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LE TRADUZIONI DI POESIA – José Maria Valverde – ‘El día del perdón’

Era il 1991 quando Francesco Tentori Montalto affermava, in un articolo uscito sul mensile di Crocetti: “José Maria Valverde ha da tempo toccato il punto più alto nella parabola del suo canto, divenuto poi appassionato argomentare e serrato e a tratti ironico discorrere con sé e con il mondo, che dal primo affacciarsi del poeta alla soglia della poesia e della vita ha imperiosamente preteso la sua totale partecipazione.

Questa è andata a prendendo la forma di una fraterna, dolente commozione e immedesimazione coi destini degli uomini; e la poesia che nasce, se ha perso in lirismo, ha guadagnato in gravità di riflessione morale e in adesione e comunione col prossimo, mettendo il sigillo definitivo alla vocazione sociale e corale che dal primo momento ha sottoposto il poeta alla prova del confronto con gli altri”. Come vedremo dalle note biografiche, il poeta spagnolo sarebbe morto pochi anni più tardi, appena settantenne. Montalto lo definiva, nel titolo dell’articolo, un erede di Machado.

J. M. Valverde, poeta spagnolo (Valencia de Alcántara 1926 – Barcellona 1996); lettore di spagnolo a Roma; prof. di estetica (dal 1955) all’univ. di Barcellona; nel 1965, per dissensi politici, si trasferì negli USA e in Canada; rientrò in Spagna nel 1977 riprendendo l’insegnamento. Muovendo dal classicismo del gruppo di Garcilaso, sull’esempio di L. F. Vivanco, L. Rosales e L. Panero (Hombre de Dios, 1945; Salmos, elegías y oraciones, 1947), la sua poesia si approfondì nella ricerca di una posizione di fede, non esente da influssi esistenzialistici (La espera, 1949; Versos del domingo, 1954; Años inciertos, 1970; Enseñanzas de la edad. Poesía 1945-1970, 1971; Ser de palabra, 1976). Nel 1990 pubblicò un volume di Poesías reunidas. Notevoli i saggi estetici (Estudios sobre la palabra poética, 1952; G. de Humboldt y la filosofía del lenguaje, 1955; Azorín, 1971). (Le brevi notizie biografiche sono tratte da www.treccani.it).

È stato anche un importante traduttore, nonché saggista e studioso di Antonio Machado.

Aggiungeva successivamente Montalto: “ […] il primo Valverde è poeta di un’universale visione religiosa, che si manifesta in solenni epifanie e secondo rituali cadenze, e prende il suo colore, accorda il suo strumento all’unisono con l’avvicendarsi delle stagioni dell’anima più che della natura. Tale visione rimarrà come un nocciolo al centro della sua ispirazione delle sue tematiche, anche quando il paesaggio della contemplazione e della meditazione si amplierà, cedendo a un più vasto e avventuroso viaggiare per le terre dell’invenzione e della memoria. Altrettanto deve dirsi della gravità essenziale, vero peso specifico della sua parola, rimasta la medesima nelle mutazioni, non scarse né di lieve entità, intervenute lungo il maturare di questa voce personalissima, insieme familiare e ieratica dotata per le liturgie dello spirito come per la dimessa pronuncia del quotidiano.”

Ecco dunque la poesia di José Maria Valverde e la traduzione di Francesco Tentori Montalto:

 

Data:

30 Agosto 2024

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