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LE RETRIBUZIONI NELLE MULTINAZIONALI ITALIANE PER REGIONE

L’Istat calcola le retribuzioni nelle multinazionali italiane per regione. I dati fanno riferimento al 2022.

L’analisi dei dati relativi a retribuzioni, costi del lavoro, valore aggiunto e fatturato nelle diverse regioni italiane offre una visione chiara delle disparità economiche che caratterizzano il territorio nazionale. Le retribuzioni rappresentano un indicatore significativo della struttura economica delle regioni, evidenziando differenze sostanziali nella produttività e nel livello di sviluppo industriale e commerciale. Le regioni del Nord, come Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, si posizionano nettamente al di sopra della media nazionale in termini di retribuzioni assolute, rapporto tra valore aggiunto e retribuzioni e fatturato per retribuzioni. Questo suggerisce un sistema economico avanzato, capace di generare alti livelli di produttività e competitività. La Lombardia, con retribuzioni totali pari a 18,38 miliardi di euro, guida il gruppo. Il suo rapporto tra fatturato e retribuzioni raggiunge un impressionante 1431,14%, a indicare un’elevata capacità di generare valore economico a partire dal costo del lavoro. Inoltre, il valore aggiunto per retribuzione (287,63%) riflette una struttura produttiva incentrata su settori ad alta intensità tecnologica e innovativa, in cui le multinazionali svolgono un ruolo di primo piano. La retribuzione per numero di unità locali e per addetto sono tra le più alte, confermando la centralità della regione come motore dell’economia nazionale. L’Emilia-Romagna segue con retribuzioni complessive di 9,46 miliardi di euro, mostrando una notevole capacità di trasformare i costi del lavoro in valore economico. Il rapporto tra costo del lavoro e retribuzioni è leggermente superiore alla media (142,25%), ma il fatturato per retribuzione (1207,01%) dimostra una forte efficienza economica, trainata dai suoi distretti industriali specializzati, come quelli della meccanica, dell’agroalimentare e della moda. Il Veneto si distingue per la solidità delle sue retribuzioni (8,03 miliardi di euro) e per il fatturato per retribuzione (1168,02%), evidenziando un sistema produttivo che combina tradizione e innovazione. Anche il Friuli-Venezia Giulia, pur essendo una regione più piccola, ottiene risultati notevoli con un fatturato per retribuzione di 1602,67%, il più alto del Nord, grazie probabilmente alla forte specializzazione in settori tecnologici e alla presenza di imprese orientate all’export. Tra le regioni del Centro, il Lazio spicca nettamente con un profilo unico. Con retribuzioni complessive pari a 6,94 miliardi di euro, il Lazio registra il più alto valore aggiunto per retribuzione (368,19%) e un fatturato per retribuzione di 4150,60%, un valore eccezionale che sottolinea il ruolo di Roma come centro amministrativo, finanziario e commerciale. La presenza di multinazionali e istituzioni internazionali, insieme a un’economia orientata ai servizi avanzati, contribuisce a rendere il Lazio un caso a sé stante nel panorama nazionale. Tuttavia, questo successo è fortemente concentrato nella capitale, mentre il resto della regione potrebbe non beneficiare in egual misura di tale crescita economica. Le regioni meridionali e insulari mostrano invece un quadro più complesso, caratterizzato da retribuzioni complessive più basse e da rapporti economici che indicano margini di miglioramento. La Campania, con retribuzioni pari a 2,63 miliardi di euro, si distingue nel Sud, ma il suo rapporto tra valore aggiunto e retribuzioni (264,56%) e fatturato per retribuzioni (983,87%) è inferiore rispetto al Nord, riflettendo una minore capacità di generare valore economico. Anche in Puglia, Sicilia e Calabria, il fatturato per retribuzione si colloca sotto la media nazionale, sebbene la Puglia mostri un risultato positivo nel rapporto tra fatturato e retribuzione (1720,70%), probabilmente grazie alla presenza di settori specifici come l’agroalimentare e l’energia. La Sardegna si distingue per un rapporto tra fatturato e retribuzione di 1842,47%, il più alto tra le regioni meridionali e insulari, suggerendo una forte dipendenza da settori come il turismo e l’energia, che generano valore economico significativo. Tra le regioni più piccole, Valle d’Aosta, Molise e Basilicata presentano risultati misti. La Valle d’Aosta, con un rapporto tra valore aggiunto e retribuzioni del 290,75% e un fatturato per retribuzioni di 1125,95%, evidenzia una buona performance nonostante le sue dimensioni ridotte, probabilmente grazie alla specializzazione in settori di nicchia come il turismo di lusso. Il Molise, con un fatturato per retribuzioni di 1650,57%, sorprende positivamente, mostrando una capacità economica superiore a quella di regioni più grandi del Sud. La Basilicata si distingue per un rapporto tra valore aggiunto e retribuzioni del 389,63%, il più alto dopo il Lazio, ma il suo impatto complessivo rimane limitato a causa delle dimensioni ridotte del mercato del lavoro. Le regioni del Centro come Toscana, Umbria e Marche mostrano una performance intermedia, con retribuzioni totali rispettivamente di 3,61 miliardi, 725 milioni e 1,65 miliardi di euro. La Toscana si distingue per il valore aggiunto per retribuzione (296,15%) e il fatturato per retribuzione (1323,60%), supportata da un’economia diversificata che include turismo, lusso e manifatturiero. L’Umbria e le Marche, pur avendo risultati meno brillanti, mantengono un livello competitivo grazie a un costo del lavoro relativamente contenuto e a una buona capacità di generare valore aggiunto, sebbene il fatturato per retribuzione rimanga sotto la media nazionale.

