggio è veicolato dalle farfalle di Alda Merini, con la frase che tanto piaceva a Federica.

cms_10933/5.jpg

E’ difficile anche solo immaginare cosa accade quando una giovane donna prende consapevolezza del vortice di violenza da cui sta per essere risucchiata. C’è sicuramente un legittimo margine di confusione in cui il pensiero di posso farcela, ne uscirò, sarà solo un periodo, prende il sopravvento, solo così è possibile giustificare quell’illusorio e disperato tentativo di rimettere insieme i cocci di quel rapporto ormai saturo, (quando non sfocia in accadimenti così tragici le donne sovente riassumono nella “Sindrome da crocerossina” quell’innata propensione a perseverare in storie difficili nel tentativo di cambiare un partner sbagliato).

Il pericolo, invece, serpeggia e si annida proprio in questo attardarsi a comprendere: la scena successiva, è già violenza.

Federica, ma è solo un nome che ne racchiude infiniti altri, non ha fatto in tempo a riprendersi la sua vita, i suoi sogni di donna, laureata in lingue con le porte del mondo spalancate affinchè ne potesse cogliere i frutti più ambiziosi.

Federica non ha fatto in tempo a vedere crescere l’ometto che ha fatto nascere, un angioletto caduto sotto i colpi della malvagità umana.

Federica non è più figlia di quei genitori che passeranno il resto delle loro giornate a tormentarsi perché quel 7 giugno del 2016 non erano con lei a proteggerla, in quel sacro patto genitoriale che si instaura per natura dal momento in cui prende forma un atto d’amore.

cms_10933/6.jpg

La violenza sulle donne non riguarda solo le donne. Quando una mamma, una moglie, una figlia, una sorella verranno drammaticamente sottratte all’affetto dei propri cari, ci saranno padri, fratelli, figli e mariti che saranno costretti a vivere nel dolore e nella sconfitta per una tragedia che si poteva evitare.

Ed è per questo motivo che il prossimo 25 novembre dovremo essere tutti, indistintamente, uniti nel ricordo delle troppe Federica e lavorare, impegnaci duramente per ritrovare la barra dritta per quella che, collocata tra tutte le guerre, è tra le più grandi sconfitte dell’umanità.

Data:

23 Novembre 2018