Oggi è sempre più difficile trattare il tema folkloristico della stregoneria, sia dal punto di vista antropologico che storico, questo perché l’ignoranza dilagante rende tali tematiche oggetto di ilarità e pregiudizio nonostante esse celino alcune delle pagine più squallide della nostra storia, quelle legate alla “santa” inquisizione e ai massacri di tanti innocenti.
Non è possibile trattare in maniera approfondita tale tematica per mezzo di un breve articolo, quindi cercherò di fornire le informazioni principali al fine di chiarire le idee a quanti, interessati all’argomento, si approcciano allo stesso con serietà e spirito critico, invitando poi gli stessi ad approfondire le conoscenze per mezzo di pubblicazioni librarie adeguate.
Normalmente con il termine stregoneria si intende l’arte di streghe e stregoni, ossia l’insieme delle pratiche occulte (rituali, conoscenze, usi e costumi) proprie di queste misteriose e temute figure.
Il Dizionario Treccani ci spiega l’etimologia del termine “strega” nel seguente modo:
- «stréga s. f. [lat. strǐga, der. (come variante pop.) di strix -igis l’uccello notturno: civetta.;]».
L’accostamento tra la figura della strega ed il rapace notturno è molto frequente in ambito folkloristico: la civetta è da sempre considerata portatrice di sventura, tanto che ancora oggi è possibile rintracciare, nelle zone rurali d’Italia e soprattutto nel Cilento (in Campania), superstizioni legate al suo canto: «Se a ciciuvettula canda, unu adda murì: Se la civetta canta, qualcuno deve morire».
Così come la civetta caccia le sue prede durante la notte, con il favore delle tenebre, allo stesso modo la strega era considerata amante della notte in quanto durante le ore notturne satana e le forze demoniache, secondo il folklore, operavano i loro malefici contro l’umanità.
Anche se siamo abituati ad immaginare la strega come una donna, quindi al femminile, in realtà esiste anche la figura dello stregone, meno nota alle cronache solo perché scritte quasi tutti da uomini in un contesto storico totalmente maschilista e intriso di fanatismo religioso che additava la donna come colpevole del peccato originale.
Altro particolare da chiarire è la differenza tra mago (o maga) e stregone (o strega), ossia tra magia e stregoneria che non sono affatto termini sinonimi come oggi film e romanzi ci spingono a credere.
La magia è considerata una scienza sacra che, tramite la conoscenza delle forze basilari della natura e dei modi per interagire con esse, offre agli iniziati gli strumenti per compiere i propri prodigi ed influenzare la realtà.
La stregoneria invece è da considerarsi come l’azione combinata tra la volontà umana e l’interferenza di esseri primordiali (demoni, divinità, spiriti) capaci di influenzare la natura e la realtà.
Rimanendo in ambito folkloristico sappiamo che le streghe vennero considerate le amanti del demonio, capaci di maledire interi villaggi e di causare la morte di uomini e bestie.
Era credenza comune che streghe e stregoni potessero volare a cavallo di una scopa, grazie a uno speciale unguento che avrebbero ricavato dalla lavorazione dei corpi dei bambini uccisi durante la notte e sacrificati al demonio.
Il volo serviva per raggiungere il luogo segreto del “sabba”, li dove avrebbero celebrato le loro festività principali al cospetto di satana, quasi sempre un luogo associato ad una foresta sacra o ad un albero sacro, come il noto “noce di Benevento”.
Durante il sabba streghe e stregoni avrebbero dovuto omaggiare Satana, che sarebbe apparso sotto forma di un capro o di un Satiro, danzando muovendosi a ritroso e baciandogli l’ano o i genitali.
Ovviamente tali racconti sono solo frutto di paura e superstizione, opportunamente strumentalizzate al fine di demonizzare uomini e donne impegnati a celebrare antiche ricorrenze pagane messe fuori legge dalla nuova religione cristiana.
La paura servì per giustificare atroci torture, falsi processi, terribili esecuzioni.
Ritengo inutile in questo articolo citare i metodi adottati dalla “Santa Inquisizione” per estorcere confessioni ai già condannati a morte, non per reali colpe ma perché contrari a quello che oggi potremmo definire “pensiero unico dominante”.
Tra il XV e il XVIII secolo furono celebrati in tutta Europa, oltre 100.000 processi per stregoneria, quasi tutti culminati con la condanna a morte dei sospettati, una vera e propria persecuzione per la quale l’allora Papa Giovanni Paolo II (di san Giovanni Paolo II), in un discorso dell’8 marzo 2000, chiese perdono a nome della Chiesa Cattolica.
Occorre ricordare che fino all’inizio del 1400 la Chiesa non si occupò con violenza della repressione di chi non si allineava ai nuovi culti, la caccia alle streghe e l’idea stessa di stregoneria nacque tra il 1435 e il 1437 con la pubblicazione del trattato “Formicarius” ad opera del teologo Johannes Nider.
Questo saggio rappresentò le fondamenta sulle quali venne redatto il più noto “Malleus Maleficarum” (Martello delle streghe).
Il folklore ci tramanda l’idea di strega rappresentandocela come una donna anziana e di brutto aspetto, appartenente a ceti sociali medio-bassi. In realtà di stregoneria furono accusate donne, di ogni età e di ogni ceto sociale, spesso molto colte e conoscitrici di antichi rimedi erboristici per mezzo dei quali erano in grado di curare diversi malanni e che vennero scambiati per rimedi magici appresi per mezzo di rivelazioni diaboliche.
In altre parole, quasi tutto ciò che ci è stato tramandato sulle streghe medioevali e sul loro legame con le forze demoniache è falso, creato a tavolino per finalità più politiche che religiose.
La caccia alle streghe fu una specie di genocidio attuato nei confronti di tutti coloro che osavano ribellarsi al nuovo culto o non allinearsi al nuovo schema politico-culturale che, nei fatti, nulla aveva a che fare con i dogmi religiosi.
La stregoneria, se così vogliamo definirla, esiste ancora oggi ed è praticata apertamente (in modo essoterico) da uomini e donne che rispettano antichi culti legati a divinità pagane e che, durante i sabba, si incontrano per onorare la natura, la vita, ed anche la morte.
Queste persone non temono più le persecuzioni come quelle messe in atto nel Medioevo ma il pregiudizio, vero cancro della società moderna.