RegioniRetribuzioniCosto del lavoro per retribuzione (%)Valore aggiunto per retribuzione (%)Fatturato per retribuzione (%)Retribuzione per numero di unità localiRetribuzione per addetto
Piemonte5.868.029.000,00 €140,50255,27966,28765.262,00 €36.471,20 €
Valle d’Aosta124.691.000,00 €142,27290,751125,95477.743,30 €32.680,89 €
Lombardia18.380.760.000,00 €141,48287,631431,14951.335,85 €40.039,12 €
Liguria1.855.181.000,00 €140,80272,551267,14733.273,12 €38.512,87 €
Trentino-Alto Adige1.280.525.000,00 €141,04279,44998,00667.635,56 €34.924,87 €
Veneto8.032.980.000,00 €140,57253,321168,02829.424,88 €34.805,05 €
Friuli-Venezia Giulia1.939.414.000,00 €140,79274,871602,67749.676,85 €35.013,08 €
Emilia-Romagna9.456.155.000,00 €142,25265,801207,011.048.935,66 €37.689,33 €
Toscana3.618.625.000,00 €140,68296,151323,60681.473,63 €35.538,57 €
Umbria725.299.000,00 €143,16253,631211,01618.855,80 €29.692,09 €
Marche1.659.372.000,00 €141,03242,191019,40680.907,67 €32.064,03 €
Lazio6.943.101.000,00 €143,16368,194150,601.189.294,45 €42.647,41 €
Abruzzo916.287.000,00 €138,08272,431090,99502.625,89 €33.440,52 €
Molise120.435.000,00 €139,70266,661650,57290.204,82 €31.383,22 €
Campania2.631.530.000,00 €138,30264,56983,87719.783,92 €34.594,56 €
Puglia1.599.283.000,00 €140,19273,891720,70640.225,38 €30.528,07 €
Basilicata298.512.000,00 €141,50389,631683,86519.151,30 €31.152,21 €
Calabria514.300.000,00 €141,28270,90953,95347.265,36 €29.889,00 €
Sicilia1.658.209.000,00 €136,24285,941139,19588.017,38 €33.085,49 €
Sardegna761.965.000,00 €137,68271,921842,47474.153,70 €33.453,88 €

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow.  L’analisi della clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow evidenzia un valore ottimale dei clusters con k=4. La clusterizzazione evidenzia una divisione chiara tra le regioni italiane, riflettendo differenze significative in termini di retribuzioni, produttività e capacità di generare valore economico. Ogni cluster rappresenta un gruppo di regioni con caratteristiche economiche comuni, offrendo una visione d’insieme delle disparità territoriali e del livello di sviluppo economico.

