Il 2 aprile 2025, in diretta mondiale, viene trasmesso, dalla Casa Bianca, il “Liberation Day”, tradotto il
“Gorno della Liberazione” ovvero l’inizio di una guerra economico-commerciale. Questa svolta storica è
stata definita dallo stesso Presidente americano una tattica per “riportare l’industria americana a casa”,
limitando la dipendenza dalle importazioni e sostenendo l’occupazione negli stabilimenti industriali
statunitensi. Il ritorno dei dazi ha bruciato nell’immediato migliaia di miliardi di dollari nelle principali borse
mondiali, sollevando forti preoccupazioni sui mercati finanziari. Un colpo al cuore dell’economia globale,
che ricorda fallimenti storici e decisioni politiche passate, unilaterali e spesso rovinose.

https://www.trovafrasi.com/citazioni/citazioni-storiche/
Se fosse vivo Mark Twain avrebbe sicuramente commentato con la sua celebre frase “La storia non si ripete,
ma fa rima”. Gli eventi non si replicano in modo identico, eppure le loro dinamiche sembrano riproporsi con
una somiglianza allarmante. La storia ci mette in guardia sui rischi e, se vi è un nucleo di fondatezza nel
pensiero di Twain, rompere il ritmo diviene un dovere civico, un imperativo categorico, direbbe anche Kant.
Il rischio per Trump è l’iscrizione nella lista di leader politici che hanno sperimentato in prima persona una
verità: il potere economico non si impone, ma si costruisce e condivide. Napoleone Bonaparte, per
raggiungere i propri obiettivi geopolitici e commerciali, è stato il primo ad utilizzare i dazi attraverso il
famoso Blocco Continentale (1806), ma con approcci, contesti e conseguenze differenti. Dopo la conquista
di gran parte dell’Europa, Napoleone ha cercato di colpire il suo unico vero rivale rimasto, il Regno Unito,
con un’arma economica: il divieto, per gli Stati europei, di intrattenere rapporti commerciali con l’Inghilterra.

https://www.geopop.it/chi-e-napoleone-bonaparte-storia-e-gesta-delluomo-che-istitui-il-primo-impero-francese/
Obiettivo della strategia era bloccare l’ingresso delle merci britanniche in Europa, limitando il potere
economico. Secondo i piani coltivati dall’Imperatore, la Francia sarebbe in questo modo diventata l’unico
centro commerciale del continente, consolidando il suo dominio. Ma il corso degli aventi, ha seguito sorti
diversi! Grazie alle rotte navali, la Gran Bretagna è riuscita inaspettatamente a mantenere il controllo sui
commerci internazionali, mentre il blocco ha danneggiato l’economia di molte nazioni europee che
dipendevano dal commercio con il Regno Unito, causando malcontento. Del resto, l’economia europea
dell’epoca era interdipendente e le esportazioni britanniche fondamentali. Il contrabbando e le agitazioni
politiche hanno determinato un aggravamento degli scenari, spingendo addirittura alcuni Stati verso la
trasgressione del blocco. Conseguentemente, Napoleone ha invaso la Russia, commettendo un grave errore
strategico. I dazi di Trump ricordano anche l’autarchia e le guerre economiche di Benito Mussolini. Per
prepararsi alla guerra e rendersi indipendente dalle “potenze plutocratiche”, Mussolini ha avviato una politica
chiusa, riducendo le importazioni e incentivando la produzione interna. L’Italia non disponeva però né di
risorse minerarie sufficienti, né di un’industria sviluppata. Le sanzioni della Società delle Nazioni, dopo
l’invasione dell’Etiopia e la disfatta militare ed economica hanno decretato la caduta del regime, l’armistizio
del 1943, nonché la fucilazione di B. Mussolini.

https://www.repubblica.it/economia/2025/04/10/news/dazi_trump_sospesi_90_giorni_motivazioni-424118613/
In un mondo iper-connesso, non esistono decisioni unilaterali senza conseguenze, anche a causa
dell’imprevedibilità di fattori come il mercato, la geopolitica, la logica degli scambi. Senza cooperazione
internazionale, le singole economie rimangono intrappolate in spirali recessive. La storia non si ripete mai
identica e non è possibile fare similitudini stringenti tra quel che è accaduto in altri periodi e quello che sta
accadendo oggi, ma certo ci offrono spunti di riflessione e confronto.
Chi sarà il Napoleone di oggi?