Martina Franca , divenuta cittadina Europea per la risonanza che la sua cultura,il suo barocco, il suo famoso paesaggio rurale e il suo più che ventennale Festival operistico, hanno avuto nel mondo, è anche sede di un centro d’arte contemporanea Internazionale conosciuto ed apprezzato da quell’ elite di intellettuali che di arte contemporanea sono non solo esperti ma appassionati cultori e collezionisti.
Il Centro che , come spesso accade, sfugge alla conoscenza dei nativi, è situato nel cuore del borgo antico in un prestigioso Palazzo d’epoca: ‘Palazzo Barnaba’ di fronte all’antico Chiostro ‘San Domenico’. La dott.ssa Lidia Carrieri, instancabile gallerista, collezionista di importanti e ben quotate opere d’arte, dalla fine degli anni 70 ad oggi, ha ininterrottamente ospitato artisti di fama internazionale così da essere conosciuta all’estero e negli ambienti culturali d’avanguardia come una delle più tenaci galleriste d’Italia per aver anche gestito una galleria d’arte contemporanea nel cuore di Roma per cinque anni consecutivi , quest’ultima frequentata da artisti di fama internazionale.
Il termine Noesi associato alla Fondazione in realtà è un termine emblematicamente connesso alla non facile interpretazione che le opere contemporanee spesso comportano se non si è profondi conoscitori di questa nuova rappresentazione della realtà che parte più da esperienze interiori che esteriori. ‘NOESI’, che nella filosofia aristotelica significa conoscenza intuitiva, è termine che ben si adegua all’arte contemporanea poiché , in gran parte delle sue espressioni: geometriche, spaziali, pittoriche, scultoree, video-visive, ecologiche etcc si celano verità profonde che l’intelletto non sempre riesce a tradurre in parole appropriate in quanto le stesse espressioni artistiche sono intuizioni, illuminazioni, rivelazioni, o come direbbe Joyce, epifanie, che l’artista cerca di raccontare con forme astratte e concettualmente ermetiche. Trovare significati in quelle forme , oggetti, sculture diviene spesso per il profano un compito arduo che può essere facilitato se ci si immerge nello stesso percorso intuitivo seguito dall’artista. Quello cioè,della percezione , intuizione, illuminazione di una realtà apparentemente banale, bizzarra, surreale …. ma che comunque rivela significati e aspetti di natura sociale, esistenziale, spirituale, ecologica etc..
Le opere di Dominique Philbert , autore insieme ad altri due artisti del Movimento dei Graffiti Writers , che ha rivoluzionato l’arte del XX secolo nella grande metropoli Newyorkese, in effetti rispecchiano le particolarità summenzionate . Con la mostra denominata ‘ Urban Mystical Expressions,’ infatti la Fondazione Noesi Carrieri intende non solo ricordare i tre anni di intensa collaborazione con Dominique Philbert, in arte ERO (1967-2011), che è stato uno dei massimi rappresentanti del Graffiti Writing newyorkese degli anni ’80, ma anche e soprattutto dimostrare ai visitatori come anche dai bassifondi di una metropoli come New York si potessero innalzare a dignità artistica le bizzarrie descritte con bombolette spray da giovani talenti.
La storia di Dominique Philbert, nato da genitori di origine afro-caraibica , giunto a New York all’età di quattro anni, è per molti versi simile a quella degli altri graffiti writers cresciuti nelle zone malfamate di New York in quei decenni …… Nel 1982, a soli 15 anni, ERO vende la sua prima tela per $ 500 grazie a Patti Astor, la direttrice e fondatrice della Fun Gallery di New York, prima di partecipare, nei tre anni seguenti, a progetti di ambito nazionale e internazionale, come la mostra ‘ Arte di Frontiera New York Graffiti’, organizzata alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna nel 1984, o la storica collettiva New York Graffiti Writers 1972-1984 della galleria Gallozzi – La Placa di New York.
Tra il 1984 e il 1985, ERO soggiorna, a più riprese, a Martina Franca, dove collabora appunto con lo Studio Carrieri. Con una decina di opere realizzate tra il 1983 e il 1985, tra cui la serie intitolata Urban Mystical Expressions, partecipa nel gennaio 1985 alla mostra: ‘La Lettera Emancipata – Quattro Strateghi con Daze, Phase Two e Rammellzee, e poi alle fiere internazionali di Madrid, Milano e Basilea. Quest’importante gruppo di opere di Philbert che fa parte della Collezione Carrieri, offre uno “spaccato unico e imprescindibile sull’ultima evoluzione del Graffiti Writing newyorkese,”
Come Christian Omodeo sottolinea nel saggio critico che introduce il catalogo edito in occasione di questa mostra, “la presentazione di queste opere nel 2014 fa riscoprire quella carica dirompente che permise a un giovanissimo ERO di ergersi al pari dei nomi sacri del Graffiti Writing newyorkese e legittima quei toni acidi che fecero da contraltare all’evoluzione del paesaggio sonoro newyorkese e al diffondersi dei suoni elettronici della New Wave, oltre che dell’Hip Hop. “( Chritian Omodeo)
Fun Gallery, New York
Queste immagini dei lavori di Philbert su tela realizzati con bombolette spray che nelle reali dimensioni occupano sulla parete spazi più estesi, sono il frutto di visioni quasi mistiche della realtà urbana.(vedasi il termine Mystical) E’ come guardare la città con gli occhi di un mistico , il quale in uno stato di grazia, trascende la realtà così come essa è per vederla trasfigurata , in una visione olistica, fantastica , dove tutte le parti, strade, giardini , case sono un unicum indivisibile, sfavillante di luci; luci che scintillano come stelle ed offrono all’osservatore un quadro quasi sublime della città . Ci si sente partecipi di un territorio urbano che non è estraneo ed alienante ma caldo , amico, affettuoso, luminoso. Per meglio comprender il senso di una esperienza mistica, le parole del poeta indiano Tagore , ne qualificano il paragone. Nel descrivere, infatti la sua esperienza mistica personale egli così si esprime: “… Improvvisamente mi sentii come se una persistente foschia si fosse d’un tratto levata e il significato ultimo delle cose mi apparisse nella sua nudità … trovai che fatti sino ad allora separati e sfuocati si presentavano con grande unicità di significato …. Immediatamente percepii un mondo immerso in una meravigliosa radiazione, con ondate di bellezza e di gioia che si propagavano per ogni dove e nulla al mondo né persone né cose, mi appariva banale o sgradevole.”
Ecco! Philbert da la sua personale visione mistica della realtà urbana, le sue emozioni, le sfavillanti luci , le indicazioni stradali, le macchie indefinite di verde spruzzando ad arte i colori sulla tela; colori che come fuochi d’artificio disseminano i loro spruzzi di luce per ricadere sulla tela in puntini di diversa consistenza così da dare il senso di stelle che espandono la loro luce nei diversi punti della città ma danno anche il senso di un mondo unico nel quale sentirsi coinvolti e partecipi. Non si può quindi non essere d’accordo con l’artista quando riconosce la sua arte come ‘Moderno Impressionismo Astratto e ancor più quando sostiene che la sua arte parla di pace, amore e unità.