L’OCSE calcola il numero delle imprese di trasporto e magazzinaggio nei paesi aderenti. I dati fanno riferimento al periodo tra il 2005 ed il 2022. Vengono considerate le imprese di micro, piccola, media e grande dimensione.
Imprese di trasporto e magazzinaggio nei paesi OCSE nel 2022. L’analisi dei dati relativi al numero di imprese trasportistiche e di magazzinaggio nei paesi OCSE per l’anno 2022 offre una panoramica delle dinamiche economiche e logistiche all’interno dell’area. Al vertice della classifica si trova la Turchia, con ben 572.213 imprese, che rappresentano una componente significativa dell’economia nazionale. Questo dato è indicativo di una robusta infrastruttura logistica e di trasporto, cruciale per un paese che si posiziona come un ponte tra Europa e Asia, e che ha sviluppato uno dei settori logistici più dinamici della regione. La Francia e la Spagna seguono con rispettivamente 225.394 e 212.306 imprese. Questi numeri riflettono la loro posizione strategica in Europa e il ruolo centrale che giocano nel commercio europeo e internazionale. La Francia, con il suo avanzato sistema di trasporto e la sua rete di infrastrutture ben sviluppata, supporta una vasta gamma di attività logistiche. La Spagna, con i suoi numerosi porti e la crescente integrazione nelle catene di fornitura globali, ha visto una crescita significativa nel settore. La Polonia, con 169.607 imprese, dimostra l’importanza crescente dell’Europa centrale e orientale come hub logistico. La sua posizione geografica strategica, combinata con investimenti significativi in infrastrutture di trasporto, ha reso la Polonia un punto nevralgico per il trasporto merci in Europa. L’Italia, con 113.838 imprese, continua a essere un attore chiave grazie alla sua rete di trasporti ben sviluppata e alla sua posizione centrale nel Mediterraneo. La Germania, con 101.107 imprese, nonostante la sua robusta economia e il suo ruolo dominante nel commercio europeo, ha un numero relativamente più basso di imprese rispetto ad alcuni suoi vicini. Questo può essere spiegato dalla presenza di grandi aziende logistiche che dominano il mercato e dalla possibile maggiore efficienza e consolidamento del settore. Paesi come la Romania e i Paesi Bassi, con rispettivamente 99.104 e 65.365 imprese, mostrano una presenza significativa nel settore, con i Paesi Bassi che si distinguono per il porto di Rotterdam, uno dei più grandi e trafficati del mondo, che funge da gateway per l’Europa. La Grecia, con 62.007 imprese, evidenzia l’importanza del trasporto marittimo e delle isole nel contesto logistico nazionale. Ungheria, Repubblica Ceca, Israele e Portogallo, con numeri che vanno da circa 42.995 a 46.892 imprese, rappresentano economie di dimensioni medie con settori logistici ben sviluppati. Lituania e Svezia, con rispettivamente 32.743 e 30.116 imprese, dimostrano come anche i paesi con popolazioni più piccole possano avere settori logistici robusti e diversificati. La Slovacchia e l’Irlanda, con 25.324 e 24.533 imprese, riflettono l’importanza del trasporto e del magazzinaggio in economie orientate all’export e con forti legami commerciali internazionali. La Finlandia, con 23.678 imprese, beneficia della sua posizione geografica per facilitare il commercio tra Europa e Russia. Bulgaria, Costa Rica, Belgio e Norvegia, con cifre che variano tra 21.646 e 22.599 imprese, rappresentano economie con infrastrutture logistiche adeguate per sostenere il commercio e la distribuzione a livello nazionale e internazionale. Austria, Serbia, Croazia e Danimarca, con numeri più bassi, riflettono una struttura logistica ben sviluppata ma di dimensioni minori rispetto ai principali hub europei. Slovenia, Lettonia, Bosnia ed Erzegovina, Estonia, Macedonia del Nord, Svizzera, Cipro, Malta e Lussemburgo, con numeri che vanno da 1.032 a 9.400 imprese, rappresentano economie più piccole con settori logistici adattati alle loro esigenze specifiche. La Svizzera, nonostante il suo basso numero di imprese, è nota per la sua efficienza logistica e per l’importanza delle sue infrastrutture di trasporto, particolarmente nel settore ferroviario e aereo. In conclusione, i dati mostrano una forte variazione nel numero di imprese trasportistiche e di magazzinaggio tra i paesi OCSE, riflettendo le diverse dimensioni economiche, posizioni geografiche e strutture industriali. I paesi con grandi settori logistici come la Turchia, la Francia e la Spagna svolgono un ruolo cruciale nelle catene di fornitura globali, mentre nazioni più piccole come Lussemburgo e Malta hanno settori adattati alle loro necessità economiche specifiche.
