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Le Pen: “Stupefacente il voltafaccia di Trump”

Le Pen: “Stupefacente il voltafaccia di Trump”

cms_9737/lepen_marine9_afp.jpgMarine Le Pen ha definito oggi “stupefacente” il “voltafaccia” del presidente americano Donald Trump, rispetto alle sue dichiarazioni nel corso dell’incontro a Helsinki con il presidente russo Vladimir Putin, ma anche l’”atteggiamento di una parte della classe politica americana” che continua a considerare la Russia “il cattivo”.

“Credo che in uno dei due momenti abbia detto quello che pensava, il punto è sapere quando”, ha affermato su France 2 Marine Le Pen commentando le diverse dichiarazioni di Trump sulle presunte interferenze russe nella campagna del 2016.

“Trovo stupefacente questo voltafaccia”, ha aggiunto. “Ma trovo anche stupefacente che una parte della classe politica americana resti incastrata in qualche modo nel passato, in una forma di guerra fredda in cui è necessario che la Russia sia il cattivo e gli Stati Uniti il buono. Tutto questo mi sembra un po’ superato”.

Migranti, scambio di accuse

cms_9737/open_arms_libia_migranti_morti_afp.jpg“Quanto tempo dovremo lottare contro assassini arruolati dal governo italiano per uccidere?”. Accuse pesantissime contro la Guardia Costiera libica e il governo italiano, che replica parlando di “bugie”. A lanciarle è Proactiva Open Arms, l’ong che ieri ha denunciato in alcuni tweet firmati dal suo fondatore Oscar Camps l’affondamento per mano dei libici di una imbarcazione con ancora a bordo due donne e un bambino ’colpevoli’ di non voler salire a bordo delle motovedette come gli altri occupanti, 158 in tutto. Affermazioni che hanno scatenato l’ira del Viminale, che ha bollato i tweet di Camp come “fake news” e ha promesso una nuova versione dei fatti che smentirebbe la ong.
Solo “bugie e insulti” per il ministro Matteo Salvini, che “confermano che siamo nel giusto”. “Io – promette il vicepremier leghista – tengo duro”.
Oggi intanto, la Marina e la Guardia costiera libiche hanno rivendicato il loro operato, respingendo le accuse della ong: “La Guardia costiera salva vite umane, negli anni passati ha salvato più di 80mila persone – afferma una nota diffusa su Facebook dal portavoce della Marina, Ayoub Qasem – nonostante la carenza di equipaggiamenti e le condizioni difficili”.
“La Marina libica e la Guardia costiera negano le accuse della ong spagnola Proactiva Open Arms a proposito degli ultimi eventi”, esordisce il comunicato, precisando che “sono stati salvati 165 migranti illegali” nel quadro di “un’operazione condotta con grande professionalità e nel rispetto dei protocolli internazionali riguardo il salvataggio di persone in mare”. La nota sottolinea come sulla motovedetta fosse presente “una giornalista tedesca, testimone di ciò che è accaduto, che ha preparato un servizio sulla questione per il canale N-Tv”. Il reportage di Nadja Kriewald dovrebbe essere trasmesso venerdì prossimo.
Non è nostra abitudine lasciare vite umane in mezzo al mare, la nostra religione ce lo proibisce – prosegue il comunicato -. Tutto ciò che è successo e succede, i disastri in mare sono causati dai trafficanti, interessati solo al guadagno, e dalla presenza di ong irresponsabili come questa”.
“La Guardia Costiera – conclude la nota – cerca con tutti i mezzi che ha a disposizione di fare il massimo per salvare vite umane e non ha altri interessi al di fuori della Patria e dei principi dell’umanità“.
“Io – ha replicato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ospite questa mattina a “Agorà Estate” – non posso dire se ci si può fidare o meno della Guardia Costiera Libica. Il concetto di fiducia a livello di rapporti diplomatici con l’estero va applicato ai fatti. E cioè rispetto alla Guardia costiera libica il governo italiano fa il suo dovere, ovvero accertare, quando rientra nelle competenze italiane, che tutto si verifichi nel pieno rispetto dei diritti umani delle persone coinvolte”.
Sulla questione migranti, aggiunge il ministro, il governo non ha avuto “nessun cinismo e nessuna sottovalutazione dei diritti umani delle persone. Il Governo italiano oggi rispetta i diritti umani più di prima perché in Europa sta facendo un’ operazione da leader“.
“L’idea che emerge sulla base dei fatti – spiega – è che non c’è nessun elemento per poter ipotizzare una minima responsabilità del governo o della politica italiana. Le accuse sono rivolte alla Guardia costiera libica. Vorrei capire perché l’Italia è responsabile dell’operato della Guardia costiera libica. Quando vedo quelle immagini soffro dentro perché vedere una donna e un bimbo in mare morti è una cosa atroce ma non ci sono dubbi che l’ Italia e il governo italiano tutelano i diritti umani come priorità”.
Ci si può fidare della Guardia costiera libica? “Ci fidiamo di ciò che possiamo accertare – ha detto il guardasigilli -. Se la gente muore in mare è perché il fenomeno immigrazione è lasciato fuori controllo dalla comunità internazionale. Anzi, è solo sulle spalle dell’Italia. L’ Europa, di fronte al fenomeno internazionale, deve dimostrare di essere comunità per fare sì che l’ immigrazione possa pesare sulle spalle di tutti, combattendo il traffico, evitando i morti in mare”. Incalzato ancora sull’operato della Guardia costiera libica, Bonafede ha aggiunto: “Il concetto di fiducia è un concetto che a livello di rapporti diplomatici va applicato sui fatti. Rispetto alle Guardie costiere di tutti gli altri Paesi, l’Italia fa il suo dovere, cioè accertare che i diritti umani vengano rispettati. C’è la testimonianza di una giornalista tedesca a bordo della Guardia costiera libica e dice di non avere assistito a nessun abbandono. La politica italiana tenuta in ballo senza nessun motivo allo stato dei fatti”.
Quanto al lavoro delle Ong, Bonafede ha detto: “Le Ong fanno un lavoro prezioso ma dobbiamo sganciarci da mix in cui si mette tutto. Una volta salvata una persona in mare, ci sono le responsabilità e l’Italia lo fa nei limiti della sua competenza. Per noi i diritti umani sono la priorità, come è normale che sia, dopodichè la gestione del fenomeno va spalmata su tutti i Paesi europei. Conte ha dimostrato che si possono coinvolgere altri Paesi europei. Abbiamo fatto la cosa giusta: alzare il telefono e dire ci sono persone che hanno bisogno di tutti noi, come comunità europea. L’Europa sta avendo slancio di comunità grazie al ruolo che sta svolgendo l’Italia”.
Bonafede ha poi detto che bisogna distinguere: “Un conto è chi scappa da situazioni di guerra, un conto chi scappa da una situazione economica difficilissima e ha diritto ad un futuro migliore nel rispetto delle regole. Ha senso fare una distinzione tra le due situazioni”.

