La Sicilia ha compiuto un passo importante verso la tutela dei diritti riproduttivi delle donne con l’approvazione dell’articolo 3 del disegno di legge regionale n. 738. La nuova normativa impone agli ospedali pubblici di assumere medici non obiettori di coscienza per garantire l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg). Questa misura rappresenta una svolta storica nella sanità pubblica siciliana e un modello per le altre regioni italiane.
La Legge 194 del 1978, che regola l’aborto in Italia, riconosce il diritto all’Ivg, ma include anche la possibilità per i medici e gli operatori sanitari di dichiararsi obiettori di coscienza. Tuttavia, la pratica ha dimostrato che questo equilibrio tra diritti individuali e accesso al servizio non funziona correttamente, soprattutto nel Sud Italia, dove la percentuale di obiettori è elevata.
La Regione Siciliana ha deciso di intervenire con misure concrete e coraggiose per garantire l’accesso all’Ivg. La nuova normativa prevede tre punti fondamentali:
Istituzione di aree dedicate all’Ivg in ogni azienda sanitaria
Assunzione di personale non obiettore di coscienza attraverso bandi pubblici specifici
Tutela dell’accesso al servizio, con la sostituzione dei medici assunti come non obiettori che cambiano idea
Queste misure rappresentano un cambio di rotta rispetto alla situazione attuale, in cui il diritto all’aborto è spesso ostacolato dalla mancanza di medici e operatori sanitari disponibili a eseguire l’Ivg. La Sicilia ha scelto di affrontare direttamente il nodo dell’obiezione di coscienza, non come ostacolo individuale, ma come problema sistemico.
I dati sulla percentuale di ginecologi obiettori di coscienza in Italia sono preoccupanti. Secondo l’ultima relazione ministeriale pubblicata a dicembre 2024, la quota di ginecologi obiettori era pari al 60,5% nel 2022, con notevoli differenze tra le varie regioni della Penisola. La Sicilia è una delle regioni con la percentuale più alta di ginecologi obiettori, con l’81,5% dei medici che si dichiarano obiettori.
La nuova normativa siciliana rappresenta un modello per le altre regioni italiane e un passo importante verso la tutela dei diritti riproduttivi delle donne. Il provvedimento approvato affonda le sue radici in un disegno di legge presentato dal deputato regionale dem, Dario Safina, nel 2023 e poi trasformato in emendamento al Ddl 738.
“Una battaglia di civiltà che ho portato avanti con determinazione, insieme a tutto il gruppo del Partito democratico”, ha dichiarato Safina. “Oggi siamo più vicini a un traguardo storico. Il nostro obiettivo è che il diritto all’Ivg sia reale, non solo teorico. Troppe siciliane si sono scontrate finora con un muro fatto di carenze organizzative e di un altissimo numero di obiettori”. Con questa norma, la Sicilia sceglie di stare dalla parte dei diritti, della salute e della libertà delle donne.