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La Turchia apre a Internet

La Turchia ci ripensa e offre l’accesso gratuito a Internet. Un passo indietro, o avanti a seconda della prospettiva dalla quale lo si guardi, rispetto alle dichiarazioni non certo tenere del governo islamico-conservatore turco verso le nuove tecnologie. Il progetto del Ministero dello Sviluppo turco, presentato qualche giorno fa dall’agenzia governativa Anatolia, consentirà alle famiglie meno abbienti della Turchia di avere un accesso gratuito alla Rete, pur sempre controllato.

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Un primo passo della lotta contro le disparità di accesso alle nuove tecnologie che, evidentemente, il governo turco cerca di combattere, privilegiando i nuclei familiari in cui sono presenti ragazzi impegnati con gli studi. Saranno proprio quest’ultimi a beneficiare di un servizio che permetterà loro di navigare senza pagare e senza nessun limite di tempo su un certo numero di siti internet definiti “utili”, una definizione questa ancora tutta da chiarire e specificare.

cms_1946/UE.jpgLa comunità europea guarda positivamente a questa apertura da parte del presidente Erdogan, politico islamico e conservatore di un Paese che da tempo ambisce a far parte dell’Europa. Non va però dimenticato che da ormai quasi un anno le autorità turche si sono fatte riconoscere alla comunità internazionale come altamente censorie nei confronti dei principali social network come Twitter e Facebook, bloccati e subito accusati di diffondere false informazioni su casi di corruzione in cui è stato coinvolto il governo o vietando addirittura ai propri citta dini l’accesso a siti considerati “offensivi” per l’islam.

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Ora Erdogan, primo ministro per 11 anni e ora presidente, fa un passo indietro rispetto a tutta una serie di giudizi sprezzanti delle piattaforme di condivisione, e nonostante i suoi metodi governativi non certo ispirati alla piena democrazia, si apre ad alcune concessioni nei confronti della popolazione turca. I critici e i maligni vedono in questo provvedimento un’astuta mossa pre-elettorale in vista delle votazioni del prossimo giugno per accaparrarsi i voti di delusi e scontenti della sua politica a volte repressiva e autoritaria. La Turchia se vuole entrare a far parte della grande famiglia europea deve mostrare decisivi segnali di rinnovamento anche di stampo culturale e sociale. Su una popolazione di circa 80 milioni di persone il divario fra ricchi e poveri continua ad allargarsi, divario che si sviluppa anche tra i cosiddetti info-ricchi e info-poveri: il 43% delle famiglie è sprovvisto di connessione a Internet. Ma se il divario economico ha bisogno di maggior tempo per riequilibrarsi, almeno il gap tecnologico attraverso processi di liberalizzazione di accesso alla Rete come quello attuato ultimante dal governo turco, potrebbe più velocemente tendere alla parità.

Data:

14 Marzo 2015