I dati relativi alla diffusione del Coronavirus sono rappresentati di seguito con una analisi di quelle che sono anche le caratteristiche economico-finanziarie del fenomeno. I numeri relativi ai casi, ai morti ed ai guariti sono certi in quanto derivano dalle rilevazioni che vengono predisposte dalla Protezione Civile. I dati relativi alla dimensione economico-finanziaria del fenomeno sono calcolati come delle stime sulla base di quello che è il valore della vita umana, ovvero lo Human Life Cost-HLC[1]. In modo particolare il valore della vita umana, anche indicato come Life Value varia in base ad un insieme di variabili, ed in senso ampio, per quanto riguarda il mondo occidentale a reddito medio-alto, è stato stimato in un range che va dai 4 milioni di dollari in Nuova Zelanda, fino ai 9 milioni di dollari in USA. Sulla base anche delle indicazioni relative all’attribuzione di valore della vita umana che sono contenute nel libro di Felix Martin intitolato “Denaro” [2], il valore della vita umana in Italia è stato approssimato a circa 5.000.000,00 di euro. Pertanto, ciascun individuo che è risultato portatore della patologia viene ad essere potenzialmente liquidato con un ammontare di 5.000.000,00 di euro. Chiaramente il valore è una misura del danno che si manifesta in caso di eventi gravi ed altamente imprevedibili, come sono appunto le crisi e le pandemie.
Figura 1. L’economia del coronavirus. Dati sanitari.
Figura 2. L’economia del coronavirus. Dati economici.
Data 10/04/2020. Il risultato è tale da manifestare che in data 10/04/2020 è stato perso un valore cumulato pari a 975,7 miliardi di euro, ovvero pari al 54,56% del PIL, equivalente ad un valore pro-capite di 16.154,80 euro. Complessivamente, il valore che è stato perduto corrisponde ad un detrimento reddito per circa 32.953.394 italiani. Il tasso di crescita del coronavirus è diminuito nelle ultime 24 ore. Esso è infatti passato dal 3,02% del 09/04/2020 al 2,75% del 10/04/2020, con una crescita da 143.626 unità fino a 147.577 unità. Il numero dei deceduti è pari a 18.849 unità, il numero dei guariti è pari a 30.455. Il tasso di mortalità è pari al 12,77% mentre il tasso di guarigione è del 20,64%.
Predizione in data 10/04/2020. La crescita ha subito una riduzione. Ai tassi seguenti si verifica un raddoppio ogni 25 giorni circa. Il tasso di crescita è notevolmente diminuito: questo significa che le misure assunte dal governo stanno producendo i risultati attesi. Il tasso di crescita dei contagi è sceso per la prima volta sotto il 3%. Chiaramente poiché la base ha superato le 140.000 unità si creano comunque un numero di casi molto ampi. In ogni caso la riduzione dei tassi di contagi è certamente un elemento positivo nell’interno del contesto dell’analisi del fenomeno sotto il punto di vista metrico. Il rischio è che il tasso ad un certo punto si fermi, ed invece di continuare a crescere, si blocchi intorno ad un valore anche basso, che però con le basi che sono indicate può significare avere un numero di casi comunque notevolmente elevato.
La previsione a medio-lungo periodo. Occorre considerare che il tasso medio di crescita del coronavirus è diminuito sostanzialmente nel periodo tra la settimana del 25/02/2020, in cui il tasso era pari al 33,4%, e l’ultima settimana tra il 30/03/2020 ed il 04/04/2020, in cui il tasso è stato pari al 4,12%. Chiaramente occorre considerare che anche se i tassi diminuiscono in realtà vengono ad essere calcolati su montanti sempre più significativi e quindi anche un aumento di una percentuale bassa su una base di centinaia di migliaia di unità dà un risultato in valore assoluto significativo.
Modello econometrico.
Figura 3. Stima degli ospedalizzati. Fonte: Protezione Civile.