Imprese di trasporto e magazzinaggio nei paesi OCSE tra il 2005 ed il 2022. L’analisi dei dati relativi alle imprese trasportistiche e di magazzinaggio nei paesi OCSE tra il 2005 e il 2022 rivela tendenze significative e variazioni notevoli sia in termini assoluti che percentuali. La Slovacchia ha registrato l’aumento percentuale più elevato, con una crescita del 1646,48%, passando da 1.450 a 25.324 imprese. Questa crescita esponenziale può essere attribuita a una combinazione di investimenti stranieri, incentivi governativi e una posizione geografica strategica che favorisce il trasporto internazionale. La Lituania ha visto un incremento del 470,04%, aumentando da 5.744 a 32.743 imprese. Questo risultato riflette la capacità del paese di sfruttare la sua posizione come porta d’accesso ai mercati dell’Europa orientale e settentrionale, oltre a politiche favorevoli che hanno stimolato lo sviluppo del settore logistico. Anche la Romania ha mostrato una crescita significativa, con un aumento del 310,25%, passando da 24.157 a 99.104 imprese. La Romania ha beneficiato di un crescente investimento nelle infrastrutture di trasporto e di una maggiore integrazione nelle catene di fornitura europee, facilitando la crescita del settore. L’Irlanda ha visto un aumento del 291,65%, con il numero di imprese che è passato da 6.264 a 24.533. Questo aumento è stato probabilmente influenzato dal forte sostegno governativo alle PMI e dall’attrazione di multinazionali che utilizzano l’Irlanda come hub logistico per l’Europa. I Paesi Bassi hanno registrato una crescita del 177,23%, aumentando da 23.578 a 65.365 imprese. I Paesi Bassi, con il loro porto di Rotterdam, uno dei più grandi e trafficati del mondo, svolgono un ruolo cruciale come nodo logistico globale, facilitando il commercio internazionale. Costa Rica ha visto una crescita del 164,61%, passando da 8.488 a 22.460 imprese. Questa crescita è indicativa del crescente ruolo del paese come hub logistico per l’America Centrale e del Sud, beneficiando di un aumento del commercio regionale. La Francia ha registrato un aumento del 149,75%, passando da 90.248 a 225.394 imprese. La robusta infrastruttura di trasporto francese, combinata con politiche favorevoli allo sviluppo del settore logistico, ha sostenuto questa crescita. Altri paesi come la Lettonia ed Estonia hanno visto aumenti significativi del 142,16% e del 138,17% rispettivamente. Questi risultati riflettono la crescente importanza dei paesi baltici nel commercio europeo e la loro capacità di sviluppare settori logistici efficienti. In Portogallo, il numero di imprese è aumentato del 64,83%, passando da 26.084 a 42.995. Questo incremento è dovuto in parte agli investimenti nelle infrastrutture portuali e stradali, che hanno migliorato l’efficienza logistica del paese. Belgio e Ungheria hanno registrato aumenti più modesti del 43,97% e del 37,47% rispettivamente, ma mostrano comunque una crescita sostenuta grazie al miglioramento delle infrastrutture e all’integrazione nelle catene di fornitura europee. Austria, Repubblica Ceca e Lussemburgo hanno visto aumenti del 21,40%, 20,18% e 19,72% rispettivamente. Questi paesi, con economie ben sviluppate, hanno beneficiato di politiche stabili e di infrastrutture avanzate che supportano il settore logistico. Polonia e Germania hanno registrato aumenti del 17,81% e del 17,42%, riflettendo la continua crescita dei loro settori logistici in risposta alla domanda interna ed esterna. Questi paesi sono fondamentali per il trasporto europeo, con la Germania che agisce come un hub centrale per il commercio continentale. In Slovenia e Bulgaria, gli aumenti sono stati rispettivamente del 16,44% e del 13,44%, dimostrando una crescita costante ma meno dinamica rispetto ai paesi in cima alla classifica. Cipro e Finlandia hanno visto aumenti dell’8,81% e del 7,50% rispettivamente, mentre la Svezia