Juncker: “Chiedo rispetto”

cms_9737/Juncker5_afp.jpg“Era corretto mercoledì, è corretto stamani, sarà corretto stanotte e anche domani mattina. Sono veramente impressionato dall’interesse che la gente ha in questo fatto meno che marginale. E chiedo rispetto”. Così il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, ha risposto, in conferenza stampa a Bruxelles, alla domanda se sia corretto quanto spiegato dai suoi portavoce riguardo ai problemi di deambulazione che ha avuto mercoledì scorso, durante la cena di gala del vertice Nato a Bruxelles.

Difficoltà causate da un “attacco di sciatica particolarmente doloroso, accompagnato da crampi, che comprometteva la sua capacità di camminare” come aveva spiegato il portavoce capo della Commissione Margaritis Schinas, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, e non dall’assunzione di alcoolici come ipotizzato da alcuni.

“Un miracolo”, il racconto dei ragazzi salvati nella grotta

cms_9737/thailandia_ragazzi_grotta_conf_stampa_afp.jpgUn miracolo. Così uno dei ragazzi emersi dalla grotta thailandese di Tham Luang ha descritto il momento in cui i giovani calciatori hanno sentito e poi visto arrivare i sommozzatori venuti a salvarli. Uno dei ragazzini, di 14 anni, soprannominato Dul, ha raccontato quei momenti durante la conferenza stampa in cui i baby calciatori – dimessi dall’ospedale – hanno risposto alle domande della stampa, prima di tornare alla loro vita normale. Dul ha riferito che a un certo punto hanno sentito delle voci ma non credevano che potesse esserci qualcuno. Poi uno dei sommozzatori inglesi è emerso dall’acqua. “Gli ho detto ’Hello”’, ha raccontato. Erano sorpresi che non fosse thailandese, ha spiegato Dul, che ha parlato di un momento miracoloso.

“È stato un evento del tutto inaspettato, ho imparato che quando commettiamo errori, ci sono delle conseguenze”, ha affermato ancora il 14enne, aggiungendo: “D’ora in poi, vivrò la mia vita al massimo”.

Il membro più giovane del gruppo, un ragazzino di 11 anni, ha detto che essere rimasto intrappolato nella grotta è stata la più grande prova della sua vita. “Questa esperienza mi ha insegnato ad apprezzare la mia vita”, ha sottolineato.

I ragazzi avevano cercato di scavare un tunnel di uscita per mettersi in salvo. Lo ha raccontato in conferenza stampa il loro allenatore, il 25enne Ekaphol ’Ake’ Chantawong. “Abbiamo cercato di scavare perché non potevamo stare solo ad aspettare i soccorsi”, ha detto l’allenatore, secondo quanto riferisce il ’Guardian’.

Il coach ha spiegato che faceva spesso delle attività con i ragazzi dopo gli allenamenti. Quel giorno avevano deciso di andare nella grotta, dove non erano mai stati, ma contavano di uscire presto perché alle cinque c’era la festa di compleanno di uno di loro. Mentre procedevano nella grotta hanno però sentito l’acqua che saliva e si sono rifugiati nel fondo.

I 12 ragazzi, fra gli 11 e 16 anni, hanno raccontato che non avevano nulla da mangiare con loro e che sono sopravvissuti per nove giorni, fino a quando sono stati ritrovati, bevendo solo l’acqua che filtrava dalla parete rocciosa. L’allenatore ha confermato che trascorreranno tutti un periodo come monaci in un monastero buddista per onorare la memoria del sub thailandese morto durante le operazioni di salvataggio. In Thailandia è molto diffusa la tradizione di far trascorrere ai giovani ragazzi un periodo come monaci. Infine diversi ragazzi hanno detto di voler entrare da grandi nel corpo dei Navy seals thailandesi che li hanno soccorsi.

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19 Luglio 2018