Di seguito viene stimato un modello per individuare le relazioni di alcune variabili prodotte dalla protezione civile rispetto al numero al tasso di mortalità.
Il modello che è stato proposto è indicato di seguito:
Con riferimento al totale delle ospedalizzazioni il modello prevede la presenza delle seguenti relazioni:
- Una relazione negativa con le persone in isolamento domiciliare;
- Esiste una relazione positiva con il totale dei positivi;
- Esiste una relazione positiva con la variazione del totale dei positivi;
- Esiste una relazione negativa con il tasso di guarigione;
- Esiste una relazione positiva con il tasso di mortalità;
- Esiste una relazione positiva con il tasso di crescita;
- Esiste una relazione negativa con i ricoverati con sintomi in percentuale dei tamponi;
- Esiste una relazione negativa con le persone in terapia intensiva calcolate in percentuale del numero dei tamponi;
- Esiste una relazione positiva con il totale delle ospedalizzazioni in percentuale dei tamponi;
- Esiste una relazione positiva con il numero delle persone in isolamento domiciliare espresse in percentuale dei tamponi;
- Esiste una relazione positiva con il numero delle persone in isolamento domiciliare espresso in percentuale dei tamponi;
- Esiste una relazione negativa con il numero dei nuovi positivi in percentuale del numero dei tamponi;
- Esiste una relazione positiva con il numero dei dimessi guariti in percentuale dei tamponi;
- Esiste una relazione negativa con il numero del totale dei casi come percentuale dei tamponi.
Dati Regionali. Di seguito vengono ad essere riportati i dati relativi alle regioni italiani. Il dato viene riportato in quanto la situazione italiana presenta una elevatissima polarizzazione e centralizzazione nell’interno della regione Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. E pertanto l’analisi nazionale risulta essere parziale e manca di rappresentare la complessità del fenomeno che riguarda le regioni e che in modo particolare aggrava la situazione di talune aree geografiche e di alcune popolazioni locali rispetto al dato nazionale.
Ricoverati con sintomi. Nella classifica delle regioni per numero di ricoverati con sintomi al primo posto vi è la Lombardia con un ammontare pari a 11.877 unità, ovvero pari ad un ammontare del 42,05% seguita dall’Emilia Romagna con un valore pari a 3.596 unità pari al 12,73% e al terzo posto vi è il Piemonte con un valore dei ricoverati con sintomi pari a 3.497 unità pari al 12,38%. Le prime tre regioni pertanto totalizzano un ammontare pari al 67,16% del totale dei ricoverati con sintomi. Agli ultimi posti della classifica si posizionano Sardegna con un numero di ricoverati con sintomi pari a 107 pari allo 0,38% del valore nazionale, seguiti dalla Basilicata con un valore pari a 59 unità ovvero pari allo 0,21% e il Molise con un ammontare pari a 28 unità ovvero pari ad un valore di 0,10%.
Terapia intensiva. Nella classifica delle regioni italiani per valore della terapia intensiva la Lombardia è al primo posto con un ammontare pari a 1.202 unità ovvero pari ad un valore del 34,37%, seguita dal Piemonte con un numero di persone paria 394 unità pari all’11,27% e dall’Emilia Romagna con un valore pari a 349 unità pari al 9,98% del dato nazionale. Le prime 3 regioni della classifica totalizzano il 55,62% del valore nazionale delle persone in terapia intensiva. Agli ultimi posti vi con un valore pari a 15 unità la Basilicata pari allo 0,43% del dato nazionale, Calabria con un ammontare pari a 14 unità pari allo 0,40% e Molise con un valore pari a 4 unità equivalente allo 0,11%.
Totale ospedalizzati. Nella classifica per totale degli ospedalizzati al primo posto vi è la Lombardia con un numero pari a 13.079 unità pari al 41,21% del valore nazionale, seguita dall’Emilia Romagna con un valore pari al 3.945 unità pari al 12,43% del valore nazionale e dal Piemonte con un ammontare pari a 3.891 unità pari all’12,26% del valore nazionale. In totale le prime tre regioni totalizzano il 65,9% del valore totale degli ospedalizzati.
