Continua il cantiere per la Legge di Bilancio 2025: L’esecutivo entro il 20 settembre 2024 dovrà inviare a Bruxelles il Piano strutturale di bilancio (Psb) per definire quelli che saranno gli obiettivi programmatici pluriennali e i confini entro cui muoversi con la Legge di Bilancio di fine anno. Il Ministro dell’Economia vorrebbe presentarlo al Consiglio dei Ministri per metà settembre. Il Piano, poi, sarà giudicato dalla commissione Ue. Questo è uno dei motivi che spinge Giorgetti a limitare le uscite previste dalla Legge di Bilancio 2025.
Prima di definire quello che sarà presente in manovra, però, è necessario capire prima quante saranno le risorse a disposizione visto che solo per le misure ipotizzate dovrebbero servire circa 25 miliardi di euro.
Taglio al cuneo fiscale
La riconferma del taglio al cuneo fiscale è l’unica certezza che si ha sulla prossima Legge di Bilancio che vedrà 10,8 miliardi, dei 18 stimati, destinati proprio al rinnovo della misura. L’Upb però lancia un allarme sulla riconferma della decontribuzione per le soglie di reddito di 25.000 e 35.000 euro: si genera una distorsione per chi supera i 35.000 euro lordi l’anno con una perdita di 1.100 euro circa nel corso dei 12 mesi.
Riduzione tasse ceto medio
Una delle misure che è fortemente voluta dalla maggioranza è la riduzione delle tasse per il ceto medio con l’abbassamento dell’aliquota Irpef prevista per i redditi da 28.000 a 50.000 euro dall’attuale 35% al 33% e con un contestuale ampliamento dello scaglione fino a 60.000 euro.
Bonus mamma in busta paga
L’obiettivo di questo Governo, da sempre dichiarato, è quello di incentivare la natalità per contrastare il calo demografico del nostro Paese. Una misura introdotta lo scorso anno proprio con questo scopo è il bonus mamme in busta paga, uno sgravio totale dei contributi (per un tetto massimo di 3.000 euro l’anno) dovuti dalle lavoratrici dipendenti con almeno 3 figli e prevista fino al 31 dicembre 2026. La misura è stata prevista, ma solo per il 2024, anche per le mamme con due figli.
Le pensioni
Nella Legge di Bilancio di fine anno, solitamente, un capitolo è dedicato alle pensioni. Si tratta sempre di un argomento abbastanza spinoso visto che la priorità è data sempre alle spese indifferibili.
Le risorse che rimangono a disposizione per il capitolo previdenziale sono sempre troppo poche per tradursi in un intervento che sia davvero di impatto.
Al momento si parla di un rinnovo di quota 103, Opzione donna e Ape sociale con delle restrizioni in più e di un allungamento della finestra di accesso alla pensione anticipata ordinaria. Ovviamente si tratta di ipotesi perché il confronto al riguardo è solo all’inizio.
Detassazione straordinari
Un’altra misura su cui si sta riflettendo per aumentare i salari dei lavoratori dipendenti è quella di tassare gli straordinari con una flat tax al 15%.
La flat tax si applicherebbe solo al salario riferito alle ore che superano quelle previste dal contratto di lavoro: ogni 100 euro di retribuzione per gli straordinari, il dipendente dovrebbe versare solo il 15% di tasse .
Considerando che l’ora di straordinario è retribuita con una maggiorazione rispetto all’ora ordinaria, l’impatto di una norma del genere sui salari potrebbe essere interessante.
Tetto unico ai fringe benefit
Nella Legge di Bilancio 2025 potrebbe essere inserita una rimodulazione dei fringe benefit, ovvero delle componenti della retribuzione che sono corrisposte al lavoratore dipendente sotto forma di servizi e beni (auto aziendale e cellulare sono un esempio) che l’azienda fornisce ai dipendenti.
La maggioranza a tal proposito sta valutando se inserire un tetto unico di esenzione fiscale per questi benefici da fissare tra i 1.500 e i 2.000 euro. .