Traduci

L’AUTOMATISMO PSICHICO: UTOPIA O DISTOPIA?

Immaginate di risvegliarvi in un mondo in cui ogni abitante desse liberamente voce ai suoi pensieri e, completamente senza pudore, ognuno dicesse e facesse nient’altro che tutto ciò che gli passi per la mente. Un mondo senza filtri, senza maschere o finzione. Un mondo completamente trasparente, in cui la ragione siede nei sedili posteriori ed è schiava di tutti gli impulsi e le sensazioni.

No, non è una descrizione di una fantastica isola visitata da Odisseo durante una delle sue tappe né una città utopica descritta da Platone, ma un dilemma morale con protagonista l’automatismo psichico in grado di destabilizzare anche i più convinti.

cms_29366/1.jpg

L’espressione “automatismo psichico” è stata usata per la prima volta da Andrè Breton nel primo manifesto Surrealista.

cms_29366/2_1676251708.jpgBreton definisce il Surrealismo come un “automatismo psichico puro con il quale ci si propone di esprimere, sia verbalmente che in ogni altro modo, il funzionamento reale del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale”.

Cos’è la ragione d’altronde, se non limitante della nostra essenza?

La ragione è colei che insinua dubbi e paure, ma al tempo stesso è la saggia forza che spinge il freno prima che noi possiamo commettere qualcosa di cui potremmo pentirci.

Dunque, una società governata dall’automatismo psichico sarebbe utopia o distopia?

cms_29366/3.jpg

Durante un periodo storico in cui i media e gli standard sociali incutono pressioni su tutte le generazioni, si ci sente spinti sempre di più verso l’idea di conformazione per paura di essere la pecora nera e sentirsi fuori dal gregge.

cms_29366/4.jpg

Nasci, studia, trova un buon lavoro, sii abbastanza presentabile da trovare un partner, sposati prima dei trent’anni, fai figli, invecchia con decenza e muori: questo è automatismo allo stato puro. L’automatismo non è altro che una meccanicità intrinseca che ci porta a vivere secondo le linee guida dettate da qualcun altro, a volte senza neanche accorgersi che quelli non sono i nostri desideri bensì quelli di qualcun altro. Basta pensare alla prima rivoluzione industriale, in cui il lavoro non permetteva all’operaio di esprimere la sua creatività né di vedere il prodotto finito cosa che creava un sentimento di alienazione (teorizzò Marx nei suoi manoscritti economico-filosofici), al film di Charlie Chaplin “tempi moderni” in cui la folla che esce dalla metropolitana per andare a lavoro è paragonata ad un gregge di pecore che esce dall’ovile. Questo non è vivere, ma un sopravvivere guidato dalla paura di staccarsi dallo status quo e non sentirsi più integrati.

cms_29366/5.jpg

Se l’automatismo conforma, l’automatismo psichico rende unici: se tutti smettessimo di inseguire la paura della ragione di rimanere tagliati fuori, iniziassimo ad esprimere la nostra verità e ad inseguire i nostri sogni allora saremmo veramente liberi. Non ci sentiremmo schiavi di un lavoro o di un coniuge che non gradiamo, non ci sentiremmo intrappolati nei vestiti che vanno di moda, non saremmo prigionieri di noi stessi. Nonostante l’autenticità risulti come un concetto tanto elusivo quanto astratto, sforzarsi a tendere verso di esso non fa altro che portare originalità e colore alla vita di oggi, permettendoci di spiccare anche tra mille. Inoltre, tirare fuori tutto ciò che abbiamo dentro ci fare sentire molto più spensierati e leggeri.

È importante però guardare anche l’altra faccia della medaglia: una società governata dall’automatismo psichico accetterebbe o promuoverebbe di scadere nella violenza, in quanto la ragione non fermerebbe quest’istinto? Fino a quando esprimere se stessi al cento per cento è accettabile in una società? Fin quando rientra nelle regole? Non sono le regole esse stesse principio dell’automatismo? Voltaire teorizzò che la libertà di un individuo finiva quando iniziava quella di un altro: questo vuol per caso dire che la nostra libertà è confinata entro le leggi etiche e che la libertà assoluta non esiste? È un paradosso morale che non ha né capo e né coda.

Il concetto di automatismo psichico di Andrè Breton rimanere un concetto strettamente artistico, inapplicabile alla realtà tridimensionale in cui abitiamo. L’arte in tutte le sue forme però, da sempre fonte inesauribile di riflessioni, con il Surrealismo ci permette di prendere una boccata di libertà e ci ricorda che tendere vero l’espressione di noi stessi è non solo fattibile ma anche l’unico modo per vivere appieno.

(Articolo spirato dalla lettura di “Utopia”, un libro di Michele Napolitano)

***** ***** ***** ***** *****

(*)

Articolo selezionato dalla docente prof. L. Surace, del Liceo classico Leonardo Da Vinci di Terracina (LT), nell’ambito del progetto Heméras per la ’Giornata mondiale della lingua e della cultura ellenica’ sponsorizzato da InternationalWebPost

https://www.internationalwebpost.org/contents/commento_28982.html#.Y-Jup3bMKUk

***** ***** ***** ***** *****

Autore:

Data:

13 Febbraio 2023