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Legge elettorale, arriva l’Italicum bis ma è già a rischio

cms_6237/seggio_voto_Fg_rit_1494558943.jpgAlla fine il testo base è arrivato, ma rischia di naufragare ancora prima di partire. Stasera in commissione Affari costituzionali, Andrea Mazziotti ha depositato un testo che ricalca l’Italicum corretto da estendere al Senato. Una proposta diversa da quella che oggi ha ufficializzato il Pd ovvero un sistema che prevede un 50 per cento di proporzionale (con listini bloccati) e un 50 per cento di collegi uninominali con possibilità di coalizione. Quindi, dopo aver annunciato che non si sarebbe fatto ostruzionismo, il Pd in serata, dopo la presentazione del testo, ha fatto sapere che l’ok dei dem non è scontato. “Martedì alle 11 ci sarà un ufficio di presidenza del gruppo per decidere”, spiega il presidente dei deputati, Ettore Rosato. E tanto basta per mettere a rischio il testo presentato da Mazziotti. Come rileva Renato Brunetta di Forza Italia: “Senza il Pd non si va da nessuna parte” per questo “il Pd avrebbe diritto e dovere di dire come la pensa’’. Alla Camera i dem hanno una maggioranza schiacciante e quindi qualunque soluzione non può prescindere dal Pd. Con buona pace dei 5 Stelle che esultano: “Bene Mazziotti: si parte dal #Legalicum. Il Pd scarichi Verdini e voti legge condivisa. Siamo disposti anche a correttivi di governabilità”, scrive su twitter.

Il tema è che l’Italicum bis non convince il Pd che teme di ritrovarsi con un proporzionale puro come lo è di fatto l’Italicum a meno che non si raggiunga la soglia del 40 per cento per far scattare il premio di maggioranza. Altra cosa sarebbe stata se ci fosse stato il ballottaggio. Oggi Matteo Renzi lo ha ricordato in un post su Facebook. “Come sapete sono un grande sostenitore del ballottaggio, perché consente di scegliere ai cittadini anziché costringere agli accordi di palazzo. Ma dopo il No del 4 dicembre alla riforma costituzionale, il ballottaggio in Italia è diventato praticamente impossibile. Anche questa è una delle conseguenze negative del voto referendario”, scrive Renzi. E aggiunge: “Continuano le grandi manovre parlamentari di chi chiede a parole una nuova legge elettorale ma in pratica non la vuole, e perde tempo”. Oggi il Pd ha esplicitato quindi la proposta del tedesco ’corretto’ e ambienti parlamentari dem rimarcano come, sulla soluzione prospettata dai dem, Forza Italia abbia cambiato le carte in tavole nel corso della trattativa portata avanti in questi giorni. “Sono partiti da un sì, poi sono passati al ni, fino ad arrivare al no…”.

Oltre alla perplessità del Pd sull’Italicum bis, c’è il no esplicito di Ala, Lega e Mdp. ’’Nel testo-base della legge elettorale proposto dal presidente Mazziotti è inaccettabile la conferma dei capilista bloccati alla Camera e la loro estensione al Senato’’, dicono i deputati di Mdp in commissione. ’’In questo modo – aggiungono – ogni partito potrebbe disporre addirittura di 150 capilista bloccati e quasi i tre quarti dei parlamentari eletti sarebbero sottratti alla scelta dei cittadini”. “Articolo 1 farà su questo punto una battaglia politica e parlamentare molto determinata. Dopo quattro mesi di melina, il Pd ha la responsabilità di non aver orientato una scelta diversa già a partire dal testo-base’’, annunciano da Mdp. Positivo il commento di Ap con Maurizio Lupi. I ’piccoli’ non disdegnano una legge che prevede una soglia di sbarramento al 3 per cento a Camera e Senato. “Il relatore della legge elettorale ha fatto un buon lavoro di mediazione”, dice Lupi. Forza Italia si limita a sottolineare di rispettare il lavoro del relatore Mazziotti ma Brunetta non nasconde i limiti di un testo su cui l’ok del Pd non è scontato: “’Tutta la nostra stima e considerazione va al presidente Mazziotti” e “non possiamo che accogliere con rispetto” il lavoro del relatore. “La nostra preoccupazione, però, è che non abbiamo ancora capito cosa voglia il Pd, partito di maggioranza relativa e questo mi sembra grave. Vedo Renzi -dice Brunetta -che accusa altri di perdere tempo. Questo mi sembra risibile e paradossale. Abbiamo aspettato di tutto e di più, ma non ho ancora capito cosa vogliono. Siccome senza il Pd non si va da nessuna parte, il Pd avrebbe diritto e dovere di dire come la pensa’”.

