Ankara ha tutte le ragioni per essere soddisfatta. L’offensiva dei ribelli siriani sta rafforzando l’influenza geopolitica della Turchia, un alleato degli Stati Uniti e membro della NATO, che in passato ha sostenuto la rivolta armata contro il leader siriano Bashar al-Assad. Dopo 13 anni dalla ribellione, l’escalation in Siria vede Hayat Tahrir al-Sham (HTS) e fazioni armate alleate protagoniste di una rapida avanzata. Sono arrivate alle porte di Homs e oggi a Doha, in Qatar, dovrebbero tenersi colloqui sulla Siria tra Iran, Russia e Turchia.
Il Messaggio di Erdogan ad Assad
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha lanciato un appello ad Assad per discutere del futuro della Siria, ma non ha ricevuto risposta positiva. Erdogan ha dichiarato che l’opposizione prosegue la sua marcia e spera che continui senza incidenti. Senza dispiegare ulteriori soldati nel nord della Siria, la Turchia sta vedendo materializzarsi due dei suoi desideri: estendere l’influenza oltre le zone controllate dai suoi militari e ritirare le forze curde siriane legate al PKK.
Avanzata dei Ribelli
Dal 27 novembre, le forze anti-Assad sono entrate ad Aleppo, poi si sono dirette verso Hama e ora sono vicine a Homs. L’Esercito Nazionale Siriano (SNA), una coalizione di milizie filo-turche, ha preso il controllo di Tell Rifaat, un’area strategica controllata dalle forze curdo-siriane. Questo evidenzia gli stretti legami di Ankara con l’SNA e la sua abilità nel muoversi nelle complesse dinamiche della regione.
Ruolo di USA e Russia
Secondo il Wall Street Journal, Paesi come Stati Uniti e Russia potrebbero cercare l’aiuto di Ankara per tenere a freno Abu Mohammed al-Jawlani, leader di HTS. La rapida avanzata dei ribelli siriani dà ad Ankara più potere per limitare l’influenza russa e iraniana nella regione, ma rischia anche di provocare nuova instabilità alle porte della Turchia, dove si sono rifugiati più di tre milioni di siriani durante il primo conflitto in Siria.
Russia e Iran in Difficoltà
Con la Russia impegnata nella guerra in Ucraina e l’Iran bloccato nel confronto con Israele, Erdogan è in una posizione più solida per fare pressioni sulle milizie curde in Siria. Questa nuova posizione di forza potrebbe contribuire a una linea più dura nei negoziati con la Russia e l’Iran sul futuro della Siria.
Pressioni su Damasco
Ankara spinge su Damasco per una soluzione politica al conflitto. L’offensiva dà alla Turchia una possibilità di allentare la pressione sul suo confine meridionale. Tuttavia, i raid aerei siriani e russi su Aleppo e altri territori in mano all’opposizione armata potrebbero creare un nuovo esodo di rifugiati verso la Turchia. La recente escalation nel nordovest della Siria ha già causato più di 280.000 sfollati, secondo il World Food Programme.