Lamorgese: “Libia disposta a rivedere intesa su migranti”
“Lo scorso 1 novembre l’ambasciata d’Italia a Tripoli ha formalmente proposto alle autorità libiche, tramite una nota verbale, la convocazione di una riunione della commissione italo-libica” al fine di “concordare un aggiornamento dell’intesa attraverso modifiche volte a migliorarne l’efficacia da formalizzare tramite uno scambio di note. Tale proposta è stata immediatamente e favorevolmente accolta con la comunicazione dalla controparte libica della disponibilità a rivedere il testo”. Lo ha detto la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese nella sua informativa alla Camera sul Memorandum Italia-Libia.
Le partenze di migranti dal Paese africano “si sono ridotte e sono diminuiti i morti in mare” ha aggiunto. Ma “anche con una diminuzione dei flussi migratori” sarebbe “ingiustificabile un calo di attenzione” ha sottolineato Lamorgese, ribadendo che “la sottoscrizione del Memorandum ha svolto un ruolo importante per evitare l’isolamento delle autorità libiche e per coinvolgerle in comuni strategie per il contrasto al traffico di essere umani. L’Italia rappresenta il principale partner della Libia nella lotta a tale traffico”.
Salvini: “Manette per evasori? Primo a non pagare debiti è lo Stato”
“I 5 stelle ammanetterebbero anche gli alberi, basta un sospetto e processano anche i cespugli…Io lascerei lavorare chi vuole lavorare e poi bisogna chiudere tutte le pendenze”. “Dicono manette per gli evasori, bene ma il primo a non pagare i debiti è lo Stato”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini a Fuori dal coro su Rete4. “Una cosa sta riuscendo a fare questo governo, sta mettendo d’accordo tutti gli italiani, si incazzano tutti”. Mario Draghi presidente della Repubblica lo voterebbe? “Why not” risponde il leader della Lega. Se dovesse cadere il governo “il Presidente della Repubblica non potrebbe che restituire la parola agli italiani, ho fiducia in Mattarella’’. Se dovesse cadere il governo “gli italiani hanno il diritto di scegliersi un nuovo Parlamento”, insiste. “Il governo sta mettendo a rischio l’immagine d’Italia. Se un investitore estero si accorge che ogni governo cambia le regole, col piffero che vengono a investire da noi”.
Parla poi anche della sua visita a Ostia di oggi. “Questo è un pezzo di cornicione che cade dalle case di Ostia – dice mostrando il ’souvenir’ -, dove i cittadini sono abbandonati…quindi se ci sente il sindaco di Roma: a Virgì, non è normale”. Attacca, poi, la sindaca sui rifiuti. “A Roma i cittadini romani non possono pagare la tassa sui rifiuti per vivere nella puzza e nella schifezza”. “Il 28 novembre faremo un incontro a Roma per presentare la nostra idea di città. Il candidato sindaco? Abbiamo una mezza idea, penso a un uomo…serve un uomo o una donna con due palle così”.
A proposito della vicenda dei cori razzisti, Salvini dice che Balotelli è “italiano” e chi distingue le persone sulla base del colore della pelle “è un cretino”. “Detto questo – conclude -, lezioni agli italiani da un milionario viziato e maleducato nessuno può accettarle”.
M5S, ecco documento Trizzino: “Separare leadership da ruoli governo”
(Antonio Atte) – Un documento, articolato in 10 punti, che ha come obiettivo quello di “realizzare la base di impianto per un confronto costruttivo” all’interno del Movimento 5 Stelle. E’ il decalogo elaborato dal deputato M5S Giorgio Trizzino, che sarà condiviso con il resto del gruppo parlamentare. Nel documento, di cui l’Adnkronos è in possesso, si chiede una “distinzione netta del ruolo di Capo Politico, che deve indirizzare la linea strategica del Movimento, da quella di responsabilità con incarichi di Governo (nazionale, regionale e locale)”: separazione che per l’autore del documento è “indispensabile”. “In altri termini – si legge – il Capo Politico deve dedicarsi esclusivamente alla gestione della linea politica ed alla organizzazione e formazione dei portavoce del Movimento”.
“La necessità di dare forza e sostegno alla positiva e benefica attività di governo”, nella quale il Movimento “è generosamente impegnato, va di pari passo con l’esigenza di un ripensamento della sua organizzazione interna ai fini di rafforzare la partecipazione degli aderenti. In questa logica – spiega Trizzino nel decalogo – ciascuno dei parlamentari eletti nelle liste del Movimento è chiamato a fornire il proprio contributo di idee e di proposte”.
Il primo punto del documento è un invito ad “affrancarsi dalle reazioni emotive che seguono a tornate elettorali locali. Esistono troppi condizionamenti specifici e localistici nelle frequenti chiamate al voto. Non ha alcun senso – viene spiegato – attribuire loro eccessivi indirizzi di assenso o dissenso dall’azione politica nazionale. Ma pur non sovraccaricandola di un peso espandibile e generalizzabile oltre i suoi ristretti confini, operazione pericolosa e fuorviante, non va comunque trascurata l’indicazione che ogni elezione offre all’analisi dei suoi esiti, soprattutto tenendo conto che in questi ultimi mesi buona parte delle elezioni: europee, regionali e comunali hanno visto l’affermazione del centro destra”.
