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L’ARMENIA VALUTA L’INDIPENDENZA DEL NAGORNO KARABAKH

L’Armenia sta valutando la possibilità di riconoscere l’indipendenza del Nagorno-Karabakh. Lo ha affermato il primo ministro, Nikol Pashinyan: “Questa opzione è nella nostra agenda. C’è anche la possibilità di firmare un accordo di cooperazione strategica tra Armenia e Karabakh, c’è la possibilità di firmare un trattato sulla cooperazione in materia di sicurezzae difesa“. Il presidente armeno ha invece liquidato come “prematura” l’idea di colloqui con l’Azerbaijan. La regione separatista, ricordiamo, è politicamente all’interno dell’Azerbaijan. Si tratta comunque di una svolta, dato che il riconoscimento dell’indipendenza da parte di uno dei due Stati ai quali appartiene geograficamente potrebbe portare a un più ampio riconoscimento da parte della comunità internazionale, ma, al contempo, ad un inasprirsi del conflitto, con gli azeri che potrebbero risultare irritati da tale scelta, in ogni caso non ancora definitiva, bensì ipotetica.

Pochi giorni fa è arrivata la richiesta di cessate-il-fuoco da parte dell’Onu, che, però, al momento è rimasta lettera morta. A sostegno degli azeri ci sono la Russia, disponibile a fare da mediatrice in eventuali negoziazioni, e la Turchia, che starebbe partecipando anche militarmente al conflitto. Il Nagorno Karabakh è fondamentale per l’identità di entrambe le parti in gioco, per questo è così complesso trovare un compromesso in una lotta violentissima che va avanti da moltissimi anni. Per quanto riguarda gli attori esterni, in Karabakh si gioca un’importante partita per l’egemonia energetica.

La guerra del Nagorno Karabakh iniziò nel febbraio del 1988, quando il Parlamento del Karabakh decise di chiedere l’annessione all’Armenia. Con il crollo dell’Unione Sovietica le violenze aumentarono. Il 2 settembre 1991, la regione si autoproclamò indipendente e, il 10 dicembre 1991, ci fu un referendum. Il bilancio del conflitto fu pesantissimo, tra i 20 e i 30 mila morti e circa un milione di profughi dalle tre aree: la popolazione azera, circa il 25% prima del conflitto, scappò dal Karabakh e dall’Armenia, mentre gli abitanti di etnia armena fuggirono dall’Azerbaigian. Il cessate il fuoco arrivò solo il 12 maggio 1994. L’accordo, raggiunto con la mediazione della Russia, riconobbe la vittoria militare degli armeni a cui rimase il controllo del Karabakh e di altre regioni dell’Azerbaigian. Il trattato di pace però non fu mai siglato.

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Data:

1 Ottobre 2020