Un omicidio ogni ora: un dato che già nel 2023 faceva dell’Ecuador il paese con il più alto tasso di omicidi in Sudamerica e che, nel 2025, segna un nuovo tragico record come l’anno più violento di sempre. Una situazione che ha spinto il presidente uscente, Daniel Noboa, a stringere un accordo con Erik Prince, noto a livello mondiale come esperto di sicurezza militare privata.
Noboa ha posto la lotta alla violenza e al narcotraffico al centro della sua azione politica, mantenendo le promesse fatte in campagna elettorale. Ora, alle soglie del ballottaggio di domenica 13 aprile, gioca la sua carta decisiva per ottenere la riconferma, restando fedele ai principi che ispirano il suo credo politico. Delle elezioni presidenziali in Ecuador vi abbiamo parlato pochi giorni fa qui https://www.internationalwebpost.org/ecuador-elezioni-presidenziali-luisa-gonzales-si-allea-con-gli-indios/.
All’annuncio pubblico di quella che è stata definita una vera e propria “alleanza” tra il governo dell’Ecuador e l’ex Navy SEAL statunitense Erik Prince, è seguita la sua prima presenza concreta a Guayaquil. Lì, Prince ha supervisionato personalmente un’operazione condotta dalle forze di sicurezza nella città, nota per ospitare il principale porto marittimo del Paese, utilizzato però anche dai cartelli della droga per l’esportazione massiccia di cocaina verso l’Europa e il Nord America. L’operazione, denominata “Apollo 13”, ha visto l’impiego di oltre 500 tra poliziotti e militari, con il supporto di sette pubblici ministeri. Conclusasi il 5 aprile, ha portato all’arresto di 40 criminali e al sequestro di centinaia di armi, munizioni, radio e telecamere. Secondo quanto riportato dal governo il giorno successivo, la presenza di Prince è stata accolta positivamente dalle forze locali.
Figura controversa ma indubbiamente influente, Erik Prince è noto per aver fondato nel 1997 la Blackwater, azienda di sicurezza privata cresciuta rapidamente in fama e influenza internazionale. Dopo l’11 settembre 2001, l’azienda ottenne lucrosi contratti con il Dipartimento della Difesa e quello di Stato degli Stati Uniti. Tuttavia, nel 2007 il nome della Blackwater fu macchiato dal cosiddetto Massacro di Nisour Square, a Baghdad, durante il quale quattro suoi dipendenti uccisero 17 civili. Da quel momento, l’azienda ha cambiato più volte nome — oggi si chiama Academi — nel tentativo di scrollarsi di dosso la reputazione negativa acquisita, aggravata da denunce di abusi e critiche per l’eccessivo uso della forza, nel tentativo di costruire una figura a metà tra il soldato regolare e il mercenario.
Nonostante ciò, la Blackwater e le sue evoluzioni restano tra le principali società di sicurezza operanti in aree di conflitto, grazie a un know-how consolidato in addestramento e tattiche militari.
Prince ha lasciato l’azienda nel 2010, ma ha continuato a operare come uno dei principali esperti mondiali nel settore, offrendo consulenze strategiche e promuovendo progetti di “privatizzazione dei conflitti”, con l’obiettivo di utilizzare, in determinati casi, eserciti privati al posto delle forze armate statali. Il suo coinvolgimento in Ecuador si inserisce in questo quadro più ampio, rappresentando un ulteriore tassello nella sua visione della sicurezza globale contemporanea.
Attualmente, Erik Prince è stato incaricato in Ecuador dal presidente Daniel Noboa come “consulente e formatore” per le forze di sicurezza interne, con l’obiettivo di contrastare la dilagante criminalità legata in particolare al narcotraffico. Tuttavia, il ministro della Difesa, Gian Carlo Loffredo, in un’intervista a TC Televisión, non ha escluso un possibile ampliamento del ruolo dello stratega geopolitico. Lo stesso Noboa, in un’intervista alla BBC, ha dichiarato che l’Ecuador sta affrontando “una guerriglia urbana non convenzionale” e che Prince possiede l’esperienza necessaria per affiancare efficacemente esercito e polizia.
“Il crimine organizzato ha seminato il terrore e ha creduto di poter agire impunemente. Ma il loro tempo sta per scadere. L’aiuto internazionale in Ecuador è appena iniziato”, ha affermato il presidente, supportato dal ministro dell’Interno. Quest’ultimo ha evidenziato che “tutte le forze del mondo si avvalgono di consulenti esterni” e ha ricordato come, anche in passato, l’Ecuador abbia collaborato con aziende straniere per la formazione di personale specializzato. “È una prassi normale”, ha concluso.
Prince è intervenuto anche sulla campagna elettorale in corso, esprimendo chiaramente il proprio sostegno a Noboa e alla sua visione politica. Ha invitato gli elettori a scegliere tra “la legge e l’ordine” rappresentati dal presidente uscente, in corsa per un secondo mandato, oppure la deriva verso un destino simile a quello del Venezuela, definito come “un narco-Stato segnato da droga, criminalità, socialismo e disperazione”.
Con questa collaborazione, Noboa rafforza ulteriormente il legame con gli Stati Uniti e con il presidente Donald Trump, al quale ha sempre manifestato vicinanza e amicizia. Secondo quanto riportato dal quotidiano Expreso, il ministro dell’Interno ha annunciato l’imminente arrivo di nuovi aiuti da parte di Washington, sotto forma di veicoli e personale specializzato proveniente da un’agenzia antidroga internazionale. Un ponte strategico con gli Stati Uniti che potrebbe rivelarsi decisivo all’indomani delle elezioni di domenica.
(Foto di copertina: incontro tra il presidente Daniel Noboa e Erik Prince, credits: El Comercio)