Il Global Innovation Index (GII) è un indice che misura la capacità di innovazione di un paese attraverso una serie di indicatori chiave. Uno degli aspetti valutati dal GII è la sostenibilità ecologica, che considera quanto le innovazioni di un paese contribuiscono alla sostenibilità ambientale. Questo parametro include indicatori relativi all’efficienza delle risorse, misurando l’uso efficiente delle risorse naturali come energia, acqua e materiali nell’economia di un paese. Valuta anche l’impatto ambientale delle attività economiche, inclusi i livelli di inquinamento e le emissioni di gas serra. Inoltre, analizza la creazione e l’adozione di tecnologie e pratiche che promuovono la sostenibilità ambientale, come le energie rinnovabili, i trasporti sostenibili e l’agricoltura ecologica. Considera la presenza e l’efficacia delle politiche e delle normative ambientali volte a promuovere la sostenibilità, e valuta il livello di consapevolezza e impegno della popolazione e delle imprese verso la sostenibilità ambientale. Il GII tiene conto di questi fattori per fornire una visione complessiva di come un paese stia integrando la sostenibilità ecologica nelle sue pratiche di innovazione, contribuendo a un futuro più sostenibile e resiliente. I dati sono disponibili tra il 2013 ed il 2022.
La Sostenibilità Ecologica a Livello Globale nel 2022. L’analisi dei dati sulla sostenibilità ambientale per il 2022 rivela un panorama variegato tra i paesi valutati. Malta si colloca al vertice con un punteggio di 57,3, seguita da vicino da Irlanda con 56,6 e Hong Kong SAR, Cina con 56,3. Questi risultati indicano una forte performance in termini di sostenibilità ambientale, suggerendo che queste nazioni hanno implementato efficaci politiche e pratiche verdi. Malta, per esempio, potrebbe aver beneficiato della sua posizione insulare e delle politiche mirate alla conservazione delle risorse naturali. L’Irlanda, d’altro canto, potrebbe aver fatto progressi significativi nell’energia rinnovabile e nella gestione dei rifiuti, mentre Hong Kong, nonostante le sue sfide urbanistiche, potrebbe aver adottato misure innovative per ridurre l’inquinamento e migliorare l’efficienza energetica. La Svizzera, con un punteggio di 54, continua a dimostrare il suo impegno verso la sostenibilità, un impegno che è stato una caratteristica distintiva della sua politica ambientale per anni. Paesi come Croazia e Romania, con punteggi rispettivamente di 52,4 e 52,1, riflettono un equilibrio tra sviluppo economico e conservazione ambientale, seguiti da Bosnia ed Erzegovina (51,2) e Macedonia del Nord (50,9), che mostrano anche un buon livello di attenzione alla sostenibilità. Il caso di paesi scandinavi come Danimarca, che ottiene un punteggio di 50,7, è interessante poiché suggerisce che nonostante siano spesso visti come leader in sostenibilità, possono esserci aree di miglioramento. Questo potrebbe riflettere recenti sfide o la necessità di aggiornare alcune politiche per affrontare nuove problematiche ambientali. Il Regno Unito e la Repubblica Slovacca, entrambi con 50,3, dimostrano un impegno sostanziale ma anche potenziali aree di crescita. L’Italia, con un punteggio di 48,7, e la Spagna, con 47,5, indicano che mentre ci sono stati progressi significativi, c’è ancora strada da fare per raggiungere i livelli dei leader europei in sostenibilità. La presenza di paesi come la Serbia (47,5) e la Repubblica Ceca (47,3) nella stessa fascia sottolinea un impegno comune nell’Europa centrale e orientale verso pratiche più sostenibili. Le nazioni baltiche come la Lituania (46,9) e l’Estonia (49,2) mostrano un’attenzione crescente verso la sostenibilità, segno di un cambiamento positivo nelle loro politiche ambientali. Tuttavia, paesi notoriamente progressisti come la Svezia (44,6) e la Finlandia (43,7) ottengono punteggi che potrebbero sorprendere, suggerendo la necessità di ulteriori analisi per comprendere le sfide specifiche che affrontano attualmente. Scendendo nella classifica, paesi come il Giappone (37,8), la Francia (36,4) e la Germania (38,6) mostrano che anche le economie avanzate hanno margini di miglioramento significativi in termini di sostenibilità ambientale. Questi punteggi potrebbero riflettere difficoltà nel bilanciare la crescita economica con le pratiche sostenibili, o forse ritardi nell’implementazione di nuove tecnologie ecologiche. Negli Stati Uniti, con un punteggio di 25,4, il risultato indica un netto bisogno di miglioramento, soprattutto considerando il suo impatto globale sull’ambiente. Similmente, paesi del Medio Oriente come l’Arabia Saudita (19,2) e gli Emirati Arabi Uniti (34,8) riflettono sfide uniche legate alla loro economia basata sul petrolio e alla gestione delle risorse idriche in regioni aride. Nel contesto delle economie emergenti e in via di sviluppo, paesi come la Cina (28,9) e l’India (16,7) mostrano risultati che evidenziano sia i progressi che le sfide immense nel bilanciare rapido sviluppo industriale e sostenibilità ambientale. La Cina, nonostante il suo massiccio investimento in energie rinnovabili, continua a lottare con problemi di inquinamento atmosferico e gestione dei rifiuti. L’India, invece, affronta sfide simili, accentuate da una popolazione in rapida crescita e urbanizzazione. Altri paesi come il Brasile (25,3) e la Russia (16,1) illustrano le difficoltà delle grandi economie emergenti nel perseguire una crescita sostenibile. Questi paesi devono affrontare la deforestazione, l’estrazione di risorse naturali e altre pratiche che possono compromettere gli sforzi di sostenibilità a lungo termine. La situazione in molti paesi africani, come la Nigeria (14,3) e l’Etiopia (14), sottolinea le gravi sfide che devono affrontare in termini di infrastrutture e capacità di implementare politiche ambientali efficaci. Spesso, la priorità immediata di questi paesi è lo sviluppo economico e la riduzione della povertà, il che può relegare la sostenibilità ambientale a un obiettivo secondario. In conclusione, i dati del 2022 sulla sostenibilità ambientale mostrano una vasta gamma di risultati tra i paesi, riflettendo una complessità di fattori che includono le politiche governative, le condizioni economiche, la consapevolezza pubblica e le sfide geografiche. Mentre alcuni paesi emergono come leader nella sostenibilità, altri evidenziano aree critiche di miglioramento. Questo panorama globale evidenzia l’importanza di strategie personalizzate e sostenute nel tempo per affrontare le specifiche esigenze e sfide di ciascun paese, promuovendo un futuro più sostenibile per tutti.
La Sostenibilità Ambientale a Livello Globale tra il 2013 ed il 2022. Analizzando i dati relativi alla sostenibilità ambientale dal 2013 al 2022, emerge un panorama diversificato tra i vari paesi, con alcune nazioni che mostrano progressi significativi e altre che vedono un calo delle loro performance. Partiamo dalle nazioni che hanno mostrato miglioramenti notevoli. Burkina Faso, sebbene partisse da un valore bassissimo di 0,2 nel 2013, ha fatto registrare un incremento impressionante, raggiungendo 18,5 nel 2022, con un aumento percentuale straordinario del 9150%. Questo risultato potrebbe essere attribuito a politiche ambientali aggressive o iniziative internazionali mirate. Allo stesso modo, il Niger ha visto una crescita da 1,2 a 19,7, pari a un aumento percentuale del 1541,67%, indicando un impegno significativo verso la sostenibilità. Anche la Guinea ha mostrato un miglioramento eccezionale, passando da 0,6 a 16,1, con un aumento del 2583,33%, e l’Uganda ha registrato una crescita del 715%, da 2 a 16,3. Questi paesi, molti dei quali