La politica argentina catalizza come non mai l’attenzione dei propri cittadini, così come quella degli osservatori internazionali. Il presidente Javier Milei continua a promuovere la propria strategia, una vera e propria missione economico-finanziaria mirata a risolvere (o provare a farlo) i gravissimi problemi della nazione dovuti all’iperinflazione. Ma non solo.
“Negli ultimi sei mesi abbiamo fatto per l’Argentina di più che negli ultimi cento anni. Stiamo lavorando per porre fine definitivamente all’inflazione, che abbiamo già abbassato dal 17.000% al 50% e stiamo entrando nella seconda fase del programma di stabilizzazione” ha spiegato, rivelando inoltre di avere “altre 3.200 riforme pendenti”. Intanto, però, Milei non smette di innescare polemiche, decidendo ad esempio di non partecipare al consueto vertice del Mercosur che si terrà lunedì prossimo ad Asunción, in Paraguay. Il presidente ha già stabilito un record, in quanto i nove viaggi all’estero in soli sei mesi di mandato (G7 italiano compreso) lo hanno reso il capo di stato che più di ogni altro ha “lasciato” il Paese. La reale motivazione per non volare in Paraguay è probabilmente fondata sulla lite intercorsa con l’omologo brasiliano Lula da Silva, definito da Milei un corrotto comunista. Un faccia a faccia risulterebbe al momento difficile. La Nacion, sul tema, evidenzia questa determinazione del presidente argentino nell’aggiungere nemici alla sua lista, in ossequio ad una caratteristica personale definita quasi una propensione.
Il fatto è che Milei salta “l’appuntamento regionale più importante per un presidente argentino” e questo non rende giustizia all’immagine del paese. La sua agenda prevede un ennesimo viaggio all’estero, proprio in Brasile e proprio questo fine settimana, per incontrare invece l’ex presidente Bolsonaro al vertice della Conferenza Politica di Azione Conservatrice, nel corso del quale prenderanno la parola altri leader della destra sudamericana, tra cui il cileno José Antonio Kast e il messicano Eduardo Vérastegui.
In questi sei mesi Milei è riuscito a far passare soltanto la scorsa settimana la sua prima legge in Parlamento, anzi le prime due, persino dietro il compromesso di escludere le privatizzazioni della compagnia aerea nazionale Aerolíneas Argentinas, delle Poste e dei media pubblici, in cambio del “mantenimento dello schema proposto per le tasse sul reddito e sul patrimonio”. Le difficoltà nel consesso legislativo nazionale erano note da tempo, in quanto il proprio partito “La Libertad Avanza” dispone soltanto di 40 deputati nella Camera Bassa su 257 membri e di 7 su 72 membri nel Senato, un numero particolarmente esiguo per poter “dettare legge” senza dover cedere su qualcosa.
Superato questo primo difficile ostacolo, Milei rilancia con una delle “sue” proposte, che fanno ampiamente discutere: abbassare l’età imputabile, onde consentire anche ai tredicenni di andare in carcere. “Delitto di adulto, pena di adulto” ha dichiarato, illustrando il prossimo disegno di legge e spiegando che “se hai la coscienza di commettere un crimine da adulto, perché non dovresti pagare da adulto?”. Restano ovviamente salve le circostanze attenuanti legate a tale giovane età. Sostegno all’iniziativa anche da parte del ministro della Giustizia Mariano Cuneo Libarona, che ha spiegato: “Questa nuova legge combatterà la crescita persistente della criminalità giovanile, una delle maggiori minacce per la prosperità della nostra nazione”.
E così, mentre il governo annuncia un bonus straordinario per i pensionati con pensione minima fino a 70.000 dollari per il mese di luglio, proseguono gli scontri diplomatici, questa volta con i vicini boliviani. In relazione ai fatti di violenza che hanno tentato di rovesciare il presidente in carica Luis Arce, un comunicato ufficiale del governo di Buenos Aires ha qualificato gli incidenti come “una falsa denuncia di colpo di stato”, adirando le autorità di La Paz, innescando nuove tensioni e costringendo il ministro degli Esteri boliviano a convocare l’ambasciatore argentino.
(link all’articolo ultimo della Bolivia https://www.internationalwebpost.org/la-bolivia-del-post-tentato-golpe-e-la-figura-di-evo-morales/)