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LEGA, FI e FDI: “PRIMA GLI ITALIANI”

Un caso che diventa paradosso di una campagna elettorale difficile e combattuta colpo su colpo. Uno degli argomenti ampiamente dibattuti è senz’altro quello che riguarda i migranti, il tema forte di questa campagna elettorale 2018, che divide e accende lo scontro tra i due poli di cdx e di csx. I leader dei tre partiti principali che formano la coalizione di Centro destra – Berlusconi (Forza Italia), Salvini (Lega) e Meloni (FDI) -, seppur con dei distinguo, su TV e giornali lanciano dei messaggi forti in difesa degli italiani, evidenziati anche sui manifesti elettorali che vediamo per le strade delle nostre città. “Prima gli italiani”, “Qui si fa l’Italia”, “Difendiamo il made in Italy” sono solo alcuni degli slogan presenti sui manifesti elettorali. Annunci che esaltano un’italianità che mai come in questa campagna elettorale è stata usata e sottolineata fino ad abusarne, nonché elevata al rango di strumento di propaganda elettorale.

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Poi, all’improvviso, arriva il paradosso. A farlo emergere è il portavoce di “Sentinelle di Milano”, Luca Paladini, che pubblica due bizzarre foto sul suo profilo Facebook. Le immagini mostrano chiaramente due uomini – a detta di Paladini, due migranti – intenti ad attaccare i manifesti della Lega, di Forza Italia e di Fratelli d’Italia.

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Le foto non lasciano alcun dubbio sul fatto che siano due lavoratori extracomunitari. È possibile scorgere anche gli slogan “Qui si fa l’Italia” e “Prima gli Italiani” sui manifesti affissi dai due lavoratori, assieme ai simboli e ai nomi dei partiti. Le immagini hanno fatto il giro del web in poco tempo, con un crescente numero di condivisioni e di like.

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È un episodio che fa discutere. I due lavoratori sono stati scelti per essere sfruttati con pochi euro all’ora, come lascia intendere l’autore delle foto “incriminate”? Oppure ci sono altri motivi alla base di questa scelta paradossale e strana? Certamente, i leader dei rispettivi partiti non c’entrano nulla con l’accaduto. Ma bisognerebbe indagare e fare luce sulla vicenda andando a capire se: a) si tratta davvero migranti, poiché il colore della pelle da solo non basta ad indentificarli come tali; b) sono lavoratori pagati secondo norma di legge, con la giusta tariffa oraria per il lavoro svolto. Per il momento, possiamo solo sospendere il giudizio…

Data:

18 Febbraio 2018