in via di sviluppo, stanno evidentemente beneficiando di iniziative di sostenibilità e di aiuti internazionali. Altri paesi come Malta, che è passata da 37,8 a 57,3 con un aumento del 51,59%, e la Bosnia ed Erzegovina, che ha visto un incremento del 68,42% passando da 30,4 a 51,2, hanno dimostrato progressi significativi, sebbene partissero da valori già più alti rispetto ai paesi precedentemente citati. Anche Montenegro e Macedonia del Nord hanno mostrato miglioramenti simili, con aumenti del 63,55% e 40,61% rispettivamente. Questi incrementi indicano una tendenza positiva verso pratiche più sostenibili, probabilmente grazie a politiche governative favorevoli e all’implementazione di tecnologie più verdi. Tuttavia, non tutti i paesi hanno mostrato progressi. Alcune nazioni hanno addirittura visto un declino significativo. L’Italia, ad esempio, è scesa da 67,1 a 48,7, con una diminuzione del 27,42%. Allo stesso modo, la Spagna ha registrato un calo del 26,81%, passando da 64,9 a 47,5. Anche la Svezia, da 59,8 a 44,6, e la Repubblica Ceca, da 63,7 a 47,3, hanno visto diminuzioni preoccupanti. Questi dati potrebbero riflettere problemi strutturali, mancanza di investimenti in tecnologie sostenibili o un cambiamento nelle priorità politiche. La Corea del Sud ha registrato una delle peggiori performance, scendendo da 44,8 a 26,8, con una diminuzione del 40,18%, segnalando potenziali sfide significative nell’affrontare le questioni ambientali. Anche alcune delle principali economie mondiali hanno visto un declino. Gli Stati Uniti, ad esempio, sono passati da 28,6 a 25,4, con una diminuzione dell’11,19%. La Germania, da 41,4 a 38,6, ha registrato una diminuzione del 6,76%, mentre la Francia ha visto un calo del 16,70%, passando da 43,7 a 36,4. Questi dati sono particolarmente preoccupanti dato il ruolo influente che questi paesi hanno nella politica e nell’economia globale. Il declino potrebbe essere attribuito a una serie di fattori, inclusi cambiamenti politici, economici e sociali che hanno influenzato l’attenzione e le risorse dedicate alla sostenibilità ambientale. Inoltre, alcuni paesi hanno visto variazioni meno drastiche ma comunque significative. La Norvegia, ad esempio, è scesa da 42,7 a 38,2, con una diminuzione del 10,54%, mentre il Belgio ha visto una riduzione del 9,09%, da 35,2 a 32. Anche i Paesi Bassi, con una riduzione del 5,74% da 40,1 a 37,8, e la Finlandia, con un calo dell’1,13% da 44,2 a 43,7, hanno mostrato trend negativi. In sintesi, i dati mostrano una grande variabilità nelle performance di sostenibilità ambientale tra i paesi nel periodo considerato. Mentre alcuni paesi, specialmente quelli in via di sviluppo, hanno fatto progressi notevoli, altri, inclusi alcuni dei principali attori globali, hanno visto un declino preoccupante. Questi risultati evidenziano la necessità di un impegno continuo e rafforzato verso politiche e pratiche sostenibili per affrontare le sfide ambientali globali.
Conclusioni. La sostenibilità ambientale misurata nell’ambito dell’Innovation Global Index mostra un andamento decrescente tra il 2013 ed il 2022 con una riduzione del 7,44% in media. Vi sono dei paesi che hanno manifestato un elevato livello di crescita della sostenibilità ambientale ovvero Burkina Faso con un valore di 9.150,00%, Mali con 5333,33%, Guinea con 2583,33%, Madagascar con 2066,67%, Niger con 1541,67%. Vi sono tuttavia dei paesi che mostrano un livello di sostenibilità ambientale declinante rispetto alla media ovvero il Tajikistan con -39,01%, la Corea del Nord con -40,18%, Nepal con -41,39%, Togo con -49,47%, Benin con -52,15%.
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Fonte: Global Innovation Index
Link: https://prosperitydata360.worldbank.org/en/indicator/WIPO+GII+70
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