L’ex presidentessa della Camera è intervenuta all’Ateneo nell’ambito di un dibattito dal titolo “Forza ragazze, al lavoro!”, dedicato alla memoria di Valeria Solesin, uccisa al Bataclan.
L’Onorevole Laura Boldrini sta girando l’Italia per raccogliere consigli ed opinioni, “capire le necessità delle donne” e redigere così la sua proposta di legge, chiamata “Obiettivo 62 per cento”, riguardante occupazione e imprenditoria femminile. L’occupazione femminile è infatti, in Italia, drammaticamente inferiore a quella degli altri principali paesi europei, dove la media è, appunto, del 62%.
La tappa odierna era l’Ateneo dell’Università di Bari, scelto da lei perché “è bello poter parlare dei diritti delle donne e dei loro bisogni in una sede universitaria”.
Prima di iniziare il proprio intervento, Boldrini ha concesso una breve intervista.
“I punti fondamentali della proposta sono: dare alle donne più potere, cominciando dal lavoro, in un Paese dove meno della metà delle donne lavora; premiare le aziende che assumono donne al Sud; rendere strutturali gli incentivi alla genitorialità; facilitare la prevenzione di molestie sul posto di lavoro e punire quelle aziende che discriminano per genere”.
E’ stato chiesto all’onorevole un commento sul recente incontro con Salvini, durante il quale gli ha chiesto di rimuovere gli insulti rivolti alle minorenni nei commenti sulla foto pubblicata proprio dal vicepremier sui social:
“Per quanto il cartellone esposto dalle ragazze non fosse assolutamente condivisibile, lui deve capire che come ministro ha un’enorme responsabilità. Non puoi parlare di “codice rosso” contro la violenza di genere e contemporaneamente istigare all’odio in quella maniera, è assurdo. Del resto, la linea intrapresa dal governo è proprio la negazione di diritti”.
Proprio la linea del governo fa strada ad un’altra domanda: “Lei è fiduciosa riguardo la possibilità che il Governo a trazione gialloverde possa permettere che in Parlamento passi la Sua proposta?”.
“Non sarà il Governo a decidere se far passare o no questa legge. Se non ci saranno i numeri per approvarla, sarà la dimostrazione che a Lega e 5Stelle non importa del 51% della popolazione italiana. Certo, non mi sorprenderebbe più di tanto…”.
A quel punto, la Deputata ha lasciato la zona interviste per iniziare l’incontro vero e proprio col pubblico, che aveva riempito l’aula degli affreschi. Dopo un video introduttivo, ha fatto un discorso che merita di essere riassunto, almeno in alcuni punti.
A Laura Boldrini non interessa particolarmente parlare di sé stessa, delle sue esperienze. Vuole parlare a nome di tutte le donne, e non solo. Si erge a protettrice degli oppressi e dei discriminati, in maniera generale. Racconta di Salvatore Morelli, politico italiano dell’Ottocento che fu deriso perché sostenitore del diritto di voto per le donne, 80 anni prima che questo si realizzasse; parla del reato di stupro, riconosciuto come delitto contro la persona solo 22 anni fa; mette in primo piano gli sforzi fatti dalla civiltà per ottenere i diritti oggi esistenti, e quanto sia facile tornare indietro.
“Con tristezza, noto che tra i 63 rappresentanti del Governo ci sono solo 11 donne. Negli altri Paesi Europei superano spesso il 50%. In questo, siamo più vicini a Kabul che a Parigi o Madrid”.
Ma perché succede questo?
“Abbiamo un pensiero che ci porta al patriarcato. Vi sono donne che non stanno nemmeno dalla parte delle altre donne, e forse qualche responsabilità è anche nostra: molte Parlamentari non si battono per i diritti delle donne per paura di perdere autorevolezza agli occhi dei colleghi uomini. Negano persino sé stesse, ma, come diceva Madeleine Albright, ’ci dev’essere un posto speciale all’Inferno per le donne che non aiutano altre donne’”.
Uno dei punti fondamentali della proposta di legge è l’uguaglianza di retribuzione:
“ogni donna deve capire che non le fanno un favore dandole un lavoro. A parità di mestiere, pagare meno una donna equivale a un furto”.
C’ è poi il tema del linguaggio: l’escalation di violenza degli ultimi tempi è una questione che Laura Boldrini conosce molto bene.
“Da sei anni subisco quotidianamente le mie dosi di violenza verbale, ma queste non sono intimidazioni verso di me, che ho le spalle larghe. Sono invece attacchi a tutte le donne. Significa dire ’se sei una donna e vuoi fare politica, sai cosa ti aspetta’”.
Una situazione vergognosa per uno Stato civile, riguardo la quale l’ex Presidentessa della Camera ha idee molto chiare:
“È la politica che ha fatto sì che si sottovalutasse la forza del linguaggio, che è sostanza. Racconta le storie, la vita delle persone: non usare un linguaggio che riconosce questo percorso significa negare il percorso stesso. Se sindaci come Camiciottoli della Lega affermano che ’essere stuprata mi farebbe tornare il sorriso’, che esempio vi aspettate che possano seguire i cittadini?
Altre volte, sul web pongono domande semplici, ma terribili, tipo: ’cosa faresti alla Boldrini in macchina?’. Domande così possono scatenare centinaia di migliaia di commenti violenti.
Metodi simili, viaggiando molto, li ho visti usare in Bosnia o in Ruanda, durante le guerre, non certo in Stati democratici”.
Sono famose le battaglie da lei intraprese proprio sul linguaggio, anche nelle istituzioni:
“Quando sono entrata a Montecitorio, era tutto al maschile. Mi sono chiesta: ’Perché?’, poi ho capito. C’è un blocco culturale: si pensa ancora che ruoli come Ministro o Presidente siano destinati esclusivamente agli uomini. Ma ci pensate se io chiamassi un Deputato ’signora Deputata’? Come è ridicolo questo, era ridicolo che continuassero a chiamare ogni donna ’Deputato’”.
Ne ha veramente per tutti, e tra questi non può mancare il Senatore Pillon e il suo ormai celeberrimo Disegno di Legge, contro cui migliaia di persone hanno manifestato il 10 novembre:
“Secondo quel ddl, una donna che ha subito violenza deve obbligatoriamente fare mediazione familiare. Che cosa ci sarebbe da mediare con chi usa la violenza? Questo va contro la convenzione di Istanbul! Inoltre, vorrebbe negare l’assegno familiare in caso di separazione: in questo Paese più della metà delle donne non lavora, come dovrebbero sostenere i bambini?”
“Obiettivo 62 per cento”, però, non si rivolge soltanto ai diritti femminili:
“La nuova Legge di Bilancio ha dimezzato, riducendolo a 2 giorni, il congedo di paternità. In Europa la media è di 15 giorni. Perché in Italia non si può avere il diritto ad essere padri? Il mio obiettivo è portare il congedo di paternità a 15 giorni anche qui”.
Per Laura Boldrini, quindi, le lotte femministe non escludono assolutamente gli uomini, anzi, li considerano indispensabili:
“’Femminismo’ è una parola bellissima, se si intende che uomini e donne devono adoperarsi per un mondo con pari diritti e opportunità. Abbiamo bisogno di una stagione di mobilitazione, una battaglia da fare insieme, uomini e donne. Leader come Obama e Trudeau l’hanno capito”.
Conclude:
“Dobbiamo reclamare il diritto di vivere bene, lavorare insieme perché non si conviva più con la violenza.
C’è molta strada da fare, ma… Forza ragazze, al lavoro!”.