Bisogna inoltre “uscire dalla logica delle ’correnti’; va guardata con molta attenzione la spontanea aggregazione di più parlamentari del Movimento alla ricerca di nuovi indirizzi e di nuove strategie, senza tema di patteggiamenti o, peggio, possibili scissioni”. “Il nostro è un Movimento che, nella sua assoluta originalità nel panorama politico nazionale, prevede e saluta con favore tutti i possibili scenari che al suo interno possano via via garantire aderenza alle mutevoli istanze della società. Tutto questo non può e non deve generare paure ma anzi attivare confronti e conseguenti decisioni condivise nella logica della ricchezza del pluralismo delle idee che hanno segnato la storia del Movimento”, viene messo nero su bianco nel documento.
“Va dunque dimostrato a noi stessi, ed al Paese che ci osserva, che il Movimento non vuole tradire il consenso che gli è stato affidato, che siamo capaci delle revisioni più profonde, degli adattamenti sempre più aderenti ad una realtà mutevole e che siamo pronti ai possibili aggiustamenti di rotta, qualora si manifestassero chiari segnali di errore”.
“Non è concessa nessuna autoreferenzialità a chi di noi ha ottenuto consensi! Piuttosto, abbiamo il dovere di capitalizzarli senza considerarcene i padroni!”, rimarca Trizzino, per il quale occorre “un cambio di passo che ci porti lontano dai nostri conflitti e dalle nostre ansie. Bisogna sforzarsi di vivere in modo più elementare ma rimanendo fedeli al progetto iniziale, perché dietro tutto questo c’è un grande sogno fatto di sacrifici, lungimiranza, coraggio”.
E ancora: “La vera vocazione del MoVimento si chiama ’rappresentanza’. Il vero mandato che ci è stato affidato è quello di costruire canali virtuosi affinché le forze e le energie più efficaci e genuine del Paese possano davvero essere determinanti per l’azione di governo. Ricordiamoci – è l’invito del parlamentare siciliano – che tra le istanze principali presenti nel programma elettorale del 2018 c’era quella di dare voce e peso a tutti i cittadini ed alle ’eccellenze’ del Paese; non c’è mai stata alcuna revisione né rinuncia a questo programma. Ma non c’è stata ancora la sua piena attuazione”.
Il punto numero 7 di questo decalogo è dedicato alla piattaforma Rousseau, che “ha rappresentato una novità nel meccanismo della rappresentatività politica”. Tuttavia, viene spiegato, “non possiamo considerarla l’unico sistema possibile, perché siamo consapevoli che l’esercizio della democrazia diretta non esclude una evoluzione delle regole interne. Integrare la ’piattaforma’ con altre forme democratiche di partecipazione può garantire il riconoscimento di una base, attenta, determinante ed in espansione”.
“La proposta di un congresso fondativo – insiste il deputato M5S nel suo documento – va intesa come un imprescindibile momento di confronto, una fucina e uno scambio di idee tra gli stessi soggetti che le generano. Essa non va, quindi, intesa come un ritorno ai vecchi apparati della politica dei partiti, ma come l’imprescindibile momento del riconoscimento vicendevole e del confronto autentico: in gioco c’è la costruzione di una nuova rappresentanza, di un nuovo consiglio di vertice”.
E infine: “È necessario dare vita ad un ’Contenitore del pensiero dell’economia circolare e del lavoro’. Esso potrà raccogliere il meglio del pensiero attuale a livello nazionale e non solo è potrà svolgere un ruolo fondamentale nell’ambito della programmazione politica a medio e lungo termine”.
Zingaretti: “Pd non vuole voto ma buon governo”
“Noi non vogliamo andare alle elezioni ma un governo che governi bene, che proponga al Paese una proposta di crescita, sviluppo, lavoro senza polemiche e sgambetti. Ma se non c’è una proposta percepita dal Paese e se non c’è un buon governo, a mio giudizio le cose non vanno bene”. Lo dice Nicola Zingaretti all’inaugurazione del circolo Pd Magliana.
Referendum trasversale contro taglio parlamentari
E’ stato presentato questa mattina alla Camera il comitato promotore referendum contro la riduzione dei parlamentari. Un comitato ’trasversale’ che raccoglie parlamentari di maggioranza e opposizione, è stato depositato dal Partito Radicale ed è aperto alle adesioni, si spiega nella conferenza stampa a Montecitorio. Un’iniziativa contro la riduzione del numero dei parlamentari che viene letta dai promotori del referendum come “un attacco alla democrazia parlamentare”.
“Il numero che diminuisce o non diminuisce è un dettaglio, il punto – ha detto Giuseppe Gargani – è che la strategia dei 5 Stelle è quella di delegittimare il Parlamento e se alla riduzione dei parlamentari si aggiungesse il vincolo di mandato si distruggerebbe totalmente il Parlamento e la sua funzione. Noi, attraverso questo referendum, dobbiamo spiegare all’opinione pubblica che il Parlamento ha una funzione essenziale e ineliminabile della democrazia e libertà del Paese”.
Roberto Giachetti di Italia Viva è convinto che si raggiungerà il numero di firme di parlamentari necessaria per il referendum: “La raccolta firme è aperta e sono fiducioso che il risultato lo raggiungiamo sia alla Camera che a Senato e non è escluso che alcune regioni, magari le più colpite in termini di rappresentanza, si possano unire a noi”. Spiega Andrea Cangini di Forza Italia: “La democrazia parlamentare è oggetto di un’offensiva, questa riforma per come è stata pensata, con uno spirito da ragionieri e senza sensibilità politica, allarga ulteriormente il divario tra cittadini e istituzioni: ci saranno intere regioni che non potranno esprimere un senatore di opposizione, un fatto gravissimo. Siamo arrivati quasi a 50 firme al Senato, ne servono 65 e sono ottimista che le raccoglieremo”.