Il termine per la presentazione degli emendamenti al testo base è stato anticipato al 19 maggio alle 15. ’inizio dell’esame del provvedimento è stato è fissato per il 22 maggio alle 15.30 fermo restando l’obiettivo di arrivare in aula il 29 maggio.

Obbligo vaccini a scuola, pronto decreto ma è giallo sui tempi

cms_6237/Sala_attesa_bimbi_vaccini_Fg.jpgGiallo sui tempi del provvedimento sull’obbligo delle vaccinazioni che, alla fine, agita la maggioranza e innervosisce non poco il Pd di Matteo Renzi. A metà giornata, Beatrice Lorenzin annuncia: “Ho mandato oggi al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni il testo di legge e lo porterò domani in Consiglio dei ministri”. A stretto giro, però, palazzo Chigi fa sapere: “A proposito di presunte polemiche, fonti di Palazzo Chigi precisano che domani all’esame del Consiglio dei ministri non è previsto alcun testo di legge relativo ai vaccini”.

Questo perché intanto il ministero dell’Istruzione, guidato dalla ministra (Pd) Valeria Fedeli, aveva fatto sapere: “Non era previsto nessun provvedimento domani in Cdm”. A poco vale il chiarimento della Lorenzin, che arriva in serata: “Mai detto che domani l’avrei portato in Cdm”. Ormai, la frittata è fatta. “Il Pd sui vaccini è confuso”, attacca il M5s.

Dal ministero di viale Trastevere fanno sapere: “Bisogna tutelare il diritto all’istruzione. Per questo, ci sono dei lavori in corso”. Non che non si voglia favorire le vaccinazioni, ma “bisogna garantire tutti i diritti costituzionali”. Il punto, però, è che i vaccini sono un punto di forza della strategia di Renzi, in contrapposizione con il M5s accusato per le sue posizioni ’no vax’. Per di più, l’annuncio della Lorenzin è arrivato nel corso della riunione della cabina di regia al Nazareno in cui Renzi si è preoccupato di spiegare: “Evitiamo casini”.

Di fatto, il contrario di quello che è accaduto, proprio su un tema ’caro’ al Pd. Basti pensare che è intervenuto su Fb anche Roberto Burioni, il medico spesso citato da Renzi per le sue battaglia pro vaccini: “Fa bene il ministro Lorenzin a impegnarsi perché le vaccinazioni siano obbligatorie per iscriversi a scuola”. Per questo, dal Nazareno in serata filtrava un certo nervosismo che arrivava fino al terzo piano (quello adesso occupato da Renzi): “Non è possibile che su un tema come questo, una ministra si alza e decide…”. E non a caso Matteo Richetti ha subito chiarito: “Il Pd è pronto a sostenere il provvedimento del ministro sull’obbligo dei vaccini. Noi siamo a favore”. Come dire, su questo il Pd è e resta in prima fila.

Statali, arrivano soldi e assunzioni

cms_6237/madia_microfoo_FTG.jpgIl testo unico sul pubblico impiego sarà portato in Cdm la prossima settimana per l’approvazione definitiva. La conferma è della ministra alla Semplificazione Marianna Madia, interpellata a margine di un incontro su innovazione nella Pa promosso da Ires Piemonte.

“Lo scorso 30 novembre – ha ricordato Madia – c’era stato un incontro che aveva portato a un accordo da cui dovrà scaturire il nuovo contratto per i pubblici dipendenti che ha una parte economica ma anche normativa importante, che noi realizzeremo nei decreti sul lavoro pubblico che la prossima settimana approveremo in via definitiva in Consiglio dei ministri. Alla luce di questo percorso che dura da mesi, ieri c’è stato un incontro in cui abbiamo continuato a discutere di possibili limature in vista dell’approvazione dei decreti e quando si discute è sempre positivo”.

A chi gli domandava se ci sono margini per la stabilizzazione dei precari, Madia ha aggiunto: “Nel decreto sul lavoro pubblico c’è una norma importante che nasce dalla sperimentazione positiva fatta sulle educatrici dei nidi e su alcuni centri di ricerca come l’Istat, dove si superano alcune norme illogiche, come quelle per esempio che oggi non consentono di utilizzare le risorse che stanno sui contratti temporanei per assunzioni stabili. Abbiamo l’esigenza di superare il cattivo reclutamento che c’è stato negli anni passati che ha generato molto precariato nell’amministrazione pubblica. Quindi, questa norma che verrà approvata in via definitiva la prossima settimana servirà certamente a portare avanti una serie di assunzioni stabili laddove invece sono stati violati in passato i diritti dei lavoratori reiterando i contratti temporanei”.

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12 Maggio 2017