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LE SPESE FOLLI DEI NOSTRI AMMINISTRATORI.

Moltissimi esponenti della politica, tutti personaggi di primo piano, hanno dimostrato ampiamente che fosse un diritto acquisito adoperare il danaro pubblico sia per effettuare spese personali che quelle legate alla propria famiglia. I politici, secondo alcuni, erano più che convinti della legittimità del loro operato perché tale diritto era legato al voto ricevuto e alla consuetudine in uso da lungo tempo. Innumerevoli e di varia natura i casi eclatanti portati alla luce dalle Forze dell’Ordine .

cms_893/soldi.jpgLe spese più incredibili sono state effettuate con il danaro pubblico proveniente dalle casse del proprio Partito o del Gruppo politico di appartenenza. Fra le tante nefandezze “il taxi per corse private, la tazzina del caffè, il pranzo al ristorante con i propri grandi elettori e quello Pasquale con i propri familiari.

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Persino lo scontrino per l’esoso costo di un gelato (3 euro) o l’acquisto del cibo per gli animali di famiglia finiva nel bilancio del gruppo politico di appartenenza. Sono state arrestate, per queste spese, due Consigliere Regionali della Liguria: tale Marylin Fusco, già Vicepresidente della Regione Liguria, e tale Maruska Piredda. Arresti domiciliari ad entrambe per un’ipotesi di peculato relativa alle spese effettuate nel 2012 con i soldi del gruppo dell’Italia dei Valori, di cui facevano entrambe parte. “Sono incredula e sconvolta“, ha detto la Consigliera Marylin Fusco dalla sua casa di Montecatini, dove è stata disposta la dimora per la custodia cautelare. Insieme a lei è stata arrestata e ai domiciliari nella sua residienza di Milano, l’ex collega nel gruppo dell’Italia dei Valori, Maruska Piredda, con la stessa identica ipotesi di reato.

cms_893/istock_000004581445medium.jpgIn questi anni, la difesa di Marylin Fusco non è mai cambiata: “Non ho nulla da nascondere“, ha sempre ripetuto. “Le ricevute sono qua e, come è mio costume, ci metto la faccia senza nascondermi“. Convocò una conferenza stampa per respingere le accuse, ma quello che asseriva non convinse affatto il Giudice. In quella conferenza stampa ebbe a spiegare, carte alla mano, che “negli 11 mesi del 2012 in cui è stata nell’Italia dei Valori, ha presentato ricevute per complessivi 10 mila euro. Che aveva percepito per le spese 12mila e ne aveva restituiti al gruppo politico 2 mila, prima di lasciare il partito“. “Come vedete, non ci sono ne piatti a base di aragosta, ne bottiglie di vino pregiate, ne champagne, ne mutandine griffate. Sono tute spese effettuate in ristoranti a menu fisso“.

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Il chiaro riferimento alle mutandine non fu affatto casuale: la Guardia di Finanza scoprì che tra gli scontrini fiscali utilizzati per giustificare le spese a carico del gruppo politico, c’erano anche un paio di mutandine di pizzo acquistate dalla Consigliera Maruska Piredda che probabilmente ricorderete come hostess contestatrice dell’Alitalia e come scartata da una edizione del grande fratello. Di che ci lamentiamo?

Data:

2 Luglio 2014