Per poter effettuare una valutazione delle competenze genitoriali, laddove vi sia una coppia che ha deciso di procedere alla separazione o al divorzio e richiede l’affidamento dei figli, è fondamentale che i professionisti del settore (C. T. U.) abbiano una grande preparazione e formazione circa il diritto di famiglia e le dinamiche familiari.
Si deve avere una conoscenza delle tappe evolutive degli individui, dei legami di attaccamento, di come si è formata la coppia coniugale, del progetto di vita fatto assieme, dell’evento della nascita dei figli, dei rapporti coniugali, della decisione della separazione, delle reazioni dei figli e della progettazione della nuova vita.
Con la modificazione inaspettata del modello familiare, in una società in continuo mutamento, sta avvenendo una complicata rinegoziazione dei ruoli familiari. Al giorno d’oggi l’uomo non è più l’unico procacciatore di risorse in quanto sempre più spesso la donna è ben inserita nel mondo del lavoro, contribuendo, all’economia domestica e allo stesso tempo occupandosi del lavoro domestico e della cura dei figli.
La legge 54/2006 è stata un’rilevante disposizione, che ha introdotto il concetto di pari interesse di entrambi i genitori per il giusto sviluppo della prole, dove però non vi si leggeva il termine “capacità genitoriale”.
La letteratura afferma che la genitorialità è una funzione composta da delle aree articolate, tanto che è indubbio che essa non viene automaticamente acquisita tramite lo status di genitore biologico, ma richiede di un processo di integrazione di significati, di affetti, di competenze che basano le radici nelle storie individuali delle persone e nelle significazioni che loro stessi hanno appreso nella propria esperienza.
Per valutare la genitorialità e quindi la capacità genitoriale, si deve partire da definizioni univoche e condivise sia sul piano psicologico-relazionale che su quello del diritto che siano accreditate dalla comunità scientifica e che siano inerenti ai i significati teorici di parentig, coparenting e bigenitorialità, tramite i cambiamenti storico-sociali e relazionali che l’istituto della famiglia sta percorrendo, che tiene in considerazione delle trasformazioni dell’idea di famiglia da un’impronta più conservatrice e tradizionale, a recenti modelli e nuove forme di famiglia.
La genitorialità è una tappa normale dello sviluppo dell’adulto, che racchiude il sapersi prendersi cura della crescita del minore e deve essere relazionata ad una nozione di stile genitoriale, considerata come: “quell’insieme di atteggiamenti che il padre e la madre manifestano nei confronti dei figli e che, considerati globalmente, creano il clima emotivo nel quale i genitori attuano i propri comportamenti, influenzando sia i comportamenti specifici, volti a ottenere determinati risultati educativi, sia i comportamenti non finalizzati come i gesti, i cambiamenti nel tono della voce e le espressioni spontanee delle emozioni”
In queste condizioni, la legge prende in analisi in special modo l’adempimento dei doveri genitoriali e, nei casi più gravi, l’autorità giudiziaria pronuncerà la decadenza della responsabilità genitoriale del genitore valutato e vagliato come genitore inadempiente.
Il professionista chiamato a svolgere un compito, in qualità di ausiliario del magistrato, deve lavorare tenendo a mente i criteri scientifici e metodologici della psicologia.
Quando si tratta di separazione, ciò nonostante, non è possibile far riferimento ai soli aspetti giuridici, giacché questa condizione raffigura un mutamento ed un travagliato momento di difficoltà, sia per gli adulti che hanno deciso di separarsi, sia per i figli, soprattutto quelli di minore età, che irrimediabilmente la patiscono.
L’obiettivo dell’elaborato è riuscire a descrivere la valutazione delle capacità genitoriali, all’interno della consulenza tecnica di ufficio (C. T. U.) in materia di separazione, con l’obiettivo di suggerire una vita adeguata ad un sano sviluppo del minore.