ha registrato una crescita più modesta del 4,85%. Norvegia, con un aumento del 3,94%, riflette una crescita stabile ma limitata dal suo contesto geografico e demografico. Al contrario, alcuni paesi hanno registrato diminuzioni nel numero di imprese trasportistiche e di magazzinaggio. La Spagna ha visto una riduzione del 4,22%, da 221.659 a 212.306 imprese, che potrebbe essere attribuita a cambiamenti economici interni e ristrutturazioni nel settore. La Grecia ha registrato una diminuzione del 5,01%, passando da 65.275 a 62.007 imprese, probabilmente a causa della crisi economica e delle sfide strutturali che il paese ha affrontato negli ultimi anni. La Danimarca ha visto un calo del 12,38%, passando da 14.011 a 12.276 imprese. Questo calo potrebbe riflettere una maggiore concentrazione del mercato e l’uscita delle imprese meno competitive. L’Italia ha registrato la diminuzione più significativa, con una riduzione del 23,34%, passando da 148.497 a 113.838 imprese. Questo dato preoccupante riflette le sfide economiche strutturali e la competizione internazionale che hanno influenzato negativamente il settore logistico italiano.
Politiche economiche per la promozione di imprese di trasporto e magazzinaggio nei paesi OCSE. Le politiche economiche per la promozione delle imprese di trasporto e magazzinaggio nei paesi OCSE sono strategicamente orientate a migliorare l’efficienza, l’innovazione, la sostenibilità e la competitività del settore. Queste politiche includono significativi investimenti in infrastrutture, come la costruzione e il miglioramento di porti, ferrovie, strade e aeroporti, che sono cruciali per facilitare il flusso efficiente delle merci. Paesi come i Paesi Bassi dimostrano come un’infrastruttura avanzata possa sostenere un settore logistico di rilevanza globale. Allo stesso tempo, l’innovazione tecnologica è promossa attraverso incentivi fiscali e finanziamenti per l’adozione di tecnologie avanzate, quali l’Internet delle Cose (IoT), l’intelligenza artificiale (IA) e la blockchain, che migliorano la gestione della supply chain, ottimizzano i processi logistici e garantiscono maggiore trasparenza e tracciabilità delle merci. Queste tecnologie non solo aumentano l’efficienza operativa, ma riducono anche i costi e migliorano la reattività alle esigenze del mercato. La formazione e lo sviluppo delle competenze della forza lavoro sono prioritari, con programmi di formazione professionale, apprendistati e corsi di aggiornamento che preparano i lavoratori a utilizzare nuove tecnologie e ad affrontare le sfide di un ambiente in evoluzione. In paesi come la Germania e la Francia, collaborazioni tra industrie, università e istituti di formazione creano una forza lavoro altamente qualificata e pronta ad affrontare le esigenze del settore logistico moderno. Inoltre, il sostegno finanziario sotto forma di sovvenzioni, prestiti agevolati e incentivi fiscali è cruciale per stimolare gli investimenti nel settore. L’Irlanda, ad esempio, attira multinazionali grazie a un regime fiscale favorevole, promuovendo lo sviluppo di hub logistici avanzati e riducendo il rischio finanziario per le aziende, favorendo l’innovazione e l’espansione delle operazioni logistiche. La cooperazione internazionale e la partecipazione a accordi commerciali regionali e globali, come l’Accordo di libero scambio nordamericano (NAFTA) e l’Accordo di partenariato transpacifico (TPP), sono fondamentali per facilitare il commercio transfrontaliero e migliorare l’efficienza delle catene di approvvigionamento globali. Questi accordi riducono le barriere commerciali e facilitano il flusso di merci tra i paesi membri, stimolando la crescita del settore logistico. La collaborazione con organizzazioni internazionali come l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) aiuta a stabilire standard globali e promuovere pratiche logistiche