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LA TURCHIA CHIEDE L’ADESIONE AI BRICS – Sarà presente al summit di Kazan

La Turchia si sta mostrando sempre più una spina nel fianco per l’Occidente e per gli alleati della Nato. È notizia di qualche giorno fa che Ankara ha presentato formale richiesta di adesione ai Brics, il gruppo di Paesi emergenti riuniti sotto il comune denominatore di voler creare un nuovo fronte economico che agevoli non solo i rapporti commerciali tra gli stessi, ma che si ponga come realtà alternativa al mercato occidentale e allo strapotere del dollaro. Il tutto, sotto l’egida di Mosca, che ha inizialmente riunito le cinque nazioni di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica (di qui il termine Brics) e che, anche grazie agli accadimenti geopolitici di questi ultimi anni, sta raccogliendo sempre più l’interesse di numerosi altri paesi che anelano ad aderire al gruppo, delineando concretamente quel disegno russo di realizzazione di un mondo multipolare e non più dipendente dagli Stati Uniti.

Sotto questa “mission”, i Brics hanno rafforzato giorno dopo giorno la loro influenza globale, proponendosi come concreta alternativa anche alle istituzioni economiche e politiche tradizionali dominate dall’Occidente, tra cui il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale. La loro crescente importanza riflette i cambiamenti negli equilibri globali, sempre più saldamente in mano alla Cina, con Russia a seguire. Attualmente, i paesi Brics rappresentano anche una parte significativa della popolazione mondiale ed un’importante fetta del PIL globale, con ambizioni sempre più spinte tra le quali, si è discusso, la creazione di una moneta comune per favorire maggiormente gli scambi commerciali tra gli stessi.

A fronte di questi progetti, la lista dei paesi che ne hanno chiesto l’adesione è sempre più lunga, così come riferito non molto tempo fa dai vertici politici russi ed oggi, a quell’elenco, si aggiunge la Turchia. Le ragioni di questo interesse possono ritrovarsi nella mancanza di elementi concreti verso l’adesione all’Unione Europea, per cui Erdogan si rivolge a chi le porte le ha aperte davvero. Bloomberg ha ipotizzato che, in questo modo, la Turchia voglia “rafforzare la propria influenza globale” nonché “stringere nuovi legami al di là dei suoi tradizionali alleati occidentali” con i quali, potremmo aggiungere, soprattutto a seguito del conflitto israelo-palestinese, i rapporti si sono raffreddati.

La domanda di adesione si colloca temporalmente a poco più di un mese dal summit Brics che si terrà a Kazan, in Russia, dal 22 al 24 ottobre prossimi, appuntamento al quale la Turchia è stata ufficialmente invitata e al quale, si è appreso nelle ultime ore, ha confermato di partecipare, nonostante il portavoce del Partito Giustizia e Sviluppo turco Omer Celik abbia affermato che, in merito alla richiesta di adesione del proprio paese al gruppo, non si sono registrati “progressi tangibili”. “Se ci saranno, li condivideremo con voi”, ha affermato nel corso di un briefing, dichiarando in ogni caso che “il nostro presidente (Recep Tayyip Ergogan) ha ripetutamente affermato che vogliamo diventare membro dei Brics”. È desiderio di Erdogan voler “partecipare a piattaforme importanti, tra cui i Brics”, ha aggiunto.

Da parte russa è giunta ieri una prima risposta ufficiale, per bocca di Yuri Ushakov, assistente del presidente Putin, il quale non solo ha confermato l’ufficialità della richiesta “a pieno titolo” di adesione da parte della Turchia, ma anche che la stessa verrà presa in considerazione.

Dal 1° gennaio di quest’anno sono ufficialmente entrati nei Brics anche Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto ed Etiopia (https://www.internationalwebpost.org/anche-iran-ed-emirati-arabi-nellalleanza-brics/). Tra le ulteriori richieste spicca quella del fraterno amico della Turchia, ovvero l’Azerbaijan. L’apporto economico che già solo Ankara porterebbe all’alleanza non è certamente indifferente, ma il peso di questo orientamento è, come indicato in precedenza, molto più politico. Nel paese si segnalano episodi di aggressione nei confronti dei militari americani: martedì alcuni di essi, appartenenti alla nave militare statunitense USS Wasp giunta nel porto di Izmir nell’ambito dell’operazione di copertura americana nel conflitto israelo-palestinese, sono stati aggrediti, a seguito di una manifestazione di piazza di disaccordo con la politica statunitense in Medio Oriente che poi è degenerata. Questo nuovo avvicinamento a Mosca crea non pochi grattacapi a Washington. E, nel frattempo, si attende la data ufficiale di una nuova visita di Putin proprio in Turchia.

Data:

5 Settembre 2024

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