Agli ultimi posti vi sono Sardegna con un numero di ospedalizzati pari a 133 ovvero pari allo 0,42% del dato nazionale, la Basilicata con un numero del totale degli ospedalizzati pari a 74 ovvero pari allo 0,23% del dato nazionale ed il Molise con un ammontare pari a 32 unità pari allo 0,10%.
Isolamento domiciliare. La Lombardia è al primo posto per numero delle persone in isolamento domiciliare con un valore pari a 16.451 unità ovvero pari al 24,73% del dato nazionale, seguita dall’Emilia Romagna con un valore pari a 9.405 unità pari al 14,14% del dato nazionale e dal Veneto con un valore pari a 8.869 unità pari al 13,33% del valore nazionale. Complessivamente le prime tre regioni totalizzano un valore pari a 52,2% del valore complessivo del totale delle persone in isolamento. Agli ultimi tre posti si trovano Valle D’Aosta, Basilicata e Molise con un valore delle persone in isolamento domiciliare pari rispettivamente a 455 unità pari allo 0,68%, 205 unità pari a 0,31% e 161 unità pari a 0,24%.
Totale positivi. La classifica per numero dei totali positivi vede al primo posto la Lombardia con un valore pari a 29.530 unità ovvero pari al 30,05% del dato nazionale, seguita dall’Emilia Romagna con un valore pari a 13.350 unità pari al 13,58% e dal Piemonte con un valore pari a 11.576 pari a 11,78%. Le prime tre regioni totalizzano il 55,41% del valore complessivo dei totali positivi. Agli ultimi posti vi sono Valle D’Aosta con un numero pari a 602 unità pari allo 0,61% del valore nazionale, Basilicata con un ammontare pari a 279 unità equivalente allo 0,28% e il Molise con un ammontare pari a 193 unità pari allo 0,20%.
Dimessi guariti. Nella classifica del numero dei dimessi guariti la Lombardia è al primo posto vi è la Lombardia con un ammontare pari a 16.280 unità pari al 53,46%, seguita dall’Emilia Romagna con 3.381 unità pari al 11,10% e dal Veneto con un numero paria 1.981 unità pari al 6,50%. Le prime tre regioni totalizzano il valore pari a 71,06%. Agli ultimi posti della classifica vi sono Calabria con un numero di 50 unità pari a 0,16%, Molise con un numero di 37 unità pari a 0,12% e Basilicata con un valore pari a 14 unità pari allo 0,05%.
Deceduti. Nella classifica dei deceduti la Lombardia è al primo posto con un numero pari a 10.238 unità pari al 56,70% del valore nazionale, seguito dall’Emilia Romagna con un ammontare pari a 2.397 unità pari al 13,28% e dal Piemonte con un valore pari a 1.532 unità pari a 8,48%. Complessivamente le prime tre regioni italiane hanno totalizzato un ammontare pari al 78,46% dei decessi nazionali. Agli ultimi posti vi sono l’Umbria con un numero di casi pari rispettivamente a 52 unità pari allo 0,29%, a 15 unità pari allo 0,08% la Basilicata e il Molise con 13 unità pari a 0,07%.
Totale Casi. Nella classifica del numero totale dei casi la Lombardia è al primo posto con un ammontare pari a 56.048 unità ovvero pari ad un valore del 41,78% seguita dall’Emilia Romagna con un ammontare pari a 19.128 unità pari al 14,26% del valore nazionale e seguita dal Piemonte con un ammontare pari a 15.012 unità pari al 11,19% del valore nazionale. Complessivamente le prime tre regioni hanno totalizzato un valore pari al 67,23% dei casi nazionali. Agli ultimi posti vi sono Valle D’Aosta con un ammontare pari a 879 unità pari ad un valore di 0,66%, la Basilicata con un ammontare pari a 308 unità pari a 0,23% e il Molise con un ammontare pari a 243 unità pari a 0,18%.