efficienti, rafforzando la posizione delle industrie trasportistiche e di magazzinaggio nei mercati internazionali. Le politiche di sostenibilità stanno diventando sempre più importanti, con l’adozione di pratiche sostenibili che riducono l’impatto ambientale delle operazioni logistiche e migliorano l’efficienza energetica. Paesi come la Svezia investono in tecnologie verdi, come veicoli elettrici e sistemi di trasporto a basso impatto ambientale, e promuovono l’uso di energie rinnovabili nelle operazioni di magazzinaggio. Incentivi fiscali per l’acquisto di veicoli a basse emissioni e sovvenzioni per progetti di efficienza energetica sostengono la transizione verso un settore logistico più sostenibile. Queste misure non solo aiutano a ridurre le emissioni di carbonio, ma migliorano anche l’immagine aziendale e rispondono alla crescente domanda dei consumatori per pratiche commerciali più responsabili dal punto di vista ambientale. Le normative e le regolamentazioni sono essenziali per garantire che le operazioni di trasporto e magazzinaggio siano sicure, efficienti e rispettose dell’ambiente. Queste normative possono includere standard di sicurezza per il trasporto di merci pericolose, requisiti per l’efficienza energetica degli edifici di magazzinaggio e regolamenti per la riduzione delle emissioni inquinanti. Le politiche devono essere progettate per essere flessibili e adattabili ai rapidi cambiamenti tecnologici e di mercato. Regolamentazioni efficaci incentivano le aziende a migliorare continuamente le loro pratiche operative, contribuendo a un settore logistico più competitivo e sostenibile. La digitalizzazione è un’altra area chiave per la modernizzazione del settore trasportistico e di magazzinaggio. L’adozione di soluzioni digitali, come i sistemi di gestione dei magazzini (WMS) e le piattaforme di gestione dei trasporti (TMS), migliora l’efficienza operativa, riduce i costi e aumenta la visibilità della supply chain. La digitalizzazione facilita anche l’integrazione dei dati e la collaborazione tra i vari attori della catena di approvvigionamento. Le politiche che promuovono la digitalizzazione, come i finanziamenti per l’implementazione di tecnologie digitali e i programmi di formazione per le competenze digitali, sono essenziali per mantenere la competitività del settore. Le politiche economiche devono anche includere incentivi per l’innovazione, come finanziamenti per startup e PMI innovative, programmi di accelerazione e incubazione, e sostegno per la collaborazione tra industria e università. Questo stimola lo sviluppo di nuove tecnologie e soluzioni che migliorano l’efficienza e la sostenibilità del settore logistico. Programmi governativi che offrono sovvenzioni e supporto tecnico per progetti innovativi possono aiutare a trasformare idee promettenti in soluzioni pratiche che migliorano le operazioni logistiche.
Conclusioni. Il numero delle imprese di trasporto e magazzinaggio nei paesi OCSE considerati è cresciuto del 36,31% tra il 2005 ed il 2022. Ci sono dei paesi nei quali il numero delle imprese di trasporto e magazzinaggio è cresciuto molto più della media come per esempio nella Repubblica Slovacca con +1646,48%, Lituania con +470,04% e Romania con +310,25%. Tuttavia vi sono anche dei paesi che hanno visto ridurre il numero delle imprese di trasporto e magazzinaggio come per esempio la Spagna con -4,22%, la Grecia con -5,01%, la Danimarca con -12,38% e l’Italia con -23,34%. L’Italia è il paese che ha subito la riduzione più evidente di imprese nel settore dei trasporti e magazzinaggio in valore assoluto con -34.659 imprese tra il 2005 ed il 2022. Fatto pari a 100 il numero delle imprese di trasporto e magazzinaggio nel 2022 risulta che il 26,80% delle imprese sono in Turchia, il 10,56% in Francia, il 9,94% in Spagna, ed il 7,94% in Polonia.
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