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L’ADOLESCENTE CHE NON RIESCE A STARE SENZA SMARTPHONE

cms_34099/Alessia_Micoli.jpgL’introduzione massiccia della tecnologia sta modificando totalmente la vita di ogni individuo.

Oramai è divenuto tutto digitale, i rapporti lavorativi, i legami sociali; è tutto facilitato dal mondo liquido che permette “tutto e subito”; il nostro codice comunicativo si è modificato, i nostri giovani vengono definiti “nativi digitali”.

Ma non bisogna farsi impaurire da questo sistema che spesso genera ansia; i genitori devono dare il buon esempio sull’utilizzo consapevole dello smart phone.

I giovani sono affetti da una sindrome oramai diffusissima l’“hand- phone”, espressione inglese che sta a significare: “avere il telefonino in mano” e che li rende dipendenti dall’avere lo sguardo fisso sul proprio cellulare.

Gli adolescenti comunicano tramite i social, sms, whatsapp, tik tok, You Tube, Tellonim, Instagram e molte volte, oltre ad isolarsi, si spostano dalla stanza.

Quando vengono utilizzati gli smartphone viene interessato il sistema dopaminergico, in quanto si cerca una soddisfazione immediata tramite un appagamento di un bisogno e con il cellulare spesso ci si sente ricompensati ed il cervello attiva una sostanza definita dopamina; altro fattore importante è che l’utilizzo spropositato del cellulare crea un calo dell’attenzione ed a volte un peggioramento del rendimento scolastico poiché tutte le funzioni cognitive vengono convogliate sul cellulare.

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Molti giovani sono vittime del fenomeno Fomo[1], un fenomeno sociale collegato alla digitalizzazione della vita quotidiana. È l’acronimo inglese di Fear Of Missing Out[2], ovvero la paura di essere esclusi, che coincide con la paura di poter perdere o di non poter partecipare ad una esperienza piacevole e gratificante che coinvolge coetanei o amici; questo fenomeno è strettamente connesso alla dipendenza dello smart phone.

Gli adolescenti che arrivano a sperimentare la Fomo, infatti, non si staccano mai dal proprio cellulare, lo portano sempre con sé, lo cercano se lo posano da qualche parte, non rischiano mai di essere senza caricabatterie ed entrano in un grande stato di agitazione se si ritrovano in un posto dove non vi è rete.

Inoltre, il cellulare chiama molta attenzione tanto che l’adolescente, piano piano, arriva ad isolarsi.

A volte si può generare la sindrome degli Hikikomori, un fenomeno dinamico e progressivo, che si manifesta per gradi.

Hikikomori è un termine giapponese che descrive un caratteristico disturbo psichiatrico che si manifesta tramite il ritiro sociale, ovvero l’auto-esclusione dal mondo esterno, isolamento e rifiuto totale non solo per ogni forma di relazione, ma anche per la luce del sole.

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[1] Andy Przybylski, ricercatore di scienze sociali all’Università di Oxford, l’ha definita come «la paura pervasiva che gli altri possano avere esperienze gratificanti dalle quali si è assenti».

[2] risale al 2011

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Data:

28 Marzo 2024