La scienza sta facendo grandi passi in avanti, soprattutto per creare macchine capaci di facilitare il lavoro dell’uomo in alcuni campi. Si parla sempre di più delle intelligenze artificiali, espressione con cui si indica “l’insieme di studi e tecniche che tendono alla realizzazione di macchine, specialmente calcolatori elettronici, in grado di risolvere problemi e di riprodurre attività proprie dell’intelligenza umana”. Ma si parla anche del rischio che potrebbe comportare una loro continua evoluzione, messo in risalto dal genio di Stephen Hawking. Infatti, proprio secondo il celebre scienziato deceduto nel marzo del 2018, esse potrebbero apportare molti benefici e innovazione, ma il loro uso in altri campi, come quello militare, potrebbe mettere a rischio l’esistenza della specie umana.
Migliorando le intelligenze artificiali si è arrivati a utilizzarle anche nella scrittura. Infatti, arriva da Israele Articoolo, la prima intelligenza artificiale capace di scrivere articoli per blog e riviste, attraverso un apposito algoritmo collegato a un database che le consente di recepire una grande quantità di informazioni su un determinato tema richiesto, per poi approfondirlo. Articoolo poi procede, in un tempo variabile e secondo le indicazioni date dall’utente della rivista o del blog, alla stesura di un testo, utilizzando un ricco vocabolario a sua disposizione. Proprio per la mole di dati incamerati dal loro algoritmo di base, queste intelligenze artificiali sono capaci di scrivere in media 100 articoli su un unico argomento: un risultato davvero sorprendente. D’altronde Israele si è dimostrato più di una volta un paese all’avanguardia per quanto riguarda le intelligenze artificiali, investendo sempre di più in questo settore.
Sempre nel campo della scrittura, si registrano altre intelligenze molto particolari che addirittura scrivono poesie per il forum Curatedai. Esse riescono a ottenere risultati straordinari, soprattutto per il ricco vocabolario espresso dal loro algoritmo, riuscendo a creare frasi di senso compiuto proprio come fa la mente umana. Le intelligenze artificiali superano la media delle 10.000 parole normalmente utilizzate dagli individui nella stesura di un testo (che salgono a quasi 33.000 nel caso dei grandi letterati), raggiungendo addirittura le 190.000 parole. Ovviamente non sono esenti da errori, in quanto le frasi risultano spesso sconnesse e prive di significato: sono ancora necessarie ulteriori migliorie. Proprio per questo, la direttrice di Curatedai, Karmel Allison, seleziona personalmente le poesie da pubblicare tra tutte quelle prodotte dalle intelligenze artificiali.
È comunque affascinante pensare come in futuro queste macchine potranno scrivere delle vere e proprie opere letterarie, creando un sapere nuovo e innovativo, costituendo in un certo senso un ponte tra il futuro e il passato. Si parla infatti di un vero e proprio processo di trasmissione culturale da uomo a macchina, per cui non morirebbe mai la vena creativa – in questo caso anche poetica – che dalla notte dei tempi ha sempre caratterizzato l’essere umano e la sua evoluzione.