Tamponi. Nella classifica dei tamponi la Lombardia è al primo posto con un ammontare pari a 186.325 unità pari a 25,66%, seguita dall’Emilia Romagna con un ammontare pari a 85.884 unità ovvero pari a 11,83% e dalla Toscana con un ammontare pari a 72.001 unità pari a 9,92%. Complessivamente le prime tre regioni totalizzano un valore pari a circa il 47,41% dei tamponi realizzati su base nazionale. Agli ultimi posti vi sono Basilicata, Valle D’Aosta e Molise con un numero di tamponi realizzati rispettivamente pari a 3.696 unità ovvero pari a 0,51% del livello nazionale, 3.328 unità pari allo 0,46% e 2.069 unità pari a 0,28%.
La situazione internazionale. La situazione internazionale è molto grave. In modo particolare il numero dei contagi a livello globale è cresciuto significativamente negli ultimi giorni fino ad arrivare a 1.680.485 di casi con un numero di decessi pari a 101.762 unità ed un numero di guariti pari a 373.538 unità. Al primo posto della classifica vi sono gli Usa con un numero di contagiati pari a 489.646 seguita dalla Spagna al secondo posto con 157.053 unità e dall’Italia con un valore pari a 147.577 unità. Chiudono la Top Ten Iran, con un valore pari a 68.192 unità, Turchia con un valore pari a 47.029 unità e Belgio con un ammontare pari a 26.667 unità.
Decessi. Tuttavia, l’Italia guida la classifica per i decessi con un numero di persone decedute pari 18.849 unità seguita dagli Usa con un numero di decessi pari a 18.034 unità e dalla Spagna con un numero di decessi pari a 15.970 unità. Chiudono la classifica Belgio, Germania e Olanda con un numero di decessi pari rispettivamente a 3.019, 2.688 e 2.511 unità.
Guariti. Il numero dei guariti è molto alto in Cina con un numero complessivo pari a circa 77.455 unità, seguito dalla Spagna con un numero pari 55.668 unità e dalla Germania con un numero pari a 52.407 unità. Chiudono la classifica Svizzera, Korea del Sud e Austria con un numero di guariti pari a rispettivamente a 11.100, 7.117, 6.064.
Figura 4. Dati internazionali. Fonte: Worldometers.com
La situazione negli USA. La situazione negli Usa è molto grave. Gli Usa infatti hanno quasi il 30% dei casi mondiali. La maggior parte dei casi sono presenti a New York con un numero pari a 170.512 unità, seguito dal New Jersey con un valore pari a 54.588 unità e dal Michigan con 24.504 unità, al quarto posto vi è la California con un valore pari a 20.330 unità, seguita dalla Pennsylvania con un valore pari a 19.979 unità. Chiudono la classifica Florida, Illinois, e Texas con un numero di contagiati pari a 17.531, 16.422 e 11.671 unità. Il numero dei decessi a New York è stato pari a 7.844 unità, in New Jersey pari a 1.932 unità, e Michigan pari a 1.076 unità. Chiudono la classifica Illinois con un numero pari a 528 unità, seguito da Massachusetts con un numero di decessi paria 503 unità, Florida con un numero di unità pari a 390 unità e il Texas con un numero di unità pari a 226.
__________________
[1] https://www.theglobalist.com/the-cost-of-a-human-life-statistically-speaking/
[2] https://www.amazon.it/Denaro-storia-quello-capitalismo-capito-ebook/dp/B00IEOFYZU
______________________________
Pubblicazioni precedenti
L’economia del coronavirus in Italia (1 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (2 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (3 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (4 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (5 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (6 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (7 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (8 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (9 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (10 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (11 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (12 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (13 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (14 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (15 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (16 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (17 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (18 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (19 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (20 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (21 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (22 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (23 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (24 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (25 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (26 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (27 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (28 analisi)
L’economia del coronavirus in Italia (29 analisi)