Il Cluster 0 include Piemonte, Liguria, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Toscana. Queste regioni condividono un livello economico intermedio, caratterizzato da un buon equilibrio tra retribuzioni, costo del lavoro e capacità di generare valore aggiunto e fatturato. La presenza del Piemonte e del Veneto suggerisce una forte componente industriale e manifatturiera, mentre regioni come Liguria e Toscana si distinguono per economie diversificate che includono turismo, servizi e logistica. Il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia, pur avendo economie meno grandi, si inseriscono in questo cluster grazie alla loro capacità di generare valore aggiunto a partire da retribuzioni moderate. Questo cluster rappresenta un esempio di regioni che hanno raggiunto un equilibrio tra competitività e sostenibilità economica, pur non avendo le performance eccezionali delle regioni più avanzate.

Il Cluster 1, costituito esclusivamente dal Lazio, dimostra l’unicità economica di questa regione, trainata dalla presenza di Roma. Il Lazio presenta i valori più alti di fatturato e valore aggiunto per retribuzione, indicando un’economia basata su settori ad alta intensità di conoscenza, servizi avanzati e attività amministrative e finanziarie legate alla capitale. Questo cluster riflette l’elevata concentrazione di multinazionali e organizzazioni internazionali nella regione, che contribuiscono a generare un’economia distinta rispetto al resto del Paese. Tuttavia, il Lazio evidenzia una forte dipendenza da Roma, con il rischio di creare uno sviluppo squilibrato all’interno della regione stessa, dove altre aree potrebbero non beneficiare degli stessi livelli di opportunità economiche.

Il Cluster 2, composto da Lombardia ed Emilia-Romagna, rappresenta il cuore produttivo e industriale dell’Italia. Queste due regioni eccellono in tutti gli indicatori economici, con le retribuzioni più alte, un elevato valore aggiunto per retribuzione e un fatturato per retribuzione eccezionalmente elevato. La Lombardia, con Milano come epicentro finanziario e industriale, è la regione più avanzata, mentre l’Emilia-Romagna si distingue per i suoi distretti industriali altamente specializzati, che spaziano dalla meccanica all’agroalimentare. Questo cluster rappresenta il vertice dell’economia italiana, con regioni che trainano il PIL nazionale e sono in grado di competere a livello globale grazie a un ecosistema industriale avanzato, infrastrutture eccellenti e un forte orientamento all’innovazione.

Il Cluster 3 comprende Valle d’Aosta, Umbria, Molise, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, evidenziando le difficoltà delle regioni con economie più deboli. Questo cluster riflette le sfide strutturali del Sud Italia e delle isole, con retribuzioni più basse e una minore capacità di generare valore aggiunto e fatturato rispetto alle altre regioni. La Valle d’Aosta, pur trovandosi al Nord, rientra in questo gruppo a causa delle sue dimensioni ridotte e della specializzazione limitata. Le regioni del Sud, come Calabria, Sicilia e Sardegna, evidenziano una dipendenza da settori tradizionali, come l’agricoltura e il turismo, che non riescono a compensare le carenze infrastrutturali e l’attrattività ridotta per gli investimenti. Questo cluster sottolinea la necessità di interventi mirati per ridurre il divario Nord-Sud, migliorare l’accesso alle risorse e stimolare l’innovazione.

Fonte: ISTAT

Link: www.istat.it

Data:

8 Gennaio 2025

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