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LE PLUTOCRAZIE DEL TECH ALL’ASSALTO DI TIKTOK

Il ritorno al triumvirato in salsa tech. Bezos, plenipotenziario di Amazon, Zuckerberg, padre di Meta ed Elon Musk, proprietario di X “prestato” alla politica, sembrerebbero vicini all’acquisizione di una delle piattaforme più in voga e più utilizzate dai giovani, TikTok.

Se così fosse sarebbe un cambiamento a dir poco epocale all’interno dell’effervescente panorama dei social e dell’e-commerce. Tutto ha avuto inizio da quando il neo presidente Donald Trump fissò la scadenza del 5 aprile 2025 per la vendita della divisione americana di TikTok dopo le paure e i timori manifestati dall’amministrazione a stelle e strisce per questioni legate alla sicurezza nazionale. A muoversi per primo verso l’acquisizione della piattaforma cinese, è stato Amazon che avrebbe subito manifestato un forte interesse per l’acquisto dell’app di proprietà ByteDance. TikTok è ormai diventata in pochissimi anni una piattaforma con un successo straordinario, un successo guadagnato grazie alla sagacia dei fondatori nell’agganciare le tendenze e le abitudini degli adolescenti.

I suoi video di breve durata e il continuo scrolling, ne rendono un’app magnetica in cui viene bypassata artatamente la soglia dell’attenzione, lasciando l’utente in preda a una specie di incantesimo ad opera dell’algoritmo-pifferaio magico. Il mezzo miliardo e mezzo e oltre di utenti attivi al mese e una presenza globale in 170 Paesi, rende giustificato l’appetito verso TikTok dei famelici ricchi oligarchi del digitale. Se l’interesse da parte di Zuckerberg e Musk è motivato da ciò che la piattaforma rappresenta nel mondo social per milioni di adolescenti, per Bezos invece vi è un’attenzione, ovviamente, al settore dell’e-commerce. TikTok e il suo variopinto mondo di influencer, ha ormai conquistato fette importanti di mercato e per Amazon la piattaforma cinese rappresenterebbe un allargamento dello shopping pressoché infinito. Per ora comunque le varie offerte pervenute non sembrano essere prese in giusta considerazione nonostante la scadenza imposta dal Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act, ovvero la legge del 2024 che stabilisce che le app straniere, e dunque potenziali competitor, debbano vendere le proprie attività americane o essere vietate.

Il futuro di TikTok negli Usa, in un periodo di dazi commerciali e di una politica altamente protezionistica, sembra ancora tutto da decidere e un’alternativa potrebbe essere il passaggio di quote della proprietà a investitori americani (o comunque non cinesi) con un controllo di Bytedance (la società madre) del potente e segretissimo algoritmo.

Resta sul piatto una proposta che, se accettata e se dunque diventasse realtà, aprirebbe uno scenario del tutto unico e forse pericoloso: i tre uomini più influenti nel mondo delle big tech che amplierebbero ulteriormente il loro già immenso potere nel mondo digitale, informazionale, social e, perché no, politico. Il triumvirato possiederebbe le piattaforme più influenti e potenti al mondo, controllando un immensa platea di dati e di persone. Si realizzerebbe allora ciò che già Shoshana Zuboff scriveva nel suo libro Capitalismo della sorveglianza, ovvero “il governo di una elite” e che Lelio Demichelis battezzava come “razionalità strumentale/calcolante-industriale”, un connubio esplosivo tra capitalismo e tecnologia la cui finalità è il controllo assoluto e algoritmico delle vite degli altri e la pianificazione dei nostri desideri.

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Data:

6